Storia della ragazza italiana che fece perdere la testa a Bob Dylan. Il racconto nel libro “Cronache dell’Italia nascosta”
Una raccolta di storie matte, tutte ambientate nella provincia italiana meno conosciuta. Si presenta così il libro di Ivan Carozzi dedicato alle leggende più bizzarre del nostro Paese. Di cui ve ne proponiamo una

Oltre a essere un raffinato scrittore e autore di programmi televisivi di successo, Ivan Carozzi è un cacciatore di storie. I luoghi nei quali si imbatte, in cerca di personaggi e narrazioni fuori dall’ordinario, sono quelli della provincia italiana più remota: posti certamente non intaccati dall’overtourism, ma che pure conservano aneddoti e vicende leggendarie che meritano di essere raccontate. La summa di questa sua predilezione verso queste storie “minori” è racchiusa nel nuovo libro Cronache dall’Italia nascosta, recentemente sugli scaffali per Blackie Edizioni.

Il libro “Cronache dall’Italia nascosta” di Ivan Carozzi
Impostata come una sorta di guida, con una manciata di racconti per ognuna delle regioni del nostro Paese, questa deliziosa antologia mette insieme circa ottanta componimenti, dando vita a un complesso mosaico in cui si mescolano storia, folklore locale e mitologia pop. Nel libro si racconta ad esempio del campetto dove Diego Maradona giocò nel fango per beneficenza; del santuario di San Romedio in Val di Non, dove nel 1969 si sposarono due giovani fondatori delle Brigate Rosse; e ancora dell’hotel di Torino nel quale si suicidò Cesare Pavese (lasciando scritto “non fate troppi pettegolezzi”) o della piazza di Jesi dove Costanza D’Altavilla partorì quarantenne (e in pubblico) Federico II. Il racconto che segue è tratto dal libro, e parla della fidanzatina italoamericana che fece perdere la testa a Bob Dylan.

Tracce di Dylan in Gallura / 1
Al principio della carriera, Bob Dylan conobbe due sorelle. Erano le figlie di due italoamericani membri del partito comunista americano. Si chiamavano Suze e Carla Rotolo. Incontrò prima Carla e poi Carla gli presentò la sorella. Fu grazie a Carla e Suze che Dylan, arrivato a New York, riuscì a farsi strada nella scena folk del Greenwich Village. E fu anche per merito loro che cominciò a maturare una coscienza politica. Dylan ebbe una relazione con Suze. I due vennero immortalati nella famosa copertina di The Freewheelin’, dove camminavano, infreddoliti e a braccetto, in mezzo a una strada del Village, che diventò così lo sfondo cosmico del loro legame. Peccato che la relazione tra i due non andò come Dylan sperava. Suze si trasferì in Italia per un periodo di studio, a Perugia. Una leggenda racconta che Dylan andò a cercarla e fu visto scendere da un taxi di notte, in corso Garibaldi, con un mazzo di rose in mano. È certo che grazie al trauma della lontananza Dylan scrisse alcune delle sue canzoni più belle. A Perugia Suze incontrò Enzo, un operaio della Perugina, i due s’innamorarono. Torneranno insieme a New York, dove vivranno felici e contenti. Per Dylan fu un colpo tremendo, e per vendicarsi scrisse una canzone di otto minuti, Ballad in Plain D. In realtà nella canzone non se la prese con Suze, tutt’altro, ma con la mamma di lei e con la sorella. Per Dylan la rottura con Suze era colpa loro e soprattutto di lei, Carla, la «parassita».
Tracce di Dylan in Gallura /2
Oltre a essere un’artista e un’attivista, Carla era stata collaboratrice dell’etnomusicologo Alan Lomax, autore della registrazione e del salvataggio di una grande quantità di repertori di musica popolare e tradizionale. Carla aveva introdotto Dylan all’archivio delle registrazioni di Lomax. Negli anni settanta lavorò per Grove Press, la casa editrice di William Burroughs, ma fu anche assistente di Joe Garagiola, ex giocatore di baseball e personaggio della televisione. Carla era una bella ragazza dai capelli mori e lisci. Nelle foto ha un che della scrittrice Claudia Durastanti. Nel 1987 Carla fece un viaggio in Sardegna, dove si era trasferita la mamma ormai molto anziana. In seguito anche Carla si trasferì in Sardegna. Pare che avesse interrotto i rapporti con la sorella Suze e che i versi di Dylan, conosciuti a memoria da tutti i dylaniani, l’avessero perseguitata per buona parte della sua esistenza. Carla trascorse gli ultimi anni di vita a Santa Teresa di Gallura, in compagnia di un gatto, Vivaldi, in una casa con un cancelletto verde e mura rosa a intonaco graffiato. Continuava a essere una persona impegnata, critica e avversaria del mondo e delle sue ingiustizie. Era un’ambientalista. I teresini pensavano che fosse un po’ strana. Della sua vita in Sardegna, in realtà, si sa poco o nulla. È morta nel 2014, per colpa di una caduta in cucina, quando le giornate cominciano piano piano ad accorciarsi, il 25 agosto. È seppellita nel cimitero del Buon Cammino di Santa Teresa di Gallura.
Il racconto “Tracce di Dylan in Gallura” è stato estratto dal libro “Cronache dall’Italia nascosta” di Ivan Carozzi, pubblicato da Blackie Edizioni.
Alex Urso
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