Nella Tuscia viterbese nasce un nuovo centro per la ricerca artistica e culturale: storia del MA.P di Nepi
Inaugura con la mostra “Matteo Piacenti e i Fratelli Preti” lo spazio/laboratorio dedicato alla sperimentazione e al dialogo tra linguaggi contemporanei che apre con l’obiettivo di far radicare le pratiche artistiche nel territorio e non solo
Si chiama MA.P, nome presumibilmente ispirato da quello del suo ideatore, l’artista Matteo Piacenti (Viterbo, 2001), un nuovo centro “in costruzione” dedicato alla sperimentazione e al dialogo tra linguaggi contemporanei. La sede è a Nepi, in provincia di Viterbo, ed è aperto a collaborazioni con artisti, curatori e ricercatori, e nel tempo, destinato a ospitare residenze d’artista e progetto site-specific. L’obiettivo, infatti, è far radicare le pratiche artistiche nel territorio e, allo stesso tempo, aprirle a connessioni più ampie.
A Nepi nasce il centro artistico e culturale MA.P
“Immaginavamo un luogo capace di respirare insieme alla comunità, uno spazio che potesse accogliere pratiche, linguaggi e persone, e restituire all’arte un ruolo di presenza concreta nel territorio”, spiega Piacenti ad Artribune, a cui si aggiunge la visione del curatore Francesco Siclari, che ha seguito sin dall’inizio la genesi del progetto: “Fin dal primo dialogo con Matteo è emersa una visione condivisa, l’idea che uno spazio culturale non si costruisce soltanto con le opere, ma con le relazioni, con le persone che lo abitano e con la continuità delle esperienze che accoglie. È in questa visione condivisa che riconosco la forza di MA.P: un luogo in costruzione, aperto, in cui ciascun progetto è occasione per mettere in relazione linguaggi, pensieri e comunità”.

La serata inaugurale di MA.P
L’apertura ufficiale è in programma per sabato 15 novembre 2025, alle ore 19, con la mostra Matteo Piacenti e i Fratelli Preti, preceduta da un incontro introduttivo alle 17.30 nella Sala Nobile del Palazzo Comunale. Il progetto espositivo, curato da Christian Fallaci, nasce dall’ammirazione di Piacenti per la pittura barocca di Mattia e Gregorio Preti, ma non si limita a un omaggio, bensì è un confronto visivo tra epoche, in cui il linguaggio contemporaneo dell’artista dialoga con l’arte del Seicento. Così, attraverso due grandi opere e un allestimento immersivo, Piacenti invita il pubblico a confrontarsi con la luce quale materia espressiva e simbolica, a indagare il confine tra immagine e trascendenza. “È stato stimolante osservare come temi iconografici che potrebbero apparire distanti, come quelli religiosi o spirituali, trovino invece oggi nuova linfa vitale, non come nostalgico recupero, ma come desiderio di ridefinire un linguaggio, un’iconografia, un dialogo e un modo di interrogarsi”, racconta Fallaci.

Il programma di MA.P
La sera dell’inaugurazione sarà aperta da un intervento poetico di Giorgiomaria Cornelio e nei mesi successivi MA.P accompagnerà la mostra con una giornata di studio (il 20 dicembre) dedicata all’opera di Cornelio e con una serie di attività collaterali, tra cui laboratori, incontri e momenti di confronto, che renderanno lo spazio un luogo vivo e partecipato.
Caterina Angelucci
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