In un antico palazzo salentino una mostra cerca di comprendere il senso del sacro
Nel cuore della Puglia il progetto “Terre Intrecciate”, realizzato dalla Galleria Fitzpatrick con l’artista Jacopo Mazzetti, attraverso opere provenienti da epoche e geografie diverse, si propone di condurre un’indagine tra storia, religione e attualità

Il settecentesco Palazzo Carrozzini di Soleto nel Salento ospita Terre intrecciate, progetto della galleria Fitzpatrick in collaborazione con l’artista Jacopo Mazzetti (Milano, 1987). Convertito da dimora nobiliare in fabbrica di tabacco, il palazzo ha attraversato la storia del Salento. Le pareti, arricchite da affreschi e segnate dalla produzione industriale, raccontano di una sovrapposizione di storie, vite e significati. Il palazzo diventa così il contenitore perfetto per riflettere i temi delle opere in mostra: vite intrecciate e storie sovrapposte.
I tre strati di “Terre intrecciate” per interpretare il sacro nel cuore del Salento
La mostra si articola in tre strati o “livelli” che, pur rimanendo distinti, si intrecciano e sovrappongono, concentrando la ricerca dell’artista sull’urgenza umana di mediare con l’ultraterreno.




Il primo strato di “Terre Intrecciate” a Palazzo Carrozzini
Il primo strato, The Suspended Village, mette al centro l’opera di Alexandru Chira (1947 – 2011). L’artista rumeno indaga i sottili legami tra la dimensione storica e quella spirituale. Nelle sue opere il villaggio metafisico immaginato dal filosofo Lucian Blaga si sovrappone al suo villaggio natale reale di Tauseni, creando un dialogo tra i cicli naturali del mondo rurale e la simbologia sacra.
I manufatti e gli oggetti storici in mostra nell’antico palazzo
Il secondo strato Herald of the Autochthonic Spirit, ha un carattere spiccatamente storico-culturale, tracciando un percorso tra manufatti e oggetti da tutto il mondo e diverse epoche, dal I Secolo d.C. ai primi anni del XX Secolo.
Le opere di questo livello offrono una panoramica sulla questione del rapporto con il sacro nelle diverse culture, ponendo interrogativi in merito all’intreccio fra potere istituzionale, religione e controllo.







L’ascesa della ricerca verso il mondo ultraterreno
Il terzo e ultimo strato, che mutua il titolo da un’opera del simbolista Odilon Redon: Oannes: I, the first consciousness of chaos, arose from the abyss to harden matter, to regulate form e riunisce artisti moderni e contemporanei.
Le opere degli autori presentati: Guido Biasi, Kerstin Brätsch, Carlo Bugatti, Haris Epaminonda, Matthew Lutz-Kinoy, Arthur Marie, Jacopo Mazzetti, Odilon Redon, Carol Rama, Sophie Reinhold e Beatrice Wood, introducono variazioni prospettiche che si intrecciano, complicando l’indagine intorno all’ultraterreno.
Le parole del curatore di “Terre Intrecciate” a Soleto in Puglia
“Terre Intrecciate sonda il desiderio universale di comprendere il sacro, offrendo una meditazione sulla trascendenza, dove mondo terreno e celeste si incontrano in un sottile e tacito dialogo” dichiara il curatore Jacopo Mazzetti, che conclude: “Nella mostra emerge una temporalità stratificata in cui passato, presente e futuri immaginati coesistono in tensione, richiamando l’attenzione sull’atto stesso dell’interpretazione come gesto metafisico”.
Cristina Carriere
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