Dopo 105 anni Pellizza da Volpedo torna a Milano con una grande mostra

Era il 1920 quando fu organizzata la prima – unica – mostra interamente dedicata all’artista a Milano. A distanza di oltre un secolo la GAM milanese torna ad ospitare una ricchissima rassegna con le sue opere

A più di un secolo dall’ultima, nonché unica, mostra dedicata all’artista piemontese, realizzata nel 1920 alla Galleria Pesaro, la GAM milanese ospita un grande progetto espositivo dedicato a Giuseppe Pellizza da Volpedo (Volpedo, 1868 – 1907). Le curatrici, Aurora Scotti e Paola Zatti, commentano: “Un autore di fondamentale importanza nell’evoluzione da un lato dell’esperienza divisionista, ma anche del simbolismo italiano. E realizzarla alla GAM, che di lui conserva l’opera più nota, forse uno dei capolavori della pittura ottocentesca italiana, Il Quarto Stato, assume un significato ancor maggiore perché è qui che si custodiscono opere e autori più vicini a lui, come Segantini e Previati, in un insieme davvero imprescindibile per comprendere la portata della loro esperienza. La mostra ambisce a restituire la forza di un percorso, quello di Pellizza, che non si esaurisce nell’opera più nota del Quarto Stato, indagando tutta una produzione centrata sulla sperimentazione tecnica, sull’uso nuovo del colore e della luce, su temi nuovi e di sorprendente modernità“.

Il percorso espositivo alla GAM di Milano

Compongono il percorso espositivo quaranta opere, tra dipinti e disegni. Tra queste un numero significativo di capolavori, considerata la breve vita di Giuseppe Pellizza da Volpedo. La mostra è il racconto della sua solitudine, a partire dall’Autoritratto, dipinto che svela i tratti essenziali della sua personalità e indica gli elementi che permeano tutte le sue tele: la vita, la morte e la natura. Articolata nelle cinque sale al pianoterra della Villa Reale e nella sala del Quarto Stato al primo piano, l’esposizione documenta il percorso dell’artista e le sue trasformazioni, dalla formazione realista all’avventura divisionista: un periodo dedicato all’osservazione della natura, unitamente alla sperimentazione sui grandi formati. Immagini complesse, che associavano paesaggio e figura in un sistema di proporzioni nuove, come Speranze deluse e Il fienile, opere cardine di questo periodo.

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Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il morticino o Fiore reciso, 1896-1902, olio su tela

Un confronto espositivo tra Giuseppe Pellizza da Volpedo e i suoi colleghi

La mostra fornisce l’occasione per riflettere sul valore complessivo della sua pratica artistica, anche grazie alla possibilità di un confronto con alcuni capolavori della sua epoca, come le rappresentazioni di Gaetano Previati e Giovanni Segantini, con cui condivise una visione nuova di ciò che l’arte doveva esprimere. Il confronto va oltre la sperimentazione della tecnica pittorica, documentando isoggetti tipici della pittura a cavallo tra i due secoli, da quelli legati al realismo sociale alle complesse tematiche ispirate dalle riflessioni di influenza simbolista. Spinto dall’urgenza di ampliare le proprie conoscenze nella filosofia e nella letteratura e deciso a dare alle sue tele contenuti nuovi, arricchiti di significati piscologici, simbolici e sociali, tra il 1893 e il 1896 Pellizza soggiornò tra Firenze e Roma, per periodi brevi, ma ricchi di stimoli e di intenso studio dell’arte del passato, stringendo amicizie durature con artisti, critici e letterati. Anni che lo videro impegnato anche nella scrittura: risale al 1896 il testo del suo modo di concepire l’arte, Il pittore e la solitudine, pubblicato su “Il Marzocco“.

L’opera iconica ed eterna di Pellizza da Volpedo: il Quarto Stato

Il Quarto Stato,opera di straordinario impatto, attualissima nell’affermazione della difesa del lavoro. Un manifesto del popolo per difendere e sostenere il diritto al lavoro, per una società equa e solidale che il pittore creò ambientandolo a Volpedo. Accanto all’opera sono esposti i tre grandi cartoni preparatori, che ne documentano la genesi e il legame con l’arte rinascimentale.  “Io qui starei sempre”, racconta Aurora Scotti, “con il Quarto Stato a destra e a sinistra”. Ma Pellizza non è solo quest’opera. Tra i suoi lavori più iconici Il sole, tributo alla natura e stupefacente prova di un rigoroso studio dell’ottica. Qui l’artista supera i precedenti risultati del connubio tra realismo e idealismo. “Bisogna volgersi a Pellizza”, scriveva Primo Levi, “per sentirsi illuminati da un sole che sembri davvero quello dell’avvenire“. Il dialogo con la natura sopravvive, parallelamente alla realizzazione di soggetti più complessi, in una serie di tele dalla resa pittorica sempre raffinata e mai ripetitiva. Attratto soprattutto dai parchi e dai giardini della capitale Pellizza realizza una serie di tele dedicate a Villa Borghese, dove le forme sinuose prendono forma dalle variazioni di un controluce che quasi ritmicamente ci conduce nella dimensione quasi musicale di un paesaggio-stato d’animo.

La genesi di una mostra straordinaria

La mostra è co-prodotta dal Comune di Milano con METS Percorsi d’Arte, associazione culturale impegnata nella promozione dell’arte italiana dell’Ottocento. Si avvale del contributo di Fondazione Banca Popolare di Milano e della collaborazione con i Musei Pellizza da Volpedo, ideatori di un percorso di visita dedicato. L’iniziativa fa parte dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, per rafforzare il legame tra memoria storica e sguardo sul futuro. “Un evento straordinario che si affianca al docufilm Pellizza. Pittore da Volpedo di Francesco Fei con Fabrizio Bentivoglio, prodotto da Apnea Film con la partecipazione di METS, che andrà in onda su Sky Arte proprio in concomitanza con la mostra”, commenta Paolo Tacchini. Il documentario esplora i luoghi in cui l’artista ha vissuto, ambienti che permeano le sue opere e ne costituiscono parte integrante.  Il progetto è nato in concomitanza con il rientro alla GAM della sua opera più nota, alla quale l’artista viene frequentemente associato, il Quarto Stato, il 2 luglio 2022.Dopo una permanenza di trent’anni nelle sale della GAM, dove era stata allestita nel 1980, la grande telaera stata infatti trasferita nel 2010 nel neonato Museo del 900. “Una decisione, quella dell’amministrazione di restituire quest’opera alla sua casa naturale, che condivido”, commenta Gianfranco Maraniello. “Una grande mostra che tratta nella sua complessità e totalità il lavoro di Pellizza da Volpedo. Un progetto che ha come genesi qualcosa di vitale importanza per la struttura permanente del Museo, ma che vuole costruire una traiettoria identitaria e di valorizzazione delle collezioni, attraverso mostre coerenti con la missione del Museo. Oggi vediamo veramente coincidere pensiero e azione. Mi assumo tutta la responsabilità di una piccola ‘stonatura’, a cui tenevo molto. Quando vi troverete di fronte alle figure studiate per la realizzazione del Quarto Stato, in questa situazione rivolta, anche prospetticamente all’opera, c’è anche il gesto di un artista importantissimo della seconda metà del 900, Joseph Beuys, che ha guardato a Pellizza da Volpedo, come attestano vari studi, per richiamare il suo manifesto del 1971, La rivoluzione siamo noi. Per me è un gesto davvero urgente, soprattutto in questi tempi drammatici. Credo che questa mostra straordinaria corresse solo un rischio: l’appagamento contemplativo. Invece è importante pensare all’assunzione di responsabilità di ciascuno di noi e al nostro impegno per gli aspetti etici, portati avanti dal progetto di scultura sociale di Beuys. Ci sono degli scritti di questo artista e di Volpedo, simili per molti aspetti, che abbiamo scelto di non esporre, che mi hanno convinto della sua pertinenza qui e di un appello, a non dimenticare ciò che possiamo fare come parte attiva del nostro tempo; ci sentiamo troppo spesso insignificanti e contemplativi dell’orrore”.

Giulia Bianco

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Giulia Bianco

Giulia Bianco

Ha frequentato a Milano il Master Economia e Management per l'Arte e la Cultura della 24Ore Business School. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania con tesi dal titolo “I contratti nel mondo dell’arte”, è specializzata in diritto…

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