Fantagraphic. Gli oscuri dolori del supereroe perso nel bosco

La più cupa delle crisi esistenziali attanaglia l'uomo dal pesante mantello color di pece. Il fumetto non vive di soli supereroi e, soprattutto, i supereroi non sempre vivono bene nel fumetto. Un impietoso libro-progetto colpisce al cuore l'argomento: nero su bianco, anzi nero su nero.

Si tratta di un libro che somiglia molto meno a un fumetto che a un film sperimentale, e più dal vero che d’animazione. Le sue pagine sono percorse da un personaggio cupo e in ogni evidenza molto tormentato, una sorta di controfigura dell’uomo-pipistrello più famoso del pianeta, che si aggira senza sosta e senza requie nella fitta ragnatela di un bosco invernale, labirintica selva di rami secchi protesi a espandere sbarre di una prigione da incubo da cui non si può evadere. Il povero protagonista, mascherato pure a sé stesso, è ossessionato e sconquassato da sensi di colpa innominabili che gli schiacciano letteralmente la schiena. È il peso del mito che sovrasta e annichilisce la sua identità segreta, nulla più che umana. È quando il superuomo nietzschiano fagocita senza alcuna pietà l’involucro qualunque, dannatamente qualunque, che dovrebbe contenerlo.

UNA PERFORMANCE DIROTTATA

Perso nel bosco è un’operazione artistica, un esercizio di stile che si camuffa da fumetto, e difatti – e di sicuro – piacerà meno agli aficionados del fumetto che agli amanti dell’arte contemporanea. È una sorta di performance dirottata, dove l’autore, il milanese Dario Panzeri, si immedesima con audacia masochistica nei pesanti panni – nel costume ingombrante – di un superuomo/subuomo a confronto col proprio subconscio/superconscio sussurrante/urlante. Una battaglia persa in partenza. Un libro d’immagini e di sensazioni in grande formato, in un rigoroso bianco e nero dove il nero prevale sempre, anche laddove statisticamente sul foglio sembrerebbe prevalere il bianco. Il rigore qui è comunque sempre d’obbligo: dall’inizio alla fine, e viceversa. E se volete qualche possibile riferimento visivo di codesta specie di eretico post-espressionismo, si potrebbero citare il lato dark di Lorenzo Mattotti, le spigolosità nervose di Dave McKean, gli inchiostri che corrono in libertà di Ralph Steadman.

Dario Panzeri – Perso nel bosco (Eris Edizioni, Torino 2018)

Dario Panzeri – Perso nel bosco (Eris Edizioni, Torino 2018)

UN PROGETTO CORAGGIOSO

Il libro (“un’opera molto travagliata, rimasta in gestazione per più di dieci anni, di una voce unica e finora inedita”) rappresenta la terza tappa della coraggiosa collaborazione iniziata quest’anno tra due realtà indipendenti e ora in parte interdipendenti: la casa editrice torinese Eris e Progetto Stigma, innovativo marchio editoriale autogestito da un gruppo di autori. Nato dietro impulso di Gabriele di Benedetto, alias AkaB, eclettico autore rinomato agit-prop della scena indipendente italiana, il progetto ha come (rischioso) obiettivo produrre opere editoriali caratterizzate da assoluta libertà creativa e forte personalità artistica.
Nelle parole del “capitano” AkaB, per la precisione, “Stigma è un progetto editoriale che porto avanti da molto tempo, ed è stato affinato sia facendo esperienze in prima persona che confrontandomi con gli altri autori coinvolti su come dovrebbe essere una casa editrice ‘ideale’. Visto però che una simile realtà non esiste, l’abbiamo creata noi – o almeno vogliamo provarci. In alternativa, si potrebbe dirla così: ‘i matti finalmente gestiscono il manicomio’ (del fumetto)”. Be’, sì, si potrebbe dirla anche così.

Ferruccio Giromini

Dario Panzeri – Perso nel bosco
Eris Edizioni, Torino 2018
Pagg. 128, € 19
ISBN 978898644599
www.erisedizioni.org

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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