Street art nel quartiere Ostiense di Roma. I nuovi lavori nell’area del Porto Fluviale cambiano la mappa
Dalla scomparsa del grande murale di Blu al nuovo progetto Connecting Ostiense, centrato soprattutto sull’asphalt art, uno dei quartieri-palestra della street art a Roma si evolve, sempre mettendo al centro i valori della rigenerazione urbana
Oltre dieci anni dopo la sua realizzazione, il grande e colorato murale dello street artist Blu che copriva per tutta la loro superficie le facciate dell’ex caserma di via del Porto Fluviale, nel quartiere Ostiense di Roma, non c’è più.
La rigenerazione dell’ex caserma occupata al Porto Fluviale
Nel 2003 l’edificio dismesso era stato occupato, oggi il recupero dell’immobile in atto, finanziato con più di 13 milioni di euro tramite PNRR, promette di dare continuità all’esperienza, per rispondere alla questione del diritto alla casa attraverso un approccio innovativo alla rigenerazione urbana. Dunque, al termine del cantiere (previsto entro la fine del 2026), saranno garantiti 54 alloggi ERP, oltre al ripristino delle attività di comunità sorte negli ultimi vent’anni, dal mercato contadino alle botteghe artigiane, allo sportello antiviolenza agli spazi laboratoriali; e la corte centrale sarà aperta al quartiere come piazza da vivere durante la giornata.
Il murale di Blu, che nel 2014 aveva realizzato l’opera a sostegno dell’occupazione dello stabile e del diritto alla casa, dunque, è stato rimosso di comune accordo con l’artista, avendo raggiunto l’obiettivo di un’effettiva assegnazione degli alloggi alla comunità occupante.
Come cambia la mappa della street art nel quartiere Ostiense
Nel frattempo, però, l’ex area industriale del Porto Fluviale, stretta tra il gazometro Ostiense e la Piramide Cestia, ha conosciuto un processo di rigenerazione più esteso – si pensi ai molteplici utilizzi culturali della cittadella dell’ex Officina San Paolo – anche per merito della proliferazione di interventi di street art tra i più visitati della Capitale. Tra gli ultimi nati, nel 2018, figura il più grande murale ecologico d’Europa: 1000 metri quadri di pittura che cattura lo smog (la Airlite) stesa sulla facciata del grande palazzo residenziale all’angolo tra via del Porto Fluviale e via del Commercio, proprio dirimpetto all’ex caserma in riqualificazione. L’opera, dal titolo Hunting Pollution, si deve all’impegno dell’associazione Yourban2030.
Connecting Ostiense: le donne e la storia del quartiere nei nuovi lavori di street art
L’ultima novità si deve, invece, all’investimento dell’azienda Brightstar, che nel quartiere ha sede, sull’ennesima operazione che intreccia street art e rigenerazione urbana, con risultati più che apprezzabili. DOTS. Connecting Ostiense è l’insieme di interventi realizzati negli ultimi mesi tra la Piramide Cestia e via del Porto Fluviale, passando per viale del Campo Boario, piazza Bottego e via delle Conce. Il progetto è stato patrocinato dal Municipio VIII e curato da Industrie Fluviali con il coordinamento di LifeGate e Polimera, e ha coinvolto tre artisti italiani di fama internazionale: Geometric Bang (nome d’arte di Mattia Botta), Moneyless (Teo Pirisi) e Alice Lotti.
Geometric Bang è intervenuto lungo tutto il muro che costeggia via del Porto Fluviale, con un paesaggio geometrizzante e astratto che lascia spazio, di tanto in tanto, al ricordo delle donne che lavoravano nella zona:le operaie del Lavatoio Lanario e le lavoratrici della Saccheria Sonnino e della società romana del formaggio pecorino. Anche l’opera di Moneyless è un omaggio alle Telegrafiste, e riporta alle prime assunzioni femminili in massa durante la Seconda guerra mondiale: il suo intervento, nel tratto di via delle Conce che corre sotto il ponte ferroviario e lambisce il Porto Fluviale, coprendone la pavimentazione con un’opera di asphalt art calpestabile trasforma lo spazio urbano “in una superficie cosmica di comunicazione e riflessione”.
Anche Alice Lotti ha lavorato sull’asphalt art lungo viale del Campo Boario e su piazza Vittorio Bottego, su isole di traffico e marciapiedi, sempre eleggendo le donne – quelle della Resistenza, come Marisa Musu – a protagoniste, e insieme rappresentando la storia del quartiere nei secoli, dai cipressi del Cimitero Acattolico alle Mura Aureliane, dal Monte dei Cocci al Porto Fluviale.
Livia Montagnoli
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