Fotografia Europea. Sulle orme di Strand e Zavattini

Tre mostre, nell’ambito della kermesse fotografica romagnola, omaggiano la grande eredità di Paul Strand e Cesare Zavattini. Fonte di ispirazione per autori contemporanei, tra cui un maestro dell’obiettivo come Gianni Berengo Gardin.

Il sodalizio tra Cesare Zavattini (Luzzara, 1902 – Roma, 1989) e il fotografo Paul Strand (New York, 1890 – Orgeval, 1976) fu all’origine di quel grande esperimento di indagine storico-culturale che diede vita a Un Paese. A partire dal concetto di “qualsiasità” zavattiniana, secondo il quale un luogo qualsiasi del nostro pianeta contiene tutto “ma proprio tutto”, fu scelto un paese della sponda emiliana del Po, Luzzara, ancora profondamente legato alla terra e alla fatica del prendersene cura.
L’opera fotografica e letteraria definita “libro-film”, pubblicata dalla casa editrice Einaudi nel 1955 e ora in mostra a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, ha restituito una descrizione lirica del territorio attraverso raccolte di immagini e testi dal sapore neorealista. Poche parole, molti silenzi: i protagonisti delle fotografie sono in gran parte stremati dal lavoro nei campi e nelle stalle.

Fotografia Europea, Reggio Emilia 2017. 2017. Altri Paesi. Aleix Plademunt

Fotografia Europea, Reggio Emilia 2017. 2017. Altri Paesi. Aleix Plademunt

UNA PICCOLA GRANDE STORIA

Gli sguardi e i tratti dei luzzaresi si distenderanno negli scatti di Gianni Berengo Gardin, che ripropose la stessa ricerca antropologica sulle orme di Strand con la pubblicazione Un Paese vent’anni dopo, nel 1976, sollecitato dal genio precursore di Zavattini. L’opera, di carattere maggiormente documentario, ha registrato attraverso le immagini gli stravolgimenti in un ventennio di sviluppo. Fiducia e serenità sono incoraggiate dalla crescita economica: compaiono gli elettrodomestici, si diffondono le automobili, uomini e donne indossano vestiti alla moda. Ma nel ritrarre gli stessi volti che immortalò Strand, Berengo Gardin ha ritrovato lo sguardo memore della miseria, della fame, della fatica. Il progetto Un Paese fu un’intuizione fondamentale di una piccolissima eppure grande storia, che venne omaggiata in seguito dal lavoro di Luigi Ghirri, Stephen Shore, Olivo Barbieri e Claudio Parmiggiani.
“È che forse la provincia è il luogo per antonomasia, mescolanza di affetto e ripulsa, luogo dove si incrociano odio e amore, il tutto e il nulla, la noia e l’eccitazione” (L. Ghirri): per questa ragione, la stessa ricerca continua, a distanza di sessant’ anni, nei lavori di Tommaso Bonaventura, Aleix Plademunt e Moira Ricci, esposti ora a Reggio Emilia, nei Chiostri di San Domenico.

Fotografia Europea, Reggio Emilia 2017. Dall'archivio al mondo. Gianni Berengo Gardin

Fotografia Europea, Reggio Emilia 2017. Dall’archivio al mondo. Gianni Berengo Gardin

UNA FOTOGRAFIA DOCUMENTARIA

A Gianni Berengo Gardin è inoltre dedicata una selezione di immagini ai Chiostri di San Pietro, alla scoperta dell’archivio del fotografo tra strumenti, negativi, ricordi personali e vecchi cataloghi. Fermamente convinto del valore documentario della fotografia a discapito di quello artistico, Berengo Gardin è stato testimone della propria epoca, capace di lasciare impresse sul negativo vere suggestioni del passato del nostro Paese, documentandone l’evoluzione culturale e di costume. Un modo concreto di raccontare la Storia, senza interpretazioni e senza filtri ad eccezione di quello fotografico. Dall’archivio al mondo definisce un metodo che ricerca e sviluppa un progetto tra le pareti di uno studio, ma che si concretizza all’esterno, a contatto con la realtà, con i suoi disastri, le sue meraviglie.

Anna Vittoria Zuliani

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