Arte e vino. In un libro

Tre dei maggiori critici enoici in Italia, per la terza volta insieme dopo “Vini da Scoprire” (Giunti, 2016) e “La riscossa dei vini leggeri” (Giunti, 2017), hanno scritto un libro che ha al centro il binomio arte-vino. Sulla sinistra un'immagine a tutta pagina, sulla destra il testo dedicato a un vino, che ne stimola la ricerca, senza connessioni forzate con l'immagine. 118 racconti totali legati ad altrettanti vini e 118 opere d'arte. Nessun commento critico, nessuna firma dell'autore. Solo arte e vino.

Quella di Vini Artigianali Italiani è prima di tutto un’esperienza estetica e interiore, propria di un meccanismo di suggestione che vuole creare un ponte tra opere d’arte e vino, provando in maniera soggettiva a raccontare il filo conduttore tra due mondi distanti, ma uniti da una parola: artigianale. La soggettività dei tre autori ‒ uno storico dell’arte (Armando Castagno), un docente universitario di estetica (Giampaolo Gravina) e un musicologo (Fabio Rizzari) ‒nel libro è svuotata dall’assenza di firma che accompagna ogni pezzo. È l’immagine stessa, a tutta pagina, senza margini a contenerla, a costituire “un ambiente di lettura per i testi, ai quali è legata per analogie semantiche, cromatiche, materiche, compositive, metaforiche, storiche o concettuali”, spiegano gli autori nell’introduzione. La ricerca di un nuovo modo di guardare al vino, ma anche all’arte, portata quindi fuori dai binari consueti, con un obiettivo: incuriosire, attraverso il racconto di una storia che conduce a uno “sprofondamento, come ammoniva ‒ o meglio, raccomandava ‒ Achille Bonito Oliva in ‘Manuale di Volo’”.

UN LIBRO ARTIGIANALE

A tutto ciò si aggiunge la bellezza dell’oggetto stretto tra le mani: i materiali utilizzati, la copertina rigida e la grammatura delle pagine. Un’opera artigianale in senso stretto, cui gli autori si sono spesi e dedicati in ogni dettaglio (per otto mesi di lavoro a pieno regime), dalla fase di ricerca alla stesura, passando per la realizzazione vera e propria. Un altro particolare: il volume ‒ unica tiratura fissata in 2500 copie ‒ si può acquistare solo tramite il sito di Buongiornovino; il precedente libro pubblicato da Castagno sui vini della Borgogna ‒ seppur diverso per intenzioni e contenuti ‒ sullo stesso sito fu un piccolo caso editoriale, anche per via del tam-tam mediatico e del passaparola.
Il vino” ‒ spiega Castagno ‒ “ha bisogno di parole nuove, di aprire la finestra, in quanto portatore di un sistema culturale che comprende la tradizione, la composizione, lo stile. Il vino non è qualcosa che può correre solo in avanti, tracciando un’avanguardia nuda e cruda. Deve guardarsi alle spalle e ambire a porre cortocircuiti”.

Vini Artigianali Italiani (Buongiornovino, Roma 2018). Copertina

Vini Artigianali Italiani (Buongiornovino, Roma 2018). Copertina

LA SCELTA DELLE OPERE

Le opere scelte sono equamente divise tra più e meno celebri: “Non c’è Gauguin perché è Gauguin” ‒ continua Castagno ‒ “ma perché è immenso e restituisce la regalità propria del vino. Nel volume però c’è spazio anche per piccole collezioni e per artisti che andrebbero riscoperti, come Deiva De Angelis, Michele Dixit, Gianni Monnet o Arnaldo Badodi, che stanno lì insieme a Paul Cézanne”. Si alternano così la copertina di un incunabolo del XIV secolo e dipinti del 2018, icone del pantheon culturale, installazioni ambientali e piccoli oli su tela, fotografie e acquerelli, arte oggettiva e astratta. Un criterio, dichiarato nell’introduzione al volume: “L’amore per la manualità e per l’irregolarità che ne deriva; la mancanza di automatismi e ricette d’intervento preconfezionate; il gusto della meraviglia e del particolare; la coltivazione del dubbio”.

Eugenio Giannetta

Armando Castagno, Giampaolo Gravina, Fabio Rizzari ‒ Vini Artigianali Italiani
Buongiornovino, Paolo Buongiorno, Roma 2018
Pagg. 256, € 25
ISBN 9788899460211
www.buongiornovino.com

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Eugenio Giannetta

Eugenio Giannetta

Eugenio Giannetta vive a Torino. Giornalista, classe 1986. Si è Laureato alla Facoltà di Lettere di Torino e ha frequentato la Scuola di Giornalismo e Relazioni Pubbliche Carlo Chiavazza. Ha un Master in Comunicazione Sociale presso la Facoltà teologica di…

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