Lo sguardo sul mondo e la performance come protesta. L’artista brasiliana Berna Reale è a Bari
Criminologa forense presso il tribunale dello Stato del Pará, con una passione per la semiologia e l’estetica, l’artista ha sviluppato un linguaggio performativo rigoroso e visionario, mosso da una profonda indignazione verso la brutalità della violenza in tutte le sue forme
Con dieci video “storici” ed un’anteprima mondiale, l’artista brasiliana Berna Reale è protagonista della mostra Estetica della violenza, curata dalla collega artista Pamela Diamante, ideatrice della sezione arte del BIG Bari Gender Festival – festival di cinema e arti performative su differenze di genere, identità e orientamenti sessuali della città di Bari. Giunto all’undicesima edizione animerà fino al 5 dicembre il capoluogo pugliese con un fitto e qualificato programma di spettacoli, concerti, incontri tra teatro, cinema, musica e danza.
Tema centrale quest’anno è il Chaos, inteso come spazio di resistenza e riflessione sulla contemporaneità, sulle relazioni sociali e sul rapporto tra l’essere umano e l’ambiente circostante. “Ogni performance è una protesta, ogni gesto un atto di disobbedienza estetica e civile”, dichiarano gli organizzatori, sottolineando la volontà di riattivare pensiero critico e sensibilità politica attraverso i linguaggi dell’arte.

La mostra di Berna Reale a Bari
Ad ospitare il focus sull’arte contemporanea è la Pinacoteca Metropolitana “Corrado Giaquinto”, che sotto la supervisione di Micaela Paparella, consigliera metropolitana delegata alla valorizzazione dello spazio espositivo, consolida la propria apertura ai nuovi linguaggi e al dialogo tra passato e presente. Berna Reale (Belém do Pará, 1965), artista di fama internazionale che nel 2015 ha partecipato alla Biennale di Venezia nel padiglione del Brasile, incarna pienamente i temi del BIG. Criminologa forense presso il tribunale dello Stato del Pará, con una passione per la semiologia e l’estetica, ha sviluppato un linguaggio performativo rigoroso e visionario, mosso da una profonda indignazione verso la brutalità della violenza in tutte le sue forme: corruzione, razzismo, censura, abuso di potere, disuguaglianza sociale, oppressione di genere, devastazione ambientale prodotta da un capitalismo predatorio.
Le sue azioni, meticolosamente studiate, la vedono sempre protagonista. Il corpo dell’artista diventa corpo collettivo e politico, in una dimensione pubblica che si misura con le strade, i mercati, le carceri e i quartieri marginali. Ogni performance è calibrata con la precisione di un gesto chirurgico, concepita per colpire lo spettatore e trasformare lo spazio in campo di tensione estetica e civile.
La performing art di Berna Reale
In MAYDAY MAYDAY (2025), presentato a Bari in anteprima mondiale, la Reale naviga travestita da clown su un barcone carico di bottiglie di plastica, intonando un’ironica melodia da lei composta in un’immagine surreale che denuncia l’asfissia del pianeta e la nostra inerzia collettiva. In Cantando na chuva (2014) sfila su un red carpet, con maschera antigas e abiti dorati, ballando tip-tap su una discarica, parodia grottesca della cultura del lusso e del consumo. In Palomo (2012) cavalca un destriero dipinto di rosso, figura ambigua tra poliziotto e carnefice rovesciando l‘idea di sicurezza delle istituzioni. In A massa é Bi (2018), indossa una tuta rosa da cui pendono organi sessuali maschili e femminili per denunciare la violenza contro le donne e la comunità LGBTQ+.
Pur affrontando la violenza in tutta la sua complessità non vi è mai una scena cruenta, sangue o sofferenza. Tutto è evocato, sublimato nel linguaggio simbolico e nella costruzione visiva sorprendente che va a bersaglio bucando l’indifferenza dello sguardo collettivo anestetizzato e travolto dal flusso incessante delle immagini. La sua è un’“estetica della resistenza”, dove la bellezza non attenua ma amplifica la denuncia. L’artista trasforma la scena in un dispositivo semiotico che si oppone alla spettacolarizzazione del dolore riaffermando la capacità dell’arte di non dare risposte, ma porre domande spostando il nostro sguardo sul mondo.
Paola Marino
Bari // fino al 5 dicembre 2025
BIG | Bari International Gender Festival
Focus Arte Contemporanea. Estetica della Violenza: Berna Reale
PINACOTECA METROPOLITANA CORRADO GIAQUINTO
Scopri di più
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati