Giardini da fiaba in un castello della Loira. Allo storico Festival des Jardins in questo 2025 c’è anche l’Italia
Dal 1992, il castello di Chaumont-sur-Loire promuove un concorso per premiare i migliori esempi di progettazione di paesaggio contemporanea. Fino a novembre, i giardini selezionati sono allestiti nella tenuta: quest’anno anche due progetti italiani

L’ispirazione arriva da Calvino, e dalla sua poetica dell’invisibile che diventa visibile. Sull’evocazione di scenari fantastici, il team di Verdintrecci – la garden designer Antonella Caramanica, l’architetta e paesaggista Sara Lamon e l’architetto Marco Fosella – ha lavorato per disegnare il suo Giardino dei riflessi, con lo specchio eletto a elemento di connessione tra fantasia e realtà. Un progetto tutto italiano – le piante utilizzate provengono dal distretto florovivaistico di Pistoia – che ha conquistato i riflettori internazionali, e per tutta l’estate si potrà apprezzare passeggiando nel verde dello storico Festival des Jardins promosso dal Domaine di Chaumont-sur-Loire, in Francia.
La storia del Festival des Jardins nella regione della Loira
Dal 1992, il Festival annuale organizzato nella tenuta francese, si propone come laboratorio della creatività contemporanea applicata alla progettazione paesaggistica, rivolgendosi tanto agli addetti ai lavori che al grande pubblico. Ogni edizione è dedicata a un tema, e allestisce, tutt’intorno al castello rinascimentale di Chaumont-sur-Loire, una ventina di giardini effimeri ideati da progettisti di tutto il mondo, vincitori del concorso internazionale che la stessa organizzazione indice per selezionare i partecipanti. A oggi, sono oltre novecento i giardini che hanno preso forma grazie al festival, che ospita anche mostre e progetti collaterali, offrendo al contempo l’opportunità di visitare i giardini permanenti del domaine, come il Vallon des Brumes e il sentiero dei fiori selvatici o il gruppo dei giardini dedicati all’arte ambientale contemporanea (invece il Parco storico, che comprende persino un Cimitero dei cani, fu realizzato a partire dal 1880 dall’architetto paesaggista Henri Duchêne). E la rassegna ha visto negli anni la partecipazione di celebri architetti paesaggisti, da Cassian Schmidt a Bas Smets (sarà lui a realizzare il nuovo spazio verde del MAXXI di Roma), Bernard Lassus, Ernesto Neto, Florence Mercier, Wang Shu, Jacqueline Osty, Inch Lim, James Basson, Odile Decq, Shodo Suzuki.
Anche per questo, un successo di pubblico crescente ha premiato la manifestazione, che negli ultimi anni è arrivata ad accogliere oltre 500mila visitatori nei mesi di apertura da aprile a novembre (quest’anno fino al 2 novembre).
C’era una volta in giardino. L’edizione 2025 del Festival des Jardins
L’edizione 2025 ruota intorno al tema C’era una volta in giardino, con l’obiettivo di offrire una temporanea fuga dalla realtà attraverso storie immaginarie e ambientazioni fantastiche. L’atmosfera è dunque fiabesca, sospesa tra i racconti delle Mille e una notte e le favole di Andersen o Perrault. Ma dal punto di vista progettuale l’intenzione è innanzitutto quella di superare le convenzioni, rivendicando la libertà creativa di giardini che rifiutano ogni classicismo e stereotipo. C’è insomma il desiderio di stupire ed emozionare – tra nuovi materiali e tecniche inedite, piante inaspettate e ambientazioni immersive – però anche per propiziare una riflessione sul mondo che ci circonda. Tra immaginazione, poesia e natura.
I giardini italiani al Festival des Jardins 2025
In rappresentanza dell’Italia, il Giardino dei riflessi di Verdintrecci gioca con lo specchio “magico” che riporta al mito di Narciso, proponendo una visione frammentata che si moltiplica in un gioco di luci e ombre, grazie all’abbondanza di superfici riflettenti inserite lungo il percorso. Mentre come un portale, l’arco delle rose introduce ad altri universi, desiderati o sognati, per guidare il visitatore verso una riscoperta più intima di sé.
Ma non è questa l’unica partecipazione italiana: i Vivai Priola, con l’architetta paesaggista Valeria Filosa e l’agronomo Mauro Riello, presentano infatti un giardino che omaggia il burattino più noto al mondo. Il percorso nel mondo verde di Fantastico Pinocchio è guidato da un filo rosso che accompagna nel passaggio tra diversi episodi della fiaba: dal Campo dei Miracoli, con i suoi falsi miti moderni, al piccolo teatro, dove si può scegliere di essere spettatori o burattini. Quando la corda si spezza, si è finalmente liberi da ideali effimeri. In tutto sono 25 i giardini selezionati per l’edizione 2025, che – tra molte presenze francesi – accoglie progettisti dall’India all’Iran, dal Brasile alla Cina.
Livia Montagnoli
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