La storica pasticceria Dagnino di Roma saluta la Galleria Esedra con una mostra di arte contemporanea
Trenta artisti per una mostra diffusa negli spazi dell’attività siciliana fondata nel 1954 in Galleria Esedra, che a breve sarà costretta a traslocare. Con la curatela di Pier Paolo Pancotto il progetto di commiato si trasforma in una festa che contamina arte e pasticceria
La storia nella pasticceria della famiglia Dagnino inizia a Palermo, sebbene le sue origini fossero genovesi. È la fine dell’Ottocento, epoca d’oro dei caffè palermitani, quando Nicolò Dagnino apre la Pasticceria del Massimo nel Palazzo Filangeri di Amorosa: il successo premia l’impresa, specializzata nei dolci opulenti della tradizione siciliana.
La storia della Pasticceria Dagnino, da Palermo a Roma
Il locale, salotto mondano della città, attraverserà tutto il Novecento, trasformandosi nel secondo dopoguerra in american bar. Negli stessi anni, l’attività approda a Roma: nel 1954 Dagnino apre la sua filiale capitolina all’interno della Galleria Esedra, nel centro della città, per iniziativa di Alfredo e suo figlio Andrea. Affacciata sul passage coperto che collega via Vittorio Emanuele Orlando e via Torino, a pochi metri da piazza della Repubblica, la pasticceria è progettata da Peppino Contino. Per decorarne gli ambienti interni, i Dagnino coinvolgono artisti e designer che già avevano lavorato nella sede di Palermo: Alfonso Amorelli dipinge una serie di figure femminili intente nel lavoro dei campi sugli specchi della grande sala da tè, mentre lo scultore Giovanni Maria Manganelli è incaricato di scolpire nel legno la serie delle donne raffiguranti le città della Sicilia. Contemporaneamente, negli ambienti del caffè, Herta Schaeffer, moglie di Alfonso Amorelli, realizza grandi pannelli astratti graffiti, che oggi si apprezzano sopra al bancone del bar.

Dagnino alla Galleria Esedra: una bottega storica costretta al trasloco
E la storia di Dagnino a Roma è continuata fino a oggi, pur nel contesto desolante di una Galleria che ha perso progressivamente la sua funzione commerciale e mondana. Al suo interno, gran parte delle attività storiche hanno chiuso battenti da tempo, e presto anche la pasticceria siciliana, da moltissimi anni passata sotto la gestione dei fratelli Alessandra, Celeste e Luigi Cola, sarà costretta a trasferirsi altrove.
Il caso non ha mancato di suscitare polemiche: il locale è iscritto all’albo delle Botteghe storiche di Roma da vent’anni, ma il contratto di locazione scadrà alla fine del 2025, e la proprietà delle mura – Finaval Gruppo Feltrinelli – non ha intenzione di rinnovarlo. Dunque nelle scorse settimane sono stati molteplici gli appelli contro lo sfratto – in una città che ha visto di recente comminare analoga sentenza all’Antico Caffè Greco – e la petizione condivisa online su Change.org ha raccolto quasi duemila firme, sostenuta anche da Giannandrea Dagnino, nipote di Alfredo: “La Pasticceria Dagnino è un locale di interesse storico – oltre a essere un piccolo capolavoro di architettura dell’epoca, annovera bellissimi specchi dipinti del pittore palermitano Alfonso Amorelli e una serie di sculture lignee unica nel suo genere in quanto rappresentante le nove province siciliane nei loro costumi tradizionali – non solo per Roma ma anche per Palermo. Non è dunque solo per un mio evidente legame sentimentale che chiedo a quanti non l’avessero già sottoscritta di firmare e far firmare la petizione per salvarla: è un patrimonio di memoria, tradizione e arte che merita di non andare perduto”.
La mobilitazione popolare, però, non sembra andare d’accordo con lo stato reale delle cose: i locali della pasticceria, come buona parte della Galleria Esedra, necessitano con urgenza di seri lavori strutturali, che costringerebbero l’attività a un lungo periodo di stop. Motivo per cui, presto, Dagnino in Galleria chiuderà, per riaprire in una nuova sede in città. Il saluto alla sede storica, però, sarà in grande stile, e, ancora una volta, chiamerà direttamente in causa l’arte.
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Dagnino e l’arte. Da Sottovetro a The Pastry Show
Dagnino, del resto, non è nuova ad accogliere il lavoro di artisti contemporanei: dal 2003 al 2007, la proprietà affidò al curatore e storico dell’arte romano Pier Paolo Pancotto il compito di ripensare le vetrine affacciate sul passage, solitamente destinate a colorate confezioni regalo e golose prelibatezze, come spazi espositivi. Ebbe così origine il ciclo di mostre Sottovetro, curioso diversivo che diede spazio a diversi talenti emergenti.
Ora, Pancotto è stato nuovamente coinvolto per curare la mostra di più ampio respiro che, per soli cinque giorni – dal 18 al 23 novembre – contaminerà tutti gli spazi della pasticceria estendendosi anche al dehors in Galleria, con lo spirito di una festa che ha il sapore dell’happening. The Pastry Show presenterà opere “allestite nei luoghi più impensabili, per questo forniremo una piantina per orientarsi, un po’ come in una caccia al tesoro”, spiega Pancotto. “Ma la stranezza del progetto non risiede tanto nel luogo, quanto nello spirito che lo anima: ho voluto evidenziare il legame affettivo che mi unisce a tutti gli artisti e le persone coinvolte nell’organizzazione e nella produzione della mostra e delle opere. Il nostro settore è ipercompetitivo, qui proviamo a fare insieme qualcosa per il piacere di farlo, sempre con la serietà e la professionalità che ci accomuna tutti, ma godendone come fosse una festa, sorprese comprese, in spirito Fluxus”.
The Pastry Show: la mostra che è una festa
Probabilmente per questo l’adesione è stata alta: “Questo luogo mi ha sempre affascinato, ho deciso di coinvolgere gli artisti con cui sono in dialogo, quelli con cui ho già collaborato in passato, ma anche quelli con cui vorrei lavorare in futuro. E loro hanno risposto, pronti a confrontarsi con uno spazio non canonico, alcuni presentando opere già note, altri realizzando lavori ad hoc che si integrano con gli spazi: le vetrine, le sale al piano terra, il banco, il dehors”. La mostra esporrà dunque pitture, sculture, video, lavori sonori e luminosi, “ma alcuni hanno deciso di cimentarsi direttamente con la pasticceria, in forme che saranno svelate durante la serata inaugurale, dalle 18 alle 22”. In totale, The Pastry Show annovera una trentina di artisti, di varia provenienza, “insieme per un gioco molto serio, senza la pretesa di fare una mostra generazionale, sebbene siano tutte voci comprese tra i 30 e i 40 anni. Molti non sono a Roma, e neppure in Italia, però l’adesione è stata convinta. Direi che si tratta di un progetto mosso dall’affetto, diverso dalle mostre istituzionali che normalmente curo. Però, nell’esecuzione dei lavori abbiamo adottato tutti i criteri di una mostra internazionale: c’è stata molta cura”. Una parte della pasticceria si trasformerà in cineclub, grazie alla partecipazione del Magic Lantern Film Festival di Maria Alicata, Adrienne Drake e Ilaria Gianni.
Gli artisti che partecipano al The Pastry Show da Dagnino
Alfredo Aceto, Jacopo Belloni, Monia Ben Hamouda, Silvia Capuzzo, Guglielmo Castelli, Mateusz Chorobski, Federica Di Pietrantonio, Marco Eusepi, Christian Fogarolli, Michele Gabriele, Diego Gualandris, Clara Hastrup, Helena Hladilova, Paul Hutzli, Sonia Kacem, Paul Maheke, Carl Mannov, Nicola Martini, Andrea Martinucci, Florian Mermin, Caroline Mesquita, Marie-Claire Messouma Manlanbien, Daniele Milvio, Lulù Nuti, Alek O., Nick Oberthaler, Edoardo Piermattei, Gianni Politi, Francesco Urbano Ragazzi & Tomaso De Luca, RM, Namsal Siedlecki, Francesco Snote, Achraf Toulub.
Livia Montagnoli
The Pastry Show
Pasticceria Dagnino
Via Vittorio Emanuele Orlando, 75. Roma
Dal 18 al 23 novembre 2025 (opening 18.11, dalle 18 alle 22)
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