L’anima scientifica di Pisa in una mostra d’arte digitale

Può diventare Pisa - che diede i natali a Galileo Galilei, fu la prima città italiana ad essere connessa ad Internet ed ospita nel suo territorio il telescopio di onde gravitazionali europeo Virgo - la capitale dell'arte digitale? La mostra UN/FRAMED è una forte dichiarazione di intenti in proposito

Spesso eclissata dalla Torre pendente — iniziata, secondo la tradizione, da Bonanno Pisano nel 1173 e famosa in tutto il mondo —, Pisa custodisce un patrimonio culturale enorme e in parte poco conosciuto dal grande pubblico. Se l’arte è comprensibilmente un magnete per il turismo, non possiamo prescindere dal sottolineare come la città sia da sempre intrinsecamente connessa allo sviluppo scientifico e alla ricerca di punta. Se oggi, a Cascina, l’Osservatorio Europeo di Onde Gravitazionali (EGO–Virgo, un’eccellenza europea) ha iniziato a osservare l’universo con occhi rinnovati, riuscendo a misurare vibrazioni in specchi sospesi a chilometri di distanza l’uno dall’altro, l’orgoglio pisano come capitale della scienza affonda radici assai profonde.

Pisa e la scienza. Un legame antico

Come dimenticare, ad esempio, ciò che Galileo Galilei, all’epoca ancora studente di medicina, comprese quando vide in cattedrale un grosso lampadario appeso al soffitto che iniziava a oscillare? Utilizzando il proprio corpo come orologio, osservò che l’oscillazione del lampadario avveniva sempre con lo stesso periodo, anche se l’ampiezza delle oscillazioni si riduceva. Da qui all’esperimento mentale che portò Galileo a ipotizzare due oggetti di peso diverso, legati insieme, cadere dalla Torre pendente di Pisa il passo è breve: l’accelerazione di gravità è indipendente dalla massa degli oggetti in caduta. Un chilo di piombo cade esattamente alla stessa velocità di una piuma in un ambiente privo d’aria, come verificato dall’astronauta David Scott, comandante di Apollo 15, il 2 agosto 1971 sulla Luna. Lasciando cadere contemporaneamente un pesante martello e una piuma, notò che toccavano il suolo lunare nello stesso istante: “Mr. Galileo was correct!”.

Pisa e l’avvento di Internet

Ma oltre alla straordinaria epoca dello sviluppo del metodo scientifico, grazie al quale oggi tutti noi viviamo più a lungo e in migliori condizioni di salute rispetto alle generazioni precedenti, Pisa non ha mai smesso di dare grande importanza all’innovazione, alla tecnologia e alla ricerca, come dimostrato dalla presenza della Scuola Normale Superiore di Pisa, nata per editto napoleonico nel 1810 come filiazione dell’École normale supérieure di Parigi. L’orgoglio cittadino di vivere la ricerca come un’idiosincrasia intrinseca alla realtà pisana portò anche a un significativo record: il 30 aprile 1986 alle ore 18:00, infatti, un terminale dell’istituto CNUCE (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per la prima volta nella storia del nostro Paese, si connesse via ARPANET (il “nonno” di Internet) con una località in Pennsylvania, USA. Ed è forse anche per celebrare il quasi quarantennio di Pisa come città italiana apripista di Internet — e il decimo anniversario della prima rilevazione di onde gravitazionali (avvenuta nel 2015, ma pubblicata nel 2016) — che Pisa ha deciso di continuare nel suo ruolo di centro propulsore di innovazione e ricerca.

dsc0514 L’anima scientifica di Pisa in una mostra d’arte digitale
UN/FRAMED, 2025, bastione del Parlascio, Pisa

UN/FRAMED porta l’arte digitale a Pisa

L’evento UN/FRAMED è dedicato a quello che potremmo definire come il principio di relatività galileiano applicato al mondo dell’arte. Se con Galileo prima e con Einstein poi abbiamo sviluppato il solidissimo principio di equivalenza, che ci porta, attraverso la simmetria continua dei diffeomorfismi, a ritenere inesistente un sistema di riferimento (in inglese frame) privilegiato, con UN/FRAMED giungiamo a una definizione covariante dell’arte digitale: tutto dipende dallo stato di moto (uniforme o accelerato) dell’osservatore. Da qui a pensare ai “moti dell’anima” ideati dal grande toscano Leonardo da Vinci, che con Pisa ebbe una relazione complessa (giunse persino a studiare una deviazione dell’Arno per isolare la città, in un’epoca di guerra con Firenze), il passo è breve. E se la cinematica è così importante per Leonardo, lo è anche per l’arte digitale, che sa aggiungere una dimensione temporale e dinamica all’opera. Non a caso una delle principali esperte mondiali dell’opera di Leonardo da Vinci, la professoressa Sara Taglialagamba dell’Università “Carlo Bo” di Urbino, arricchisce con la sua perizia gli incontri nel contesto dell’evento. La mostra principale di UN/FRAMED è ospitata presso il Bastione–Palazzo del Parlascio, le cui cupe architetture difensive, scarse di luce e ricche di suggestioni, offrono uno scenario quasi onirico che può far pensare al “mito della caverna” di Platone.

La mostra UN/FRAMED a Pisa

Ci sentiamo un po’ come una sorta di versione “digitale” e contemporanea degli artisti del Rinascimento che si calavano all’interno delle grotte del colle Oppio di Roma, che un tempo furono la grandiosa Domus Aurea di Nerone. Le strutture generative di Pablo Alpe crescono come organismi regolati da semplici leggi e sensori che coinvolgono lo spettatore; Owen McAteer scolpisce la luce in installazioni interattive (Aqueduct, Hard Light). Nicola Villa, con A_V Herbarum, traduce segnali del mondo vegetale in tracce visive e sonore; Andrea Paoli, con Pagina materiale / Pagina spirituale, riflette sulla scrittura come processo tra materia e idea; Zhang Lei, con Fluoxetina, mette alla prova la percezione con un’interazione essenziale. Nella sezione dedicata all’intelligenza artificiale compaiono Roco, Scerbo e la scozzese Katie Morris (serie Post-Photography), a mostrare come i dati possano farsi immagine. YOU/Matteo Mandelli, con The Contact, porta la performance al centro. Zhang Wenchao, in 90 minuti di Cosmologia, costruisce un ambiente immersivo che invita a seguire il passaggio dal dato alla forma, in un contesto — quello pisano — estremamente propenso alle riflessioni più profonde sulla natura dell’universo su larga scala. L’opera forse più suggestiva e potente è quella di Adrian Crego, Slaves of Our Own Freedom, in cui le maglie di una rete metallica si librano nell’aria come se fossero gabbiani.

UN/FRAMED: una mostra diffusa

La mostra non si esaurisce a Palazzo del Parlascio: sopra il Bastione e di fronte alla Torre, l’intervento in realtà aumentata di Xu Yutong (Mostra d’arte del XXI secolo) sovrappone livelli digitali al paesaggio, estendendo l’esperienza nello spazio urbano. Numerosi sono inoltre i totem digitali che portano l’arte digitale nelle piazze della città, creando riflessioni inaspettatamente profonde da parte dei passanti sul concetto di arte e di innovazione. Accanto alla mostra, gli incontri curati da Claudio Francesconi: al Palatodisco si è parlato di arte, tecnologia e nuove percezioni con imprese e ricerca; al Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi, l’8 ottobre, si è svolto il panel Dialogando sull’arte digitale con esperti e docenti universitari, oltre a Vincenzo Napolano, responsabile della comunicazione di EGO–Virgo.

UN/FRAMED: proposte per il futuro

Sarebbe bello poter vedere in una delle prossime edizioni di UN/FRAMED anche un’opera di Lia Halloran, artista statunitense celebre per le sue collaborazioni con grandi scienziati come Janna Levin (Manuale di sopravvivenza ai buchi neri, Il Saggiatore, 2022) o Il lato curvo dell’universo (Bompiani, 2025) con Kip Thorne (Premio Nobel 2017 per le onde gravitazionali). Pochi sanno unire come lei rigore e poesia nel raccontare lo spaziotempo. Come ben sa ogni studente di fisica o di matematica che inizia a studiare i fondamenti della relatività su cui si basano gli strumenti di EGO–Virgo in Toscana, “un tensore è un oggetto matematico le cui componenti si trasformano come devono”. La profondità dell’affermazione è tutt’altro che tautologica, come può apprezzare chiunque abbia la fortuna di studiare questi straordinari oggetti inventati dai matematici italiani Tullio Levi-Civita e Gregorio Ricci-Curbastro. Allo stesso modo, come ben sanno gli artisti e i creativi, potremmo parafrasare: “l’arte è ciò che si trasforma come arte”, indipendentemente dal sistema di riferimento estetico adottato. “UN/FRAMED”, appunto.

Thomas Villa

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