L’erotismo nascosto nelle fotografie di Bernhard Prinz

Nonostante la nudità non sia il tratto distintivo degli scatti di Bernhard Prinz, il tasso di erotismo delle sue fotografie è piuttosto alto. Qui vi sveliamo il motivo.

Ha studiato a fondo storia dell’arte ed è affascinato dal passato, dall’Italia, dal Manierismo e dal Barocco e pure dall’architettura del periodo fascista, che ha avuto modo di conoscere e studiare in particolare nel 1994, quando ha vinto una residenza di un anno a Villa Massimo, a Roma. Lo scultore e fotografo Bernhard Prinz, nato nel 1953 a Fürth, oggi vive ad Amburgo, ma ha qualche altro trascorso italico, avendo esposto tra il 1993 e il 1995 per Franz Paludetto nella sua galleria torinese e al Castello di Rivara. Quale ultima nota introduttiva, si può aggiungere che spesso viene scambiato per un noto caricaturista suo esatto e scomodo omonimo.

Bernhard Prinz, Lucia, 2005

Bernhard Prinz, Lucia, 2005

LA FOTOGRAFIA DI BERNHARD PRINZ

Venendo al dunque, scultore Prinz lo è stato a inizi carriera, ma oggi è essenzialmente fotografo; e in passato ha prodotto una serie di scatti, lontana dalle sue scelte consuete, che può suscitare l’interesse degli erotologi (e/o erotofili). Si tratta di una sequela di ritratti di giovani ambosessi (e/o omnisessi) ripresi frontalmente, sguardo fisso in camera, vestiti ma con alcune porzioni del corpo scoperte. Ebbene, lì per lì non si direbbe, ma in tali immagini l’indice di erotismo, di richiamo erotico, monta alto. Vi è molto poca nudità esposta, infatti, e però vi è molta nudità promessa.
Ora, al di là della venustà delle figure femminili ritratte, e della efebicità dei giovani fotografati, è proprio la posa generale a suggerire e instaurare una tensione attrattiva. Una attrazione che viene da pensare reciproca: certamente da parte loro, nei nostri confronti che li guardiamo; e, a sorpresa, si direbbe pure da parte nostra, su di loro che ci guardano senza vederci. Galeotto è l’obiettivo del fotografo: filtro, filtro d’amore, in questo caso.

Bernhard Prinz, Nikita, 2005

Bernhard Prinz, Nikita, 2005

I GIOVANI IMMORTALATI DA PRINZ

La comunicazione avviene dunque tramite lo sguardo, lo scambio di sguardi. Non banalmente spudorati, o assassini; ma intensi, perforanti. E intorno, quale corolla di quei pistilli promettenti, altra promessa è la postura: eretta, sicura, totalmente esposta, a volte impercettibilmente protesa. Aggiungici il gesto leggero dello svelamento: la camicia aperta, i pantaloni un po’ abbassati, la gonna che si solleva fino all’inguine, il seno che si espone, un qualunque lembo che si scosta.
Ma la nudità promessa, di cui si diceva, è meno fisica che psicologica. Tutte queste figure di bei giovani, lì esposti in pittorica teoria, carezzati dai colori che li vestono e li svestono, testimoniano anzitutto disponibilità. Disponibilità a esserci, probabilmente a darsi, e forse a prendere. Leggibile anche, se non di più, nei volti acqua e sapone. Ed è proprio l’emozione nel riconoscere la disponibilità a subito accendere la fiammella di Cupido. E dire che poi Bernhard Prinz è tornato a fotografare architetture squadrate e freddi paesaggi nordici. Peccato.

Ferruccio Giromini

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #59

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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