L’Art Brut protagonista a Parigi con una mostra inedita

Ci sono i campioni del movimento dell’Art Brut, ma anche artisti da scoprire. A costruire il progetto David Cohen, primario di psichiatria per l’infanzia e l’adolescenza alla Salpêtrière, qui anche in veste di artista

Per  la prima volta una mostra outsider, all’incrocio tra arte e fragilità umana, nasce nel luogo che più le corrisponde: la Cappella Saint-Louis dell’ospedale della Pitié- Salpêtrière, dove Charcot, il maestro di Freud, lavorò una vita intera, trasformando la Salpêtrière in un centro d’eccellenza della neurologia. Fino ad ora sconosciuta al turismo, la suggestiva Chapelle Saint-Louis a croce greca, fondata da Luigi XIV nel 1669 e realizzata da Libéral Bruant, l’architetto dell’Hotel des Invalides, su disegno del celeberrimo Louis Le Vau, punta a diventare un luogo di dialogo tra cultura e salute, accogliendo mostre, concerti e spettacoli teatrali. 

Chi è David Cohen

Artefice, curatore e responsabile della mostra Vulnérables è David Cohen, 61 anni, primario di psichiatria per l’infanzia e l’adolescenza alla Salpêtrière, insignito qualche anno fa della Legion d’onore, la più alta onorificenza dello Stato francese, artista prima ancora di laurearsi in medicina, come ama sottolineare e come si presenta. Tanto che al primo incontro ci si chiede se sia proprio lui il grande professore della Sorbonne, eletto nel 2021 all’Academie Nationale de Medicine. Niente camice bianco e neppure giacche tradizionali, ma colori, colori, colori, dai calzoni alle t-shirt.
Dipingo dall’età di tre anni”, racconta Cohen,” e nella pittura mi ci sono buttato a capofitto a sei quando ho perso il papà. I miei quadri parlavano dell’ingiustizia e della morte. In effetti è ingiusto restare senza padre a sei anni”. 

L’arte come risposta al male di vivere

Se il titolo Vulnérables mette in risalto la fragilità intrinseca nell’essere umano fin dalla nascita, diversamente recepita da ognuno di noi, le opere della trentina di artisti presenti in mostra, tra cui i top dell’Art Brut, raccontano follie e sogni, ma soprattutto come attraverso l’arte hanno ritrovato lo slancio vitale e la felicità di credere in se stessi. “È magnifico”, sottolinea David Cohen, sostenitore dell’arte nella terapia psichiatrica. 
All’esterno la splendida opera in bronzo di Johan Creten The Tempest incarna la resilienza di fronte alle tempeste. Appena si varca la porta della Chapelle Saint-Louis si ha la sensazione di entrare in un luogo surreale, dove immergersi e lasciarsi trasportare senza tempo, accompagnati dalla luce mutevole delle vetrate. A introdurre il visitatore alla mostra, l’opera Logologie di Jean Dubuffet (1901-1985), il padre dell’Art Brut, l’arte non convenzionale per eccellenza, spontanea e libera da canonici estetici, fulcro della mostra Vulnérables.

Le opere della mostra Vulnérables

Nelle quattro navate, ogni artista è una sorpresa. Ecco la collezione Tuer la misère (Uccidere la miseria) di André Robillard (1931), adolescente inquieto, che comincia a 30 anni a creare fucili con materiali trovati qua e là, e oggi conta parecchie opere nelle collezioni del Centre Pompidou. Accanto Dan Miller (1961), nato a Castro Valley in California, l’artista colpito da disturbi autistici e epilessia, che ha creato attraverso la pittura un suo linguaggio personale, poetico, espressivo e culturale, tanto da essere invitato alla Biennale di Venezia del 2017 ed entrare nelle più importanti collezioni dell’Art Brut mondiale. Altrettanto significativa e originale l’Art Comprimé (Arte compressa) di Brice Thévenot (1981), ingegnere e artista, a rappresentare una società sempre più opprimente. Ad animare la cappella centrale è la geniale operaInsoumissions, nata dalla collaborazione tra Camille Courier e Francine Vaillant, entrambe artiste e ricercatrici. 

Frères Humains et Fantomes (Fratelli Umani e Fantasmi)

Una navata è dedicata alle illusionistiche teste di David Cohen, realizzate in acciaio, ceramica e cuoio. Il professore si mette in gioco con sculture e ceramiche, quasi a esorcizzare il suo lavoro quotidiano, dove protagonisti sono esseri umani, che vedono ciò che noi non siamo in grado di percepire. Le immagini di Frères Humains e Fantomes ci emozionano.  In particolare, ci turba Fantomes, un’installazione creata per la Chapelle Saint-Louis, una sorta di cimitero di fantasmi e di ricordi conturbanti, che ci parlano della fragilità umana davanti alla morte.  Lo psichiatra è un mago nel distoglierci da brutti pensieri. Ci racconta, lasciandoci a bocca aperta, come è riuscito a recuperare i cuscini idraulici in ferro dalle tante forme su cui ha incollato i volti dei Fantomes. “Ci ho messo un po’ di tempo a trovarli”, precisa, ”servono a estrarre i blocchi di marmo nelle cave delle Alpi Apuane, dove Michelangelo andava a rifornirsi per le sue sculture”. Sorride ricordando la Versilia, dove ama trascorrere le vacanze e dedicarsi alle opere in ceramica negli ateliers locali.

Silvana Rizzi

Parigi// fino al 21 settembre 2025
Vulnérables
Chapelle Saint-Louis, Ospedale La Pitié Salpétrière, 
83, Boulevard de l’Hopital, XIII arrondissement. 

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Silvana Rizzi

Silvana Rizzi

Giornalista, libera professionista, laureata in lingua e letteratura francese, da anni collabora per le maggiori testate italiane nel settore viaggi, arte e costume. È autore di libri quali La Provenza (Ed.White Star), Italie du Nord (Mondeos-Paris), Città d’Europa (Touring Club).…

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