Chiara Bersani, Adji Dieye e Margherita Moscardini sono le finaliste della quinta edizione del MAXXI Bulgari Prize

Per la prima volta nella storia del Premio che vuole sostenere i talenti emergenti dell’arte contemporanea la terna delle finaliste è tutta al femminile. I lavori site-specific delle tre artiste saranno esposti al MAXXI nell’autunno 2026, prima della proclamazione della vincitrice

Chiara Bersani, Adji Dieye e Margherita Moscardini. Tre artiste emergenti, tre donne, per dare seguito a una tradizione che, nella storia del MAXXI Bulgari Prize, riconoscimento nato nel 2018 (ereditando il ruolo del Premio per la Giovane Arte) dalla collaborazione tra il museo romano per le arti del XX e XXI Secolo e la maison Bulgari con l’obiettivo di sostenere e promuovere i giovani talenti del panorama contemporaneo, sembra particolarmente focalizzata sul sostegno al talento femminile.

Adji Dieye. Photo Emmanuel Yoro
Adji Dieye. Photo Emmanuel Yoro

La quinta edizione del MAXXI Bulgari Prize: tre giovani artiste in finale

Dopo la vittoria di Monia Ben Hamouda (Milano, 1991) proclamata all’inizio del 2025, le tre finaliste della quinta edizione del premio sono state annunciate, come di consueto, in occasione di un evento speciale ospitato dall’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, alla presenza di Maria Emanuela Bruni, Presidente Fondazione MAXXI, Matteo Morbidi, Direttore Fondazione Bvlgari e Francesco Stocchi, Direttore artistico MAXXI. E, per la prima volta, la terna scelta dalla giuria internazionale è tutta al femminile.
Nell’autunno 2026, i lavori site-specific di Bersani, Dieye e Moscardini, realizzati appositamente per il Premio, saranno esposti al MAXXI nella mostra a cura di Giulia Ferracci. Al termine del progetto espositivo sarà decretata la vincitrice, la cui opera sarà acquisita dal museo romano, entrando a far parte della Collezione MAXXI.

Chiara Bersani. Photo Lorenza Daverio
Chiara Bersani. Photo Lorenza Daverio

La giuria internazionale del MAXXI Bulgari Prize

A valutare i lavori presentati per la quinta edizione del Premio, la giuria composta da: Francesco Stocchi; Micol Forti, attualmenteDirettrice della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani e nuova Direttrice del MART di Rovereto; Adam Kleinman, Direttore e Chief Curator della Kunsthall Trondheim; Beatrix Ruf, Direttrice della Hartwig Art Foundation; Rein Wolfs, Direttore dello Stedelijk Museum di Amsterdam. Le finaliste sono state scelte tra una rosa di candidati individuati da figure di spicco del panorama dell’arte contemporanea in Italia: curatori, ricercatori, critici e giornalisti (Lucia Aspesi, Matteo Binci, Christian Caliandro, Frida Carazzato, Treti Galaxie, Emanuele Guidi, Denis Isaia, Marta Papini, Anna Santomauro).
Giunto alla quinta edizione” spiega Stocchi “il MAXXI BVLGARI PRIZE conferma il suo ruolo di riferimento nella valorizzazione dell’arte italiana, sostenendo percorsi di ricerca e sperimentazione che riflettono sulle urgenze contemporanee. Inizia oggi un percorso di ricerca e dialogo negli spazi del MAXXI, che accompagnerà le artiste nella produzione di nuove opere, contribuendo ad ampliare il ritratto eterogeneo dell’arte contemporanea italiana e a consolidare il ruolo del Premio come piattaforma di sostegno alla creatività”. “Questa edizione del Premio” aggiunge Morbidi “segna un momento particolarmente significativo per noi. Nel decimo anniversario dalla sua istituzione, siamo orgogliosi di annunciare che il premio entra a far parte delle iniziative promosse da Fondazione Bvlgari”.

Margherita Moscardini
Margherita Moscardini

Chi sono le finaliste della quinta edizione del MAXXI Bulgari Prize

Chiara Bersani (San Rocco al Porto, Lodi, 1984) è una performer, coreografa e artista visiva attiva nell’ambito delle Performing Arts, del teatro di ricerca e della danza contemporanea. È stata scelta dalla giuria “per la sua potente capacità trasformativa: il suo corpo non si limita alla presenza, ma si fa voce e luogo di riflessione, diventando soggetto politico. Gentle Unicorn funge da esempio emblematico del corpo come dispositivo anarchico, che sovverte norme di controllo e disciplina estetica. La sua pratica non si accontenta della testimonianza, ma attiva uno spazio critico dove la corporeità diventa strategia di resistenza, aggregatore di comunità”.
Adji Dieye (Milano, 1991) è un’artista multidisciplinare che vive e lavora tra Milano e Dakar. Attraverso l’analisi di pubblicità, architettura e archivi nazionali, Dieye esplora le estetiche che danno forma alle idee di autodeterminazione e identità collettiva, e la fotografia occupa un ruolo centrale nella sua pratica. “Il suo lavoro” spiega la giuria “sfuma le linee nette tra documentario e invenzione, invitando lo spettatore a una lettura attiva e responsabile della storia della propria terra d’origine, il Senegal. La fotografia è per lei uno strumento in una rete più ampia di pratiche che insieme articolano paesaggi postcoloniali, memorie, silenzi”.
Margherita Moscardini (Livorno, 1981) è interessata ai processi di trasformazione di ordine urbano, sociale e naturale di alcuni territori da cui traggono ispirazione i suoi lavori multidimensionali che, con la complicità del diritto, immaginano modi differenti di abitare: “La sua pratica si fonda su un rigoroso intreccio tra teoria e forma: il suo lavoro non evolve a partire dallo spazio, ma lo interroga per il suo significato urbano, architettonico, sociale. Le sue opere rivelano come l’architettura plasmi non solo il paesaggio fisico, ma la percezione del sé e dell’altro”.

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