In un’ex cappella di Napoli c’è una mostra d’arte che esalta gli spazi dimenticati
Ospitato nello spazio indipendente Flip Project Space, il progetto espositivo è l'ultimo capitolo di un più ampio progetto di riattivazione di luoghi abbandonati attraverso l'arte contemporanea

Dal 2011, tra le mura di un’ex cappella abbandonata in Via Giovanni Paladino 8, a Napoli, c’è l’artist run space Flip Project Space. Si tratta di un progetto curatoriale indipendente che ha l’obiettivo di tessere una rete di collaborazioni e relazioni con gli attori del panorama contemporaneo attraverso mostre, workshop, screening, seminari e molto altro ancora. Un luogo abbandonato e riattivato grazie all’arte e agli artisti dove, fino all’8 ottobre, sarà ospitato l’ultimo capitolo di Isole dell’Altrove, il ciclo espositivo ideato da De Rebus Sardois e prodotto in collaborazione con lo spazio napoletano. Protagonista di questa tappa finale è l’artista Alessandro Vizzini (Cagliari, 1985), che porta nello spazio un intervento site-specific che dialoga con l’architettura del luogo e con la memoria stessa del paesaggio.

La mostra di Alessandro Vizzini da Flip Project Space a Napoli
Il progetto Isole dell’Altrove nasce come percorso attraverso spazi abbandonati della Sardegna – rovine, ruderi, architetture dismesse – riconvertiti in luoghi di immaginazione, incontro e riflessione. Sul tema, il lavoro di Alessandro Vizzini si è contraddistinto per la capacità di abitare questi interstizi con opere che sembrano visioni emerse da un sogno collettivo.
Un progetto espositivo site specific per l’ex cappella di Napoli
La sua pratica scultorea, tra arte e design, utilizza materiali come legno, terra e argilla, ma anche sostanze sintetiche come poliuretano, resina e pittura. L’effetto è quello di oggetti che appaiono al tempo stesso arcaici e futuribili, fragili ma resistenti, diventando un ponte tra passato e futuro.
Nell’ex cappella di Napoli onde di bronzo, zolfo e argento si rifrangono sulle pareti dello spazio espositivo, restituendo al pubblico un lavoro pensato appositamente proprio per gli ambienti di Flip Project in un intervento che non si limita a occupare il luogo, ma lo riattiva, lo trasforma in soglia e in simbolo.
Alessandro Vizzini: il paesaggio non è mai dato una volta per tutte
Come sottolinea il curatore Stefano Rabolli Pansera nei testi critici che accompagnano la mostra, “le sue sculture ci ricordano che il paesaggio non è mai dato una volta per tutte: è sempre costruito, inscritto in trame materiali, sociali e culturali”. In questo senso, l’opera di Vizzini diventa anche gesto politico, restituendo valore a spazi dimenticati e rimettendo in circolo la loro storia.
Valentina Muzi
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