L’artista Marcello Maloberti torna a interrogare i fondamenti della sua ricerca. Tra Milano, Albisola e Roma
A poco più di un anno dalla retrospettiva al PAC di Milano, l’artista sembra inaugurare una nuova fase della propria ricerca, segnata da una volontà di spoliazione
Nel trentesimo anniversario della Galleria Raffaella Cortese, Marcello Maloberti (Codogno, 1966) torna a interrogare i fondamenti della propria pratica con un doppio progetto espositivo, Incipit negli spazi milanesi di Via Stradella e La conversione di San Paolo ad Albisola Superiore, in provincia di Savona, fino al 23 dicembre 2025. A cura di Giulio Dalvit, le due mostre che non si sommano, ma si riflettono l’una nell’altra, realizzando un sistema di echi e rimandi attorno ai temi della caduta, della rivelazione e del vuoto come forma di resistenza, a poco più di un anno dalla retrospettiva al PAC di Milano.
Marcello Maloberti con “Incipit” a Milano
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Incipit rifiuta la retorica dell’accumulo e dell’enfasi visiva per aprirsi a una condizione di rarefazione: un’esperienza quasi liturgica del vuoto, dove ogni elemento è ridotto all’essenziale. In ciascuno degli ambienti espositivi, una singola targa in ottone, modellata sulle forme barocche delle stazioni della Via Crucis, porta incisa una frase inedita tratta dalla serie Martellate. Qui, la ripetizione diventa un atto meditativo.
Marcello Maloberti con “La conversione di San Paolo” ad Albisola

Ad Albisola, La conversione di San Paolo affronta in parallelo il momento della rivelazione come trauma e inizio. Il riferimento caravaggesco si manifesta nell’architettura dei vuoti e della luce, quella stessa che abbaglia e tace. Maloberti costruisce una drammaturgia dell’assenza, in cui il sacro non è rappresentato ma evocato. In entrambe le mostre l’artista non mostra l’evento, ma il suo rovescio, la sospensione che precede ogni rinascita. Dopo anni di performance, accumulo visivo e stratificazione di simboli, l’artista sceglie la soglia, il margine, il silenzio. Una nuova fase per Marcello Maloberti?
Marcello Maloberti al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma
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Inoltre, fino al 6 febbraio 2026, negli spazi esterni del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, Maloberti presenta POESIA, un’installazione luminosa curata da Cristiana Perrella e realizzata appositamente per l’istituzione. A fare da cornice la villa rinascimentale voluta da Papa Giulio III e progettata da Vignola, Vasari e Ammannati, mentre le lettere, riprese dalla sua grafia, sono sospese su una struttura metallica spoglia, essenziale, evocando l’idea di un cantiere provvisorio: la parola rovesciata invita a cambiare prospettiva, a leggere la realtà con sguardo nuovo. L’intervento coincide con la pubblicazione del libro POESIA, edito da Treccani, in cui le celebri “Martellate” dell’artista diventano versi poetici.
Caterina Angelucci
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