Il “padre” del design William Morris protagonista di un nuovo fumetto

In libreria per 24 ORE Cultura il fumetto dedicato a uno dei personaggi più interessanti della scena artistica del XIX secolo: William Morris. Designer, artista e scrittore, fondò il movimento Arts and Crafts

Non è la prima volta che Giancarlo Ascari e Pia Valentinis decidono di unire le forze e le rispettive abilità, indirizzando la loro attenzione sulla storia dei grandi artisti del passato. Dopo aver raccontato le avventure sentimentali di alcune delle coppie più celebri della storia dell’arte (con il volume Lovers in Art), e dopo aver ripercorso attraverso i linguaggi della nona arte la vita e la produzione di Claude Monet (al centro del libro Oltre il giardino del signor Monet), i due autori sono stati “ingaggiati” da 24 ORE Cultura per ripercorrere la carriera e la filosofia di una delle figure più interessanti e trasversali della scena artistica del XIX Secolo: William Morris (Walthamstow, 24 marzo 1834 – Londra, 3 ottobre 1896).

Il fumetto su William Morris

Designer, artista e scrittore, e fondatore del movimento Arts and Crafts, è lui il protagonista del nuovo graphic novel William Morris. Alla ricerca della bellezza perduta: un’escursione cronologica che racconta la rivoluzione politica, oltre che culturale, innescata dalle idee di questo pioniere del pensiero contemporaneo. Uomo di larghe vedute, attento come pochi altri del suo tempo ai temi della tutela dei lavoratori e dell’emancipazione femminile, Morris promosse con dedizione il ritorno all’artigianato e al lavoro manuale, conferendo agli artigiani il riconoscimento di “artisti”, anticipando così il motto “pensa globalmente, compra localmente”. A ribadire quest’ultimo concetto tra le pagine del libro è l’amico Oscar Wilde, che in uno dei passaggi a lui dedicati racconta: “William Morris una volta mi ha detto: ‘ho cercato di fare di ogni mio lavoratore un artista, e quando dico un artista, intendo un uomo’”.

William Morris nella Londra dell’Ottocento

Sono tanti gli eventi e gli episodi biografici toccati nelle 128 pagine del volume: dal contributo di Morris alla nascita del socialismo in Inghilterra alla sua rigogliosa produzione letteraria (in 62 anni di vita scrisse centinaia di romanzi e articoli, traducendo saggi e poemi come l’Eneide e l’Odissea); dalle sue amicizie con Dante Gabriel Rossetti ed Edward Burne-Jones alla creazione della Società per la Protezione di Edifici Antichi (tuttora un elemento statutario per la conservazione degli edifici storici nel Regno Unito). A fare da sfondo è sempre la Londra del secondo Ottocento: una città unica e pervasa da grandi cambiamenti, qui raccontati attraverso la raffinatezza dei disegni di Pia Valentinis e Giancarlo Ascari.

Intervista agli autori del fumetto “William Morris. Alla ricerca della bellezza perduta”

Come nasce l’idea di un fumetto su William Morris?
Lavorando su altri progetti ambientati nell’Ottocento ci siamo imbattuti nella sua figura, che ci ha subito colpito. Morris aveva una grande presenza sulla scena politica e culturale inglese, proponendo argomenti ancora di grande attualità nel nostro tempo. Era un personaggio unico: univa l’impegno sociale ed ecologico alla ricerca artistica, scriveva romanzi utopistici, era poeta ed editore. E poi la sua vita familiare e quella del suo milieu era affascinante e complessa, ricca di intrecci di coppie e amori al di fuori delle consuetudini dell’epoca. Così ci è venuta voglia di realizzare un libro a fumetti su lui e i suoi sodali, lavorando entrambi su testi e disegni. 

Come avete impostato lo scheletro del racconto? Quanto c’è di vero e quanto di fittizio? Più in generale quali sono state le vostre fonti?
Ci siamo attenuti cronologicamente alla vita pubblica e privata di Morris, focalizzando alcuni argomenti: i Preraffaelliti, Arts and Crafts, la militanza socialista e il suo romanzo più famoso, News From Nowhere. A parte il magnifico libro a cura di Anna Mason per Einaudi, abbiamo studiato vari testi sul periodo vittoriano e ci siamo documentati meticolosamente su immagini d’epoca. Nel mondo anglosassone gran parte dell’opera di Morris è stata messa in Rete, insieme a una imponente mole di sue lettere e saggi su di lui. Inoltre alcuni siti ricostruiscono la sua vita quasi giorno per giorno; dunque nel nostro lavoro non c’è nulla di fittizio, al massimo qualche sintesi per rendere i testi più fluidi. 

L’impegno politico di William Morris

Quali sono i punti principali del pensiero di Morris, e quelli su cui maggiormente vi siete soffermati all’interno del libro?
È stato naturale dare rilievo a temi che fanno parte del dibattito odierno: l’ecologia, la globalizzazione, il lavoro alienante, il design etico, la difesa del patrimonio architettonico. Ma non solo: Morris promuove l’utilizzo di materiali a chilometro zero per gli arredi e propone la creazione di scuole d’arte dedicate al disegno degli oggetti. Inventa anche quel concetto di modulo che verrà ripreso dal Bauhaus e dal design moderno. William Morris ci ha conquistato per la sua energia inesauribile, per la capacità di dare un contributo innovativo in tanti campi diversi. In pochi anni ha fondato due partiti socialisti, creato mobili e tappezzerie, pubblicato come editore decine di libri e giornali, scritto una miriade di romanzi, poesie, traduzioni, articoli, saggi. 

Oggi William Morris è ovunque. Il suo stile variopinto è diventato sinonimo del “buon gusto” inglese, anche se la sua aspirazione era un design che rompesse gli schemi.
In un’epoca in cui furoreggia la “paccottiglia vittoriana”, Morris rompe gli schemi e cerca l’essenziale. Rifiuta la divisione tra arte e artigianato, si oppone al privilegio culturale e alla mediocrità dei materiali. Negli anni Sessanta del Novecento questa energia controcorrente verrà recuperata da hippies e beat: il suo stile grafico influenza disegnatori, pubblicitari, stilisti di moda. Milton Glaser, Andy Warhol con la sua Factory e i creatori del film di animazione Yellow Submarineriprendono immagini e modus operandi di William Morris. E persino una canzone dei Beatles, Nowhere man, deve qualcosa al romanzo News from Nowhere. Certo, oggi il suo stile è ormai un classico: come spesso accade, l’avanguardia diventa mainstream. Ma il suo motto “non avere nella tua casa nulla che tu non sappia utile, o che tu non creda bello” resta più che mai attuale. 

Alex Urso

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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