Il legame tra arte e industria nella Polonia socialista raccontato in una mostra a Roma
Materiali d’archivio raccontano la Polonia degli Anni ’60, ’70 e ’80 nella mostra “Operai dell’arte. Industria ed arte nella Repubblica popolare polacca” all’Istituto Polacco di Cultura di Roma. E si vedono le aperture all’arte dei paesi occidentali
A Roma l’Istituto Polacco di Cultura ospita una mostra che racconta il rapporto tra arte e industria ai tempi della Repubblica popolare polacca. Curata da Jakob Gawkowski e Anna Jagiełło, si concentra sul periodo compreso tra il 1965 e il 1981, due estremi significativi nella storia dell’arte e della politica della Polonia. E su quel periodo, grazie agli archivi fotografici, emergono storie di fratellanza, supporto reciproco e collaborazione.
L’Istituto Polacco di Cultura a Roma
La mostra trova spazio al primo piano dello straordinario Palazzo Blumenstihl, sul Lungotevere di Rione Prati. Il Palazzo storico in stile rinascimentale è stato costruito nell’ultimo decennio del XIX Secolo su un progetto dell’architetto Luca Corimini e nel 2010 ha subito un importante intervento di restauro. Oggi ospita l’Istituto Polacco di Cultura, che al piano nobile si impegna ad organizzare mostre e rassegne, a diffondere il patrimonio culturale e le tradizioni polacche al pubblico romano ed italiano. Per questa mostra, l’Istituto ha collaborato con la Galleria EL di Elbląg e con il Muzeum Sztuki di Łodz.

La storia della Polonia in “Operai dell’arte. Industria ed arte nella Repubblica popolare polacca”
Dalla Biennale delle Forme Spaziali (1965) di Elbląg alla Costruzione in processo (Konstucja w procesie, 1981) di Łodz, “Operai dell’arte. Industria ed arte nella Repubblica popolare polacca” vuole omaggiare il sentimento di unità che in quel periodo univa la classe operaia agli artisti più visionari e lungimiranti. In entrambe queste occasioni emerge dal basso una forte energia creativa e da questa si trova il calore necessario per forgiare un nuovo modo di fare e concepire l’arte contemporanea polacca.
La prima Biennale delle Forme Spaziali nel 1965 in Polonia
Nella prima sezione della mostra “Operai dell’arte” vengono esposte foto e modelli in grado di restituire quanto accaduto ad Elblag nel 1965. In questo anno Gerard Kwiatkowski chiede in cessione un locale alla fabbrica Zamech, per cui era decoratore, e sollecita le autorità statali per organizzare la prima Biennale delle Forme Spaziali nella città di Elblag. Vengono invitati allora 50 artisti polacchi a interagire con gli spazi della città: creano ed elaborano progetti in dialogo con l’esistente; tra i partecipanti sono presenti i nomi di Magdalena Abakonivicz, Edward Krasinski e lo stesso Kwiatkowski. La realizzazione delle opere viene, invece, affidata agli operai della Zamech, che firmano le sculture incidendo i propri nomi. L’iniziativa ha avuto un successo senza precedenti e lo stesso anno era stata proposta una retrospettiva al Museo Nazionale di Varsavia e alla prima Biennale ne sono seguite altre a cadenza regolare fino al 1971.
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Il 1981 tra la Polonia e l’Europa occidentale
La seconda metà del percorso espositivo è sempre costruita da materiale d’archivio, che questa volta, però, proviene dal Muzeum Sztuki di Łodz e compone un’immagine generale degli avvenimenti polacchi nel corso del 1981. Viene ricordata Konstrucja w procesie – Construction in progress una manifestazione politica, in cui gli artisti si riuniscono, rifiutano ogni sostegno statale e, con un linguaggio tipico dell’arte povera, sostengono i sindacati operai indipendenti polacchi. In questa occasione vengono coinvolti anche artisti internazionali per mantenere vivo il dialogo con l’occidente europeo: Carl Andre, Stanislav Kolibal, Sol Le Witt, Jozef Robakowski e Richard Serra. Vengono allestite mostre all’interno di un capannone industriale e proposti interventi nelle sale di un teatro popolare e nelle strade della città di Łodz. Tutto è documentato dal materiale fotografico e video di Zygmunt Rytka. Konstrucja w procesie ha avuto seguito fino al 2000 in più città del mondo sottoposte a trasformazioni politiche e culturali.
Ines Valori
Roma // fino al 21 novembre
Operai dell’arte. Industria e arte nella Repubblica Popolare Polacca
ISTITUTO POLACCO DI CULTURA
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