Riapre lo Studiolo di Federico da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino

Chiuso dal 4 novembre 2024, lo Studiolo del Duca è stato oggetto di importanti interventi di restauro. Un'operazione volta a valorizzare la Galleria Nazionale delle Marche e le sue collezioni

Ha riaperto al pubblico il 30 maggio, lo Studiolo di Federico da Montefeltro al Palazzo Ducale di Urbino. Rimasto chiuso dal 4 novembre 2024 perché l’ambiente era stato oggetto di “interventi di rifunzionalizzazione degli impianti”, ha spiegato Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche.“Questa operazione sta coinvolgendo progressivamente tutti gli spazi: prima l’ala orientale, con l’Appartamento della Jole, poi quella occidentale, con le stanze dette ‘degli Ospiti’ e ora l’Appartamento del Duca con il celebre Studiolo per poi terminare con i restanti ambienti. Un’azione complessa messa in atto per migliorare gli standard museali della Galleria Nazionale delle Marche e che, al contempo, cela un accurato lavoro di indagine, studio e restauro del palazzo e delle collezioni”. 

Lo Studiolo di Federico da Montefeltro: la storia 

Lo Studiolo è l’ambiente più intimo dell’appartamento di Federico da Montefeltro e allo stesso tempo quello più rappresentativo della sua figura pubblica. Si tratta di un luogo di studio e di riflessione personale la cui tipologia affonda le sue radici nei monasteri medievali.
Tradizionalmente, la conclusione della decorazione dello Studiolo è fissata al 1476, data scritta nella fascia celebrativa al di sotto del soffitto. Questo e le tarsie furono realizzati a Firenze dai fratelli Giuliano e Benedetto da Maiano, mentre i dipinti di 28 illustre personalità del mondo greco-romano e del medioevo (con significative presenze di personaggi contemporanei) furono affidati al fiammingo Giusto di Gand, per poi essere completati dallo stesso Berruguete. La collocazione su due livelli separa gli uomini di chiesa in basso (con l’aggiunta dei poeti cristiani Dante e Petrarca), dai laici in alto, di cui il Duca possedeva gli scritti nella sua biblioteca.
Nel 1631, con la morte di Francesco Maria II della Rovere, il ducato d’Urbino tornò alla Chiesa: fu allora che il cardinale Antonio Barberini, appassionato d’arte, si fece donare i dipinti dello Studiolo dallo zio papa Urbano VIII. Le grandi tavole furono strappate dalle pareti, segate in singoli riquadri e trasferite a Roma nella sua collezione; passarono quindi in quella di famiglia, dove rimasero fino al 1812. Nel 1861, ben 14 ritratti furono acquistati da Napoleone III per il nascente Musée Napoleon (il futuro Louvre), dove attualmente sono custoditi. I ritratti rimasti in Italia furono acquistati dallo Stato nel 1934 e destinati alla Galleria Nazionale delle Marche.

Riallestimento dello Studiolo di Federico da Monfeltro al Palazzo Ducale di Urbino
Riallestimento dello Studiolo di Federico da Monfeltro al Palazzo Ducale di Urbino

Il nuovo allestimento dello Studiolo di Federico da Montefeltro a Urbino

Il nuovo allestimento dello Studiolo del Duca fa tesoro dei lunghi studi relativi alla sua originaria  realizzazione e alle vicende che ne hanno caratterizzato i quasi 550 anni di esistenza all’interno di una residenza sontuosa.
Prima di tutto va considerato che nello Studiolo si fondevano tarsie, pitture e intaglio ligneo, realizzati sia a Firenze, sia a Urbino, nella prima metà degli Anni Settanta del XV Secolo. Quindi, la proposta di riallestimento ha dovuto tener conto della perdita parziale delle pitture causata dall’asportazione barberiniana del 1632 e delle modifiche che la stanza ha subito, specialmente nella parte superiore. 

Riallestimento dello Studiolo di Federico da Monfeltro al Palazzo Ducale di Urbino
Riallestimento dello Studiolo di Federico da Monfeltro al Palazzo Ducale di Urbino

Lo Studiolo: esempio di unione tra architettura e pittura 

Si è partiti per riconsiderare globalmente lo Studiolo con una proposta che univa architettura e pittura, in cui la carpenteria connetteva lo spazio intarsiato con quello pittorico e col soffitto a cassettoni. In quest’ottica si deve leggere anche il nuovo impianto di illuminazione, che ha l’obiettivo di restituire alla stanza un’atmosfera d’ambiente per valorizzarne tutte le componenti, con l’aggiunta di alcuni puntamenti localizzati.

Valentina Muzi 

Galleria Nazionale delle Marche
Palazzo Ducale di Urbino
Piazza Rinascimento 13





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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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