Il mondo di legno di Paolo Di Capua in una mostra al Palau Martorell di Barcellona 

In una mostra personale negli spazi di Palau Martorell, lo scultore espone 20 anni di lavoro. Il legno delle sue opere rivela ascendenti antichi e moderni, in equilibrio tra astrazione e concretezza

I sotterranei da poco restaurati del Palau Martorell – centro d’arte privato non lontano dalle celebri Ramblas – ospitano Umana Natura, la personale dello scultore Paolo Di Capua (Roma, 1957). Curata da Mario De Candia, la mostra raccoglie una cinquantina di opere realizzate negli ultimi vent’anni e dialoga in maniera ideale con l’ampia retrospettiva di Antoni Clavé (1913-2005) presentata nei piani superiori del palazzo. L’incontro ideale fra l’artista romano e il maestro catalano, pur nella profonda differenza di estetiche e mezzi espressivi, riserva qualche inaspettata sorpresa visiva.  

Una scultura dalle mille sfaccettature 

Paolo Di Capua privilegia il legno come materiale espressivo, ma si discosta sia dalla sperimentazione tridimensionale degli assemblaggi delle avanguardie, sia dalla tradizione scultorea di area dolomitica, così come dall’arte totemica e dall’iperrealismo. Di Capua è uno scultore astratto, con uno stile che evoca, però, il classicismo, la tecnica dell’intarsio e il bassorilievo stiacciato di Donatello. Il suo linguaggio plastico è minimalista, informale e omogeneo: vuole esprimere con essenzialità e coerenza la sintesi fra armonia e contrasto presente nella natura umana o, meglio, nell’Umana Natura – titolo delle quattro ultime personali dell’artista. 

Paolo Di Capua, Umana Natura, exhibition view, Palau Martorell, Barcellona, 2025
Paolo Di Capua, Umana Natura, exhibition view, Palau Martorell, Barcellona, 2025

Paolo Di Capua tra architettura e astrazione 

Da una decina d’anni privilegio il legno di tiglio”, spiega l’artista, “un legno accogliente, con tonalità delicate, senza nodi, con una pasta né troppo dura né troppo morbida che si presta a farsi spaccare con un gesto voluto, calibrato”. Le opere di Paolo Di Capua, dipinte qua e là con tracce di acrilico bianco o nero, o con inserti in metallo, sono perlopiù di piccolo e di medio formato e, pur tendendo all’essenzialità astratta, sono ricche di dettagli curatissimi. “Rifuggo dalla monumentalità della scultura ottocentesca”, prosegue l’artista, che ha studiato con Lorenzo Guerrini e si ispira ai maestri del Novecento come Pericle Fazzini, Arturo Martini e, in un certo modo, Amedeo Modigliani. “La mia percezione dello spazio ha una certa componente architettonica, umana; il mio modo di trattare il legno è talora assai delicato, talvolta invece molto aggressivo, come capita nelle comuni vicende umane”.  

Varietà tra armonie e contrasti 

A Barcellona è possibile ammirare la complessa varietà del linguaggio plastico di Paolo Di Capua, tra armonie e contrasti. Nelle tante opere esposte volume e materia cambiano a seconda della forma bidimensionale o tridimensionale, ma anche in base agli effetti della luce e dell’ombra, grazie ai vuoti e ai pieni creati dall’artista nella lavorazione della materia. Attraverso le diverse sfumature cromatiche del legno i lavori di Di Capua si trasformano di volta in volta nello scorcio di un paesaggio urbano, una casa, una fontana, un vaso cubista, ma anche una foglia stilizzata o il fusto di un albero, senza perdere mai l’essenzialità della propria astrazione geometrica.  

Federica Lonati 

Libri consigliati: 

(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)  

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

Scopri di più