L’antica fortezza in mezzo al Lago Maggiore rinasce come museo dopo anni di abbandono

Con la definizione Castelli di Cannero si indicano due isolotti di proprietà della famiglia Borromeo che al largo della sponda piemontese del lago conservano resti di una lunga storia. Un ambizioso restauro conservativo permette di aprirli per la prima volta al pubblico, con l’immaginifico percorso Cannero Walking Tales pensato dallo studio DotDotDot

Il luogo è un sito storico, con secoli di storia alle spalle. Il progetto che prende forma grazie a Dotdotdot, invece, si avvale in modo intelligente della tecnologia digitale, com’è consuetudine dello studio multidisciplinare milanese conosciuto per i suoi coinvolgenti allestimenti fondati sul design interattivo. La tecnologia, dunque, ancora una volta a supporto del racconto. Che affonda le radici nei primi anni del Quattrocento, quando si intensificano le vicissitudini dei Castelli di Cannero, anche detti della Malpaga, tre isolotti rocciosi sulle acque del Lago Maggiore – di fronte a Cannero Riviera e Cannobio, sulla sponda piemontese del lago, non distante dal confine svizzero – così ribattezzati per la presenza delle rovine di antiche fortificazioni (su due dei tre isolotti). Un patrimonio storico che negli ultimi dieci anni è stato oggetto dell’operazione di recupero e restauro conservativo promossa dalla famiglia Borromeo (che dei Castelli di Cannero è proprietaria) e costata circa 15 milioni di euro con il contributo di MiC e Intesa Sanpaolo, che a partire dal prossimo 28 giugno permetterà di aprire per la prima volta al pubblico i resti dell’antica fortezza – la cosiddetta rocca Vitaliana – abbarbicata su uno degli isolotti, a dieci minuti di navigazione da Cannero Riviera.

La storia dei Castelli di Cannero e della Vitaliana

La Vitaliana fu costruita nella prima metà del Cinquecento sulle fondamenta della Malpaga, rocca edificata all’inizio del Quattrocento dai Mazzarditi, famiglia di briganti sconfitta pochi anni più tardi (nel 1414) da Filippo Maria Visconti. Dal 1441, infatti, la proprietà del feudo di Cannobio e delle isole di Cannero passa alla famiglia Borromeo, che ne fa un baluardo negli anni delle guerre d’Italia e del ducato di Milano. Con questo scopo, tra il 1519 e il 1526, la Rocca Vitaliana viene realizzata su impulso del conte Ludovico Borromeo: il nome omaggia la famiglia padovana da cui discende la casata.
Nei secoli successivi, la fortezza viene progressivamente abbandonata diventando dimora di soldati, preti falsari, pescatori e semplici affittuari, ma anche agrumeto e conigliera della casata. Nell’Ottocento, ormai diventata un rudere avvolto nel mistero, la rocca ispira artisti e scrittori romantici (anche William Turner la rappresenta in un dipinto del 1843). Nel 1848, Garibaldi vi trova rifugio durante la fuga dopo la battaglia di Luino.

Il restauro conservativo dei Castelli di Cannero a opera della famiglia Borromeo

A conclusione dell’oneroso cantiere di recupero – su progetto dell’architetto Salvatore Simonetti, con grande dispiego di forze e mezzi e l’obiettivo di preservare tanto l’immagine materiale che quella immateriale del monumento – i visitatori potranno vivere un’esperienza museale interattiva tra le rovine dell’edificio, lungo il percorso che si snoda tra cunicoli e torri, muri e feritoie, stanze d’armi, riportate in vita attraverso la realtà aumentata e la narrazione immersiva da Dotdotdot, a partire dagli studi d’archivio e dalla campagna archeologica in situ che hanno permesso di ricostruire la storia del luogo e le sue trasformazioni nel tempo. Il restauro ha inoltre riportato alla luce affreschi, intonaci, graffiti e le firme delle maestranze, che costellano l’itinerario.  

Cannero Walking Tales: il percorso museale interattivo di Dotdotdot

Il mio nome è Torre Vitaliana, eretta tra le onde del Verbano e battezzata dal nome della stirpe primitiva. Ludovico Borromeo mi volle così alta, affinché diffondessi la gloria dei Vitaliani, aperta agli amici, ma inaccessibile ai nemici”.  Le parole scolpite su una lapide della Torre Vitaliana sono il punto di partenza di Cannero Walking Tales (25 euro il costo del biglietto intero, incluso trasferimento in barca), l’esperienza museale a cielo aperto progettata da Dotdotdot, “percorso esperienziale immersivo, dal carattere narrativo ma non didascalico” spiega Laura Dellamotta, co-fondatrice dello studio “che nasce da una ricerca pluriennale sulle potenzialità della tecnologia per integrare, in modo leggero, sottile e non invasivo, contenuti narrativi all’interno di spazi espositivi e territori”. Al visitatore si restituisce così una ricostruzione storica filologica e accessibile, arricchita con aneddoti e curiosità, dunque inclusiva e coinvolgente. La visita segue la voce di un io narrante – i Castelli – affiancata dalle voci di altri protagonisti e da un paesaggio sonoro progettato ad hoc. Per questo il pubblico è dotato di un’audioguida location-based, e attraversa una serie di installazioni (alcune in realtà aumentata); per i più piccoli è stato predisposto un gioco interattivo fondato sul modello della caccia al tesoro (Heraldry Game: il gioco dell’araldo). Il percorso parte dal molo e tocca i luoghi più significativi della fortezza, dalla Corte d’ingresso alla Corte Vitaliana, passando per la Sala della Guardia, i camminamenti sonorizzati, la Sala delle Armi, il Mastio, la Torre del Belvedere, la Corte Malpaga e la Sala della Contessa. L’audioguida – disponibile in italiano, inglese, francese e tedesco – si attiva automaticamente durante la passeggiata e in vari punti è possibile approfondire i contenuti avvicinando il telefono a tag illustrati. Si passa così dallo specchio magico con video animati alle multiproiezioni del Mastio, per arrivare poi nell’unica sala decorata della fortezza, dove un secondo specchio magico illustra la storia dei simboli araldici Borromeo. I Castelli di Cannero si aggiungono all’offerta culturale del ricco circuito Terre Borromeo che comprende già l’Isola Bella, l’Isola Madre, la Rocca di Angera, il Parco Pallavicino e il Parco del Mottarone.

Livia Montagnoli

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