Parola e ascolto al centro di una mostra. A Brescia in un palazzo storico
Dal mito della Torre di Babele all’Annunciazione, il dialogo come opportunità di crescita è protagonista della mostra “Fabrizio Dusi. Le parole degli altri”, personale dell’artista di Sondrio nella Galleria BPER di Palazzo Martinengo di Villagana
Creando un filo invisibile con la sede di Modena, dove la mostra Il tempo della scrittura, di Sabrina Mezzaqui (Bologna, 1964) e Pietro Ruffo (Roma, 1978) alla Galleria BPER è focalizzata sulla scrittura, la personale di Fabrizio Dusi (Sondrio, 1974), organizzata da BPER nella sede di Brescia, riflette sulla parola e, soprattutto, sull’ascolto. Fabrizio Dusi. Le parole degli altri, a cura di Giorgia Ligasacchi con la collaborazione di Ester Candido, articolata negli spazi di Palazzo Martinengo di Villagana a Brescia, restituito alla città nel 2017, quando la banca ha reso visitabile la sua collezione privata, è per l’appunto incentrata sul dialogo, perché ascoltarsi è il primo passo per comprendersi.
La mostra a Brescia di Fabrizio Dusi nelle parole della curatrice
Come spiega la curatrice Giorgia Ligasacchi, “il progetto nasce sulla base di una semplice domanda: cosa vuol dire davvero ascoltare? Viviamo immersi in un flusso di parole e immagini; siamo costantemente esposti a un linguaggio che non comunica ma impone, che non unisce ma divide; in un magma indistinto in cui spesso la parola rischia di perdere significato. Allora”, continua, “interviene l’arte che ci consegna luogo dove reimparare ad ascoltare. Perché le opere non danno risposte, ma invitano a sostare nelle domande, quindi a riflettere”.

L’ascolto come atto politico nella visione di Fabrizio Dusi a Brescia
Le parole degli altri, il cui titolo evoca esplicitamente il noto film Premio Oscar del 2006 di Florian Henckel von Donnersmarck, è una mostra immersiva che propone l’idea di ascolto come atto politico, un gesto trasformativo a partire dalla riflessione su due archetipi fondamentali: la Torre di Babele e l’Annunciazione, simboli opposti e complementari della parola che divide e della parola che rivela. “Da un lato”, osserva Giorgia Ligasacchi, “la frantumazione dei linguaggi e l’impossibilità di comprendersi; dall’altro, l’irrompere della parola come rivelazione, ascolto e possibilità di scelta. Due immagini opposte, ma profondamente connesse: se Babele è confusione, l’Annunciazione è dialogo consapevole”.
Simboli e riferimenti nell’opera di Fabrizio Dusi
Riferimenti che, nella poetica di Fabrizio Dusi, oltre a essere simbolici, si traducono in colori, forme e materiali, come in One among the others (2025). Grande installazione in ceramica smaltata, realizzata – come la maggior parte dei lavori – per l’occasione, che si può leggere come una metaforica rappresentazione, in orizzontale, mentre le altre sono rigorosamente in verticale, della Torre di Babele, in cui la molteplicità dei colori rappresenta la pluralità dei linguaggi. Un’eterogeneità che, rispetto al mito biblico, l’artista reinterpreta in chiave positiva, come possibilità di nuove relazioni. Perché nelle voci altrui, anche se di primo acchito incomprensibili, vi è sempre una risorsa.
1 / 7
2 / 7
3 / 7
4 / 7
5 / 7
6 / 7
7 / 7
Le opere di Fabrizio Dusi a Palazzo Martinengo di Brescia
Le opere lungo il percorso, realizzate in diversi medium – coperte isotermiche, ceramica, legno, neon – creano un ambiente immersivo che diventa famigliare ai visitatori non solo per il ricorrere degli iconici personaggi che le popolano; ma anche per un secondo denominatore comune, altra cifra stilistica dell’artista: la presenza del linguaggio verbale, ovvero della parola scritta, che in italiano o in inglese, rafforza e amplifica il significato delle opere.
Come anticipato, nelle opere di Dusi forme e materiali non sono scelti casualmente ma contribuiscono a veicolare il messaggio. Così le coperte isotermiche diventano sinonimo di accoglienza quando l’artista le propone con la superficie specchiante in cui riflettendosi si viene effettivamente “accolti” nel lavoro, come in Monologo (2025). Mentre, le stesse coperte si fanno testimonianze quando appaiono stropicciate, alludendo alle drammatiche necessità per cui originariamente sono create, come Torre di Babele (Ascoltami) (2025).
L’allestimento di Andrea Isola per Fabrizio Dusi alla Galleria BPER di Brescia
Significativamente l’artista, affiancato nell’allestimento dal designer Andrea Isola, ha scelto di aprire il percorso con l’installazione luminosa All that glitters is not gold (2023). Un monito che, mutuato dal Mercante di Venezia di Shakespeare, vuole proporsi come un invito allo sviluppo di una capacità critica per attribuire valore a ciò che realmente lo merita, senza lasciarsi accecare da tutto ciò che luccica. Tra le opere, dirompente è It’s time to make a decision che offre una rilettura dell’Annunciazione, altra immagine proposta, che, sulla base dell’interpretazione di Michela Murgia, non viene più vista come un atto di accettazione passiva ma come un dialogo autentico, attivo, in cui la parola dell’arcangelo non impone ma propone. Attribuendo così, per la prima volta nella tradizione evangelica, alla donna un ruolo attivo nel rapporto con il divino.
Ludovica Palmieri
Libri consigliati:
(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati