Tavoli da ping pong, bandiere e post-it in un’insolita mostra a Istanbul
L’artista italiano Daniele Sigalot porta in scena le sue riflessioni nascoste dietro oggetti insoliti e inaspettati: da un tavolo da ping-pong che si fa metafora del conflitto interiore tra razionale e creatività, alle bandiere che ricordano gli slogan di Donald Trump

La galleria Anna Laudel (un intero edificio terra tetto al centro di Istanbul dotato di magazzini, spazi espositivi e perfino un bar sul roof) porta in scena una nuova mostra di Daniele Sigalot (Roma, 1976). Una sintesi della cifra stilistica dell’artista, che da sempre è caratterizzata da un gioco illusionistico tra apparenza e realtà, nelle forme e nelle idee.
Una citazione curiosa alla base della mostra
Intitolare una mostra citando i Monty Python (un gruppo comico britannico) è sicuramente ottimista: quanti riconoscono davvero il riferimento? Fortunatamente Daniele Sigalot è stato didascalico e ha ricreato anche la locandina del film And Now For Something Completely Different. Sulla sua scrivania però il telefono analogico è rosso, e non si riesce a non pensare al programma tv Affari Tuoi. Riferimento non così improprio: pare che i Monty Python abbiano amato e rubato la frase proprio da un programma tv, Blue Peter, l’Art Attack britannico.
E, allora, si può quasi pensare a Daniele Sigalot come a uno Stefano De Martino dell’arte contemporanea.
Il tavolo da ping pong protagonista della mostra di Daniele Sigalot a Instanbul
Il cuore della mostra è The Ping Pong Paradox, un’installazione che trasforma un tavolo da ping-pong in una metafora del conflitto interiore tra creatività e razionalità. Un lato del tavolo, quello colorato e psichedelico, rappresenta la libertà creativa, mentre l’altro è un labirinto geometrico in bianco e nero, simbolo dell’ordine e della precisione della razionalità.
Per Sigalot l’opera non invita a scegliere una parte, ma a celebrare l’impossibilità di farlo. Certo, il tifo può essere soddisfatto: non manca un merchandising completo, dalle sciarpe alle palline, per ogni squadra.








Le bandiere nella mostra di Daniele Sigalot da Anna Laudel a Istanbul
Flags of No Nations presenta cinque bandiere con slogan pericolosamente verosimili che mettono in discussione norme sociali e verità ereditate: Our country is better than yours, We are right, Our God is stronger than yours, You are wrong, We are more right. Mente chi non ha pensato a Donald Trump e ai suoi rivali quando giocano a “chi ce l’ha più lungo”.
La mostra di Daniele Sigalot da Anna Laudel a Istanbul
Per chi conosce l’artista la mostra è un’occasione per ritrovare tutte le sue evoluzioni: ci sono ancora le idee di carta accartocciata, ma quelle che erano idee sbagliate oggi sono un tributo che rivive nei mosaici: una sorta di autobiografia arborea.
Per chi invece non ha mai visto nulla di Sigalot resta lo stupore per i moltissimi mezzi che la sua creatività sceglie: la carta illusoria di alluminio dei post-it, i neon, le fotografie, la stoffa, l’installazione…
Il tocco sardonico dell’artista si allarga fino al testo critico: in galleria sono esposti due testi, uno scritto dalla curatrice Mina Malaz e l’altro dall’AI, ma non è dato sapere chi abbia scritto cosa.
Maria Letizia Tega
Daniele Sigalot, And now for something completely different
Anna Laudel, Istanbul
12 settembre – 9 novembre 2025
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