La gigantesca installazione al neon dell’artista Maurizio Nannucci campeggia sul Gazometro di Roma

“More than meets the eye” recita la monumentale scritta al neon ideata dall’artista concettuale fiorentino per il MAXXI, nel 2015. Per qualche mese, fino a marzo 2026, l’opera è installata, in un’inedita versione, sul cilindro del Gazometro G3, grazie alla collaborazione tra il museo romano ed Eni

C’è l’invito a sapere vedere oltre l’invisibile, esercitando la vista in modo più profondo e intellettuale, all’origine dell’intervento ideato da Maurizio Nannucci nel 2015 per la facciata del MAXXI a Roma.

“More than meets the eye”: l’installazione al neon di Maurizio Nannucci

Un neon monumentale che recita la frase, il lingua inglese, More than meets the eye, sollecitando l’immaginario di chi legge attraverso il suono delle parole e la loro interazione con lo spazio architettonico, per oltrepassare la semplice percezione visiva. L’opera, prodotta grazie al contributo degli Amici del MAXXI, è oggi parte della collezione permanente del museo capitolino. Ma per qualche mese, fino al 26 marzo 2026, campeggia in una nuova variante allestitiva nel quartiere Ostiense, nell’ambito di una partnership tra MAXXI ed Eni.

Maurizio Nannucci per la rassegna Arte al Gazometro di Eni

L’installazione, visibile direttamente dalla viabilità esterna, interagisce con il Gazometro G3 del Complesso Eni di Roma Ostiense con l’obiettivo di tracciare un ponte ideale tra l’arte contemporanea e l’archeologia industriale, disegnando con la luce bianca del neon una nuova geografia della città. E dunque concretizza gli obiettivi della rassegna Arte al Gazometro, che da qualche tempo vede impegnata Eni nel rilancio dell’area dell’ex Officina San Paolo, come si chiamava in origine il polo produttivo raccolto intorno al Gazometro Ostiense, progettato nel 1909 e costruito nel 1935-37 dalla società Ansaldo, quando divenne il più grande d’Italia e d’Europa nel suo genere, alto 90 metri con un diametro di 60 e 200mila metri cubi (di gas) di capienza, adibito alla produzione e allo stoccaggio del gas per l’illuminazione di Roma. A partire dal 2006, Eni, proprietaria del complesso, ha bonificato l’area in collaborazione con il Comune, per fondarvi il più grande distretto di innovazione della Capitale, ROAD – Rome Advanced District, e nel 2024 ha lanciato la prima stagione di un programma espositivo di arte contemporanea, che si è ripetuto, con successo di pubblico, tra la primavera e l’estate 2025 (con la mostra Punti di vista, a cura di Marco Capasso: unviaggio tra passato e futuro attraverso le opere di diciannove artisti figurativi, tra cui Mimmo Paladino, Ernesto Morales, Atak, Severin Gambier, Erk14, Vera Flux, Lorenzo Capolupi).

L’installazione di Maurizio Nannucci sul Gazometro G3 di Roma Ostiense

Ora l’installazione di Nannucci ribadisce il legame tra energia e arte da una nuova prospettiva, con la scritta al neon allineata in verticale sul cilindro del Gazometro G3, che a più riprese è stato set, negli ultimi anni, delle installazioni site-specific ideate per la rassegna Videocittà. L’arte immersiva, fondata soprattutto sul potere evocativo della parola oltre che sul ruolo della luce, è del resto da sempre al centro della ricerca concettuale di Maurizio Nannucci (Firenze, 1939), che a partire dagli Anni Sessanta ha lavorato sull’intreccio tra arte, linguaggio e immagine, tra luce-colore e spazio, attraverso l’utilizzo di media diversi: neon (sono del ’67 le prime opere che ne esplorano le potenzialità di agire sulla percezione dello spazio), fotografia, video, suono, edizioni e libri d’artista.

Livia Montagnoli

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