Torna ad Abu Dhabi il light festival Manar. Con nuove installazioni luminose e il coinvolgimento della città di Al Ain
Seconda edizione per il festival promosso dal Dipartimento della Cultura e del Turismo dell’Emirato che ha scelto di investire sull’arte pubblica. Con la direzione artistica di Khai Kori e la luce come “bussola”, tra le mangrovie di Jubail Island e le oasi nel deserto di Al Ain

Si consolida anno dopo anno il programma promosso dal Dipartimento della Cultura e del Turismo di Abu Dhabi incentrato sull’arte pubblica, avviato nel 2023 con l’obiettivo di trasformare la capitale emiratina in un centro culturale globale. Per sostenere e stimolare l’industria creativa di Abu Dhabi, l’iniziativa si avvale di un investimento che supera i 35 milioni di dollari all’anno. Un impegno intenso concentrato principalmente sull’organizzazione di due appuntamenti biennali, che si avvicendano tra loro: il light festival Manar Abu Dhabi, primo a esordire in ordine di tempo alla fine del 2023, e la Public Art Abu Dhabi Biennial, che ha debuttato alla fine del 2024 con la sua prima edizione, conclusa alla fine di aprile 2025.
La seconda edizione del light festival Manar Abu Dhabi
Ora è già tempo di una nuova edizione di Manar, che inaugurerà il prossimo 15 novembre sotto la direzione artistica di Khai Kori. Se al suo esordio il festival era subito riuscito a imporsi per l’ambizione delle sue commissioni site-specific, coinvolgendo artisti internazionali di grande fama come Carsten Holler, Shilpa Gupta, Rafael Lozano-Hemmer, Jim Denevan, la seconda edizione promette di rilanciare con nuove installazioni luminose e l’espansione verso la città di Al Ain, raggiungibile nell’entroterra dell’Emirato, a circa 150 chilometri dalla capitale costiera.
Le novità di Manar. Dalla città di Al Ain alle nuove installazioni luminose
Patrimonio Unesco per la presenza di importanti siti archeologici, Al Ain offrirà un set inedito al festival, quest’anno dedicato al tema The Light Compass. Proprio il rapporto ancestrale del Golfo di Abu Dhabi con la luce – faro per gli antichi naviganti e per i nomadi nel deserto, e metaforicamente simbolo di conoscenza – ha ispirato il focus cui attingeranno gli artisti coinvolti (emiratini e internazionali).
Manar presenterà dunque oltre 19 nuove installazioni luminose e proiezioni immersive da scoprire tra le mangrovie caratteristiche del paesaggio del Golfo (cuore della rassegna sarà Jubail Island), banchi di sabbia e giardini, oltre che – in trasferta – negli spazi designati di Al Ain (le oasi di Al Qattara e Al Jimi, che “apriranno” in anticipo, già a partire dal primo novembre, in concomitanza con il Festival dell’Artigianato Tradizionale). La mostra si concluderà il 4 gennaio 2026.
La direzione artistica di Khai Kori
Khai Kori, curatore indipendente che vive e lavora a Singapore, è stato designato come direttore artistico per la sua lunga e qualificata esperienza nell’ambito dell’arte contemporanea. Già vicedirettore artistico al Palais de Tokyo di Parigi, è stato in passato Curatore Senior del Singapore Art Museum, occupandosi della collezione pubblica di arte contemporanea di Singapore, e Curatore Senior presso il dipartimento di Sviluppo Curatoriale del National Heritage Board di Singapore. “Questa edizione di Manar sarà un viaggio di navigazione e scoperta” spiega Kori “invitandoci a connetterci con i paesaggi e le storie rivelate dalla luce”.
L’allestimento di Manar è co-curato da Alia Zaal Lootah, Munira Al Sayegh e Mariam Alshehhi. Alla mostra si accompagnerà un public programme di incontri, performance, laboratori e talk aperti al pubblico.
Nelle prossime settimane saranno svelati i nomi degli artisti partecipanti.
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