L’artista britannico Mark Francis rappresenterà la Repubblica di San Marino alla Biennale di Venezia del 2026

La Repubblica di San Marino presenta la sua partecipazione alla 61esima edizione della Biennale d’Arte, annunciando una nuova sede e il progetto “Sea of Sound”, a cura di Luca Tommasi con il lavoro sinestetico di Mark Francis

Alla prossima Biennale dell’Arte di Venezia, giunta alla sua 61esima edizione, il Padiglione della Repubblica di San Marino potrà contare su una nuova sede, ospite di Tana Art Space, sul percorso che dai Giardini conduce all’Arsenale. È questa la prima novità di una partecipazione longeva, che negli ultimi anni ha visto la piccola Repubblica sanmarinese affidarsi all’organizzazione di FR Istituto d’Arte Contemporanea. Nell’ex deposito di legna e carbone convertito all’arte e alla cultura che si incontra lungo Fondamenta de la Tana, il Padiglione di San Marino – che si presenta in Laguna anche con una nuova identità grafica, nel logo che trae origine da un dipinto al quale sono sovrapposte le tre torri del Monte Titano, simbolo di libertà, indipendenza e creatività – potrà contare su più visibilità e accessibilità.

Mark Francis per il Padiglione di San Marino alla Biennale di Koyo Kouoh

E se nell’edizione 2022 si era scelto di puntare su una mostra a più voci, come nel 2024 – quando a rappresentare San Marino fu l’americano Eddie Martinez – il progetto per la Biennale d’arte 2026 presenterà la visione di un solo artista: il britannico Mark Francis (Newtownards, Irlanda del Nord, 1962). A curare il progetto, intitolato Sea of Sound, è Luca Tommasi: “Non appena è stato rivelato il tema della Biennale, In Minor Keys, di Koyo Kouoh e del suo team, la scelta di Mark Francis mi è apparsa immediatamente naturale e adeguata poiché in piena consonanza semantica e metaforica con le più recenti progettualità dell’artista nordirlandese denominate Soundscapes, Acoustic Ocean, Harmonic Field”. Kouoh, prematuramente scomparsa, interpretava il tema come un invito a rallentare e a fare un respiro profondo, per sintonizzarsi sulle frequenze più basse. “Una metafora presa in prestito dal mondo musicale che non è solo auspicio di riconnessione con il mondo” sottolinea Tommasi “ma anche invito a riconnettersi con sé stessi per perlustrare le proprie emozioni”.

Mark Francis, Audio Code, 2024, oil on aluminium, 60 x 79 cm
Mark Francis, Audio Code, 2024, oil on aluminium, 60 x 79 cm

“Sea of Sound”: un progetto sinestetico sulle frequenze emotive

Sea of Sound accoglierà questo invito attraverso i lavori di Francis, che danno accesso “a un flusso ininterrotto di esperienze sonore, paesaggi sonori che possono essere accoglienti e insieme travolgenti. Un mare composto da infinite sfumature, melodie, dissonanze che costituiscono la nostra identità sensoriale. La Biennale è sempre stata una polifonia dove ogni artista è una voce e contribuisce con la propria autonomia e melodia. Lo scopo è ricercare l’armonia in un contesto indipendente ma allo stesso tempo collettivo”, prosegue il curatore.
Mark Francis ha sviluppato sin dagli Anni ‘90 un lavoro prevalentemente incentrato sulla pittura astratta seppur “in bilico tra astrazione e figurazione”. Un’esperienza sonora ed emotiva che si traduce in opere che evocano sensazioni uditive attraverso la rappresentazione visiva, in una dimensione sinestetica e plurisensoriale. Sea of Sound vuole richiamare la vastità e varietà di suoni e frequenze in cui siamo immersi, alludendo alla capacità di intercettarle, selezionarle e declinarle in esperienze personali, anche attraverso il filtro dell’emotività. “Pur essendo il mio lavoro di natura astratta” spiega l’artista “esso è concettualmente guidato da idee che traggono ispirazione dalla scienza, dal suono e dal colore. Per me è un grande onore rappresentare la Repubblica di San Marino, sarà un viaggio sfidante ed emozionante in una città che ho nel cuore: Venezia l’ho frequentata sin da ragazzo, ed è stata importante nella mia decisione di intraprendere il percorso dell’arte. E rappresentare un padiglione nazionale alla Biennale è uno dei punti massimi nella carriera di un artista”. In Italia, Francis ha tenuto la sua prima personale nel 2022, a Palazzo Collicola (Re-Echo, a cura di Marco Tonelli). Le sue opere sono presenti in numerose collezioni, tra cui la Tate Gallery, l’IMMA Ireland e l’Arts Council England.

Il Padiglione di San Marino alla Biennale d’Arte 2026

Il Padiglione della Repubblica di San Marino sarà diviso in due stanze: nella sala d’entrata una proiezione dal titolo Listening Field condurrà lo spettatore nel mondo delle immagini dell’artista; nella seconda sala una serrata selezione di dipinti inediti di grande formato, realizzati a olio su tela o alluminio, consentirà allo spettatore di approfondire la sua ricerca.
Per scoprirlo bisognerà attendere il 9 maggio 2026, quando la Biennale d’Arte 2026 aprirà le porte. A manifestazione conclusa, per la prima volta nella storia della partecipazione della Repubblica di San Marino, e con il sostegno degli istituti culturali locali, si punta a replicare il padiglione sul territorio sanmarinese.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati