Dublino celebra i suoi grandi scrittori con una serie di festival ed eventi
Da Joyce a Wilde, da Stoker a Beckett; fino a ottobre sono numerosi gli appuntamenti, tra nuovi musei, festival e manifestazioni, dedicati alla tradizione letteraria irlandese, non solo a Dublino ma in tutto il Paese...

Le celebrazioni per il Bloomsday per il 2025 si annunciano particolarmente ricche quest’anno con un programma di circa cento eventi, comprese letture, spettacoli teatrali, film festival, tour guidati nei luoghi di Dublino raccontati da James Joyce (Dublino, 1882 – Zurigo, 1941) nell’Ulisse. Il festival si tenne per la prima volta nel 1954 e fu organizzato da un gruppo di scrittori ed esponenti del mondo della cultura. Da allora, il 16 giugno di ogni anno migliaia di appassionati dello scrittore irlandese – molti in costumi d’epoca – si muovono ripercorrendo l’itinerario seguito il 16 giugno 1904 da Leopold Bloom, uno dei protagonisti del romanzo. A partire dal famoso Davy Byrne’s Pub di Duke Street, dove Bloom di ferma a mangiare un panino con il gorgonzola e a bere un bicchiere di Borgogna.

Un museo dedicato alla letteratura irlandese
Se il Bloomsday è uno dei principali appuntamenti annuali della capitale irlandese, non bisogna dimenticare che la città è strettamente legata anche ad altri scrittori come Jonathan Swift, Oscar Wilde, William Butler Yeats (Dublino, 1865 – Rochebrine, 1939), Bram Stoker, Samuel Beckett (Dublino, 1906 – Parigi, 1989). La nuova sede del MoLI, il Museum of Literature Ireland in un elegante palazzo d’epoca su un lato di St. Stephen Green, raccoglie ed espone al pubblico edizioni rare, cimeli, oggetti appartenuti ai più famosi scrittori irlandesi e in particolare ai Dubliners. Fra i libri più rari in mostra c’è la copia n°1 dell’Ulisse di Joyce, mentre per commemorare i 125 anni dalla morte di Oscar Wilde (Dublino, 1854 – Parigi, 1900) è stata commissionata una rilettura del De Profundis – la lunga e drammatica lettera che lo scrittore indirizza al suo amante Lord Alfred Douglas – Bosie – durante i due anni di detenzione nel carcere di Reading. L’omaggio è un’istallazione visiva (fino al 1°ottobre) durante la quale scrittori, artisti e membri della comunità LGBTQ+ leggono i passi più significativi del testo, in cui Wilde testimonia tutta la propria sofferenza. A ottobre, il MoLI passerà idealmente il testimone al Festival Oscariana, giunto alla terza edizione. In programma rappresentazioni delle sue opere teatrali, conferenze, musica, proiezioni cinematografiche e tour tematici nei luoghi dublinesi legati alla vita di Wilde, per offrire un’immersione completa nel mondo dello scrittore.

La casa di Oscar Wilde racconta le prime esperienze letterarie
Sul lato opposto di St. Stephen Green si trova la Oscar Wilde House, il luogo dove la famiglia del futuro scrittore si trasferì nella primavera del 1855, quando Oscar aveva solo otto mesi e dove poi visse per i successivi ventiquattro anni, fino al 1879. Gli ambienti raccontano ancora molto di quell’epoca e vengono animati dalle visite guidate condotte dal direttore della casa-museo, Martin Burns. A piano terra, la biblioteca di William Wilde, il padre di Oscar, un famoso medico che curò anche la regina Vittoria è il luogo in cui l’autore de Il ritratto di Dorian Gray scrisse alcuni dei suoi libri, frequentato da altre personalità dell’epoca, come l’autore di Dracula, Bram Stoker (Dublino, 1847 – Londra, 1912). La madre, Lady Jane Wilde, conosciuta con il nom de plume di Speranza – fu poetessa e sostenitrice della causa indipendentista irlandese – tenne in questa casa ogni sabato pomeriggio per vent’anni uno dei più noti salotti dublinesi dell’epoca vittoriana ospitando artisti, politici, attori e dignitari famosi. Dai suoi viaggi in Scandinavia, Lady Wilde portò le rifiniture neoclassiche progettate dallo scultore danese Bertel Thorvaldsen (Copenaghen, 1770-1844) che ancora oggi ornano la casa.

La statua parlante di St. Stephen Green
Di fronte alla casa dello scrittore, a uno degli ingressi del St. Stephen Green, si trova l’Oscar Wilde Memorial Sculpture, un complesso di tre statue progettate e realizzate nel 1997 dallo scultore inglese Danny Osborne (Dorset, 1949) su commissione del Guinness Ireland Group. L’elemento più significativo è quello che rappresenta Wilde sdraiato in posa languida su un grande e prezioso masso di quarzo proveniente dalle montagne della regione di Wicklow, a sud di Dublino. Fu la prima statua che la città natale dedicò allo scrittore, a quasi cento anni dalla morte. Fino ad allora, un omaggio a Wilde, che pagò con la prigione la sua dichiarata omosessualità, si era rivelato difficile per le resistenze degli ambienti più conservatori della società irlandese. Oggi è una delle Talking Statues di Dublino: usando lo smartphone è possibile ascoltare Wilde “parlare” attraverso i testi scritti dal celebre autore irlandese contemporaneo John Banville, interpretati dall’attore Andrew Scott.

La Marsh’s Library un tuffo nel Diciottesimo secolo
In un ideale tour letterario di Dublino, oltre all’inevitabile passaggio nella Old Library del Trinity College (Wilde e Beckett, fra gli altri, vi furono studenti), dove folle di visitatori rendono omaggio al Book of Kells, è la splendida Marsh’s Library. Più appartata, meno monumentale ma altrettanto interessante, questa biblioteca fondata nel 1707 dall’arcivescovo di Dublino Narcissus Marsh è stata la prima biblioteca pubblica d’Irlanda. All’inizio del XVIII secolo, ad amministrare la biblioteca fu, in quanto Decano della vicina cattedrale di San Patrizio, Jonathan Swift. Percorrendo le due gallerie della biblioteca, rimaste intatte negli arredi, nelle scaffalature e nelle collezioni di libri da oltre tre secoli, sugli antichi registri si scoprono i visitatori di inizio Novecento. Sul tavolo al centro della piccola sala lettura che congiunge le due gallerie, Bram Stoker consultò mappe geografiche della Transilvania e Joyce un’edizione delle Profezie di Gioacchino da Fiore, poi citate nell’Ulisse. Dalle finestre della biblioteca si scorge la cattedrale di San Patrizio dove conviene recarsi per rendere omaggio alla tomba di Jonathan Swift (Dublino, 1667-1745).

In Irlanda del Nord sulle tracce di Jonathan Swift e Oscar Wilde
Avendo tempo e voglia di scoprire la contea di Armagh, nell’Irlanda del Nord, a un paio d’ore d’auto da Dublino si ha l’opportunità di trovarsi di fronte a una chicca per bibliofili, sempre legata a Swift. Ad Armagh, nella Robinson Library, fondata dall’arcivescovo Richard Robinson nel 1771, è esposta la copia con annotazioni manoscritte appartenuta a Jonathan Swift della sua opera I viaggi di Gulliver (1726). In questa prima edizione stampa erano presenti numerosi errori e l’editore aveva apportato alcune modifiche per evitare possibili azioni legali da parte di coloro che Swift criticava. Ma lo scrittore ne era all’oscuro e, infuriato, apportò a mano tutte le correzioni sulla sua copia, ora in mostra, e la portò a un altro editore per una nuova edizione. Sempre in Irlanda del Nord, la città di Enniskillen renderà omaggio a Oscar Wilde in occasione dei 125 anni dalla morte. Dal 16 al 20 ottobre, il nuovo festival In Our Dreams si svolgerà nei luoghi dove il futuro scrittore trascorse un periodo giovanile, dai 10 ai 17 anni (1864-1871), frequentando la prestigiosa Portora Royal School. È qui, osservando in lontananza la colonna del Coles Monument dalle finestre del collegio che immaginò la fiaba de Il principe felice (1888), uno dei suoi maggiori successi letterari.
Dario Bragaglia
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