Nel 2026 a New York apre Canyon. Un nuovo centro per l’arte, tra video, suono e performance

L’arte time-based è al centro della ricerca e della programmazione dello spazio culturale che nascerà nel Lower East Side, all’interno di un ex locale commerciale riprogettato dallo studio New Affiliates. Dietro al progetto il filantropo Robert Rosenkranz e il direttore fondatore del MASS MoCA, Joe Thompson

Dopo la riapertura della Frick Collection, modernizzata del restyling affidato ad Annabelle Selldorf, l’evento culturale più atteso del 2025 a New York è in programma per l’autunno, quando sarà finalmente pronto l’ampliamento del New Museum progettato da OMA (e in autunno è previsto anche il debutto del nuovo quartier generale di Sotheby’s al Breuer Building). 

Il debutto di Canyon a New York nel 2026

Ma nella grande metropoli le novità si avvicendano rapidamente, e già si preannuncia, per il 2026, la nascita di un nuovo spazio culturale che sta destando curiosità. Si chiamerà Canyon, e sarà un centro dedicato alle arti performative e time-based: un progetto promosso dal collezionista e filantropo Robert Rosenkranz con Joe Thompson, già alla guida del MASS MoCA – il Museo di Arte Contemporanea del Massacchusetts – dalla prima fase embrionale alla fine degli Anni Ottanta fino al 2021.
Proprio la lunga esperienza di Thompson sarà messa al servizio del nuovo museo newyorkese, che nascerà all’interno di un ex fondo commerciale dismesso da tempo, nel Lower East Side, nei pressi del ponte di Williamsburg (al 200 di Broome Street). 

Gli obiettivi e gli spazi di Canyon nel Lower East Side

Thompson, che dirigerà il Canyon (ad affiancarlo, nel ruolo di curator-at-large ci sarà Sam Ozer, fondatore del festival messicano TONO; direttore artistico e tecnologico sarà invece Cass Fino-Radin), lo immagina come uno spazio conviviale, che invogli le persone a recarsi al museo come farebbero per trascorrere una serata a teatro o a cena con gli amici. Dunque anche l’articolazione dei diversi ambienti e il loro allestimento, oltre alla natura delle installazioni legate principalmente alla video art e alla sound art, contribuiranno a offrire uno spazio confortevole e accogliente, pensato per valorizzare la “durational art” in poco più di 3.500 metri quadri di superficie a disposizione. A firmare il progetto è lo studio di architettura New Affiliates: le gallerie espositive occuperanno poco meno della metà della superficie complessiva, e ci sarà spazio anche per una piazza rialzata (alta 18 metri), riservata a performance e incontri, oltre che per una sala da 300 posti per concerti, conferenze, proiezioni e registrazioni di podcast. Del resto, l’obiettivo è anche quello di collaborare con gli artisti sin dalla produzione dell’opera, invitandoli a sperimentare insieme sull’audiovisivo e sulle performance, per ripensare le modalità di fruizione e stimolare nuove forme di aggregazione. Tra i servizi al pubblico anche una caffetteria e un ristorante.

Le prime mostre e iniziative di Canyon nel 2026

La programmazione potrà contare su una rotazione di mostre ed eventi, che si avvicenderanno per tre volte all’anno, in primavera, estate e autunno. Già resi noti i primi progetti: una retrospettiva sull’artista e compositore giapponese Ryoji Ikeda e un’edizione ampliata di Worldbuilding: Gamind and Art in the Digital Age, la collettiva sulla relazione tra videogiochi e arte contemporanea curata da Hans Ulrich Obrist per la Julia Stoschek Foundation di Düsseldorf, dove la mostra – concepita per essere itinerante – esordì nel 2022, prima di spostarsi al Centre Pompidou Metz nel 2023. La natura immersiva e votata a favorire una fruizione dell’arte prolungata nel tempo di Canyon, che lo stesso Obrist ha definito “un nuovo fuso orario per l’arte”, ben si presterà ad accogliere l’esordio oltreoceano di Worldbuilding, che mette insieme i contributi di oltre 30 artisti di fama internazionale, come Rebecca Allen, Cory Arcangel, LaTurbo Avedon, Meriem Bennani, Ian Cheng, Cao Fei, Harun Farocki, Porpentine Charity Heartscape, Pierre Huyghe, Rindon Johnson, KAWS, Sondra Perry, Jacolby Satterwhite, Sturtevant, Suzanne Treister.
Per le arti perfomative, invece, si prospetta il coinvolgimento di William Kentridge, Trooko, Laurie Anderson.
Altri eventi e iniziative saranno invece sviluppati dai partner istituzionali di Canyon: Electronic Arts Intermix, Rhizome e The ARChive of Contemporary Music.
Per accedere allo spazio e godere dei suoi contenuti, il pubblico pagherà 30 dollari, quanto il più costoso dei musei di New York (il MoMa). Una fee che probabilmente risponde alle esigenze del business plan: Rosenkranz investirà 10 milioni di dollari per la riqualificazione dell’edificio e poi finanzierà, in buona parte, le onerose spese messe a budget per il funzionamento del centro (che nasce come organizzazione senza scopo di lucro), pari a 10 milioni di dollari all’anno. Il contributo dei visitatori sarà però importante per determinare il successo di Canyon sul lungo periodo, in una città che partorisce novità con la stessa velocità con cui le brucia. Scolaresche e iscritti al circuito delle biblioteche cittadine entreranno gratuitamente.

Livia Montagnoli

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