Parma-Manhattan solo andata. Intervista con Ilaria Amadasi

Essere italiani madrelingua e recitare Shakespeare a New York? Yes, we can. Conversazione con Ilaria Amadasi, che ci racconta com’è riuscita a raggiungere il suo sogno.

Ilaria Amadasi, professione attrice. Ci ricordi i tuoi inizi teatrali?
Mi sono formata alla scuola del Teatro Stabile di Genova diretta da Anna Laura Messeri. Ricordo di aver trovato un ambiente duro al quale sono ancora riconoscente.

In che senso, duro?
È una scuola alla vecchia maniera. Dove è molto alto il rispetto nei confronti degli insegnanti, tanto per farti un esempio. Un approccio che qui a New York semplicemente non esiste.

Ci sono tecniche teatrali che sei riuscita a esportare negli Usa?
La scuola di Genova si basa sul metodo Orazio Costa. Per semplificarla, è un tipo di recitazione molto realistica, naturale, che ti permette una maggiore consapevolezza nell’impiego del proprio corpo.

E durante questi corsi è nata la tua decisione di cambiare lato dell’oceano?
Senz’altro è nata la scintilla che mi ha fatto innamorare per sempre del teatro. In particolare è successo durante lo spettacolo Il buio di giorno di Henning Mankell, diretto da Filippo Dini. Interpretare questa storia drammatica mi fece capire che tipo di lavoro volessi fare. La decisione di trasferirmi a New York è arrivata dopo.

The Taming of the Shrew - Ilaria Amadasi

The Taming of the Shrew – Ilaria Amadasi

Quando?
In seguito a un’audizione andata male. Si trattava di una co-produzione fra il Teatro Stabile di Napoli e un teatro di Londra. Il feedback del loro rifiuto fu che il mio inglese non era sufficiente. Così mi legai al dito questa esperienza e decisi di partire.

Che anno era?
Ho messo piede per la prima volta a New York il 10 aprile 2009, per tre mesi. Quindi è iniziato il dramma del visto.

Adesso hai un visto 01, quello da artista, giusto?
Sì, il primo 01 l’ho ottenuto attraverso la sponsorizzazione da parte della compagnia di commedia dell’arte di Parma per un progetto di scambio culturale. Passati i tre anni, ho fatto un nuovo 01 con Frog & Peach Theatre Company, compagnia con la quale preparo un pezzo di Shakespeare ogni anno.

Appena arrivata, sei riuscita a salire subito sul palco come attrice?
Ho cominciato da dietro le quinte, muovendo luci e creando suoni. Ho anche disegnato qualche set. Quindi ho cominciato a recitare.

Midsummer Night's Dream - Ilaria Amadasi

Midsummer Night’s Dream – Ilaria Amadasi

Sempre off Broadway?
Sempre. Per me, l’off Broadway è la nuova Broadway.

In che senso?
Nel senso che off Broadway è senz’altro culturalmente più impegnato e sperimentale rispetto a Broadway. A Manhattan esistono tante piccole quanto vivaci realtà teatrali capaci di trovare il coraggio di toccare anche testi vecchi e magari poco rappresentati.

Qualche differenza tra la maniera di recitare in Italia e quella americana?
Le persone negli Usa sono più soffocate emotivamente. Sono più costrette nel loro corpo. C’è una sorta d’imbarazzo, di pudore. Assurdo, in quanto qui il pudore in tanti altri contesti non esiste assolutamente.

Il tuo prossimo spettacolo?
King John, dal 24 aprile al 18 maggio, al West End Theater, prodotto da Frog & Peach Theatre Company e diretto da Lynnea Benson.

Ilaria Amadasi

Ilaria Amadasi

Quale personaggio interpreterai?
Blanch, l’Infanta di Spagna. È stata cresciuta come una guerriera e dovrà combattere in scena con spade e tutto il resto. È una cosa che mi affascina molto.

Come ti sta aiutando New York per interpretare questo personaggio?
Blanch viene costretta a sposarsi per un matrimonio politico. A New York spesso ti trovi a fare cose che non vuoi fare, ma che accetti e, mentre le fai, scopri nuova grinta e determinazione per raggiungere i tuoi sogni e obiettivi.

E Ilaria Amadasi i suoi sogni li ha già raggiunti?
Diciamo che sono on my way, ma sento che il meglio deve ancora venire.

Alessandro Berni

http://www.frogandpeachtheatre.org/

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Alessandro Berni

Alessandro Berni

Alessandro Berni, scrittore. Vive la critica d’arte come un genere letterario dentro il quale l’emozione anticipa e determina il senso dell’informare.

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