I diversi lati della rivoluzione secondo l’artista Paolo Leonardo in mostra a Firenze 

La personale di Leonardo ci presenta un bivio. Da un lato, intende rammentarci dell’indelebile drammaticità della stagione del Sessantotto francese ed italiano; dall’altro, sembra denunciare con nostalgia l’impotenza politico-sociale del mondo di oggi

Che c’entriamo noi con la rivoluzione? Presso la sede della Galleria Alessandro Bagnai a Firenze si terrà fino al 19 luglio la personale di Paolo Leonardo (Torino, 1973) dal titolo Maggio, in riferimento a due serie di lavori su carta realizzati tra il 2015 e il 2017. Pur rimettendo in scena le immagini delle lotte proletarie e dei movimenti studenteschi degli anni Settanta, la mostra può diventare un’occasione di riflessione diacronica sull’attitudine politica. 

Paolo Leonardo, Atlante in attesa della rivoluzione, 2015. Installation view Maggio, Firenze 2025, Courtesy Galleria Alessandro Bagnai. Ph @ Jessica Macchiavelli
Paolo Leonardo, Atlante in attesa della rivoluzione, 2015. Installation view Maggio, Firenze 2025, Courtesy Galleria Alessandro Bagnai. Ph @ Jessica Macchiavelli

Paolo Leonardo alla Galleria Bagnai 

La cifra caratterizzante della ricerca poetica di Leonardo sta nella riappropriazione empatica della rappresentazione per immagini propria del mondo visuale contemporaneo. Al fine di restituire l’essenza significativa e l’eloquenza alle fotografie documentarie, attua una selezione dall’immenso archivio esistente e interviene pittoricamente sulle stesse. È proprio attraverso la rielaborazione artistica che prende forma uno sguardo del tutto attuale “investito di emozioni”. 

Paolo Leonardo, Parigi, Maggio, 1968_Torino, Maggio, 1973, via Bligny, 2016-17. Maggio, Firenze 2025, Courtesy Galleria Alessandro Bagnai
Paolo Leonardo, Parigi, Maggio, 1968_Torino, Maggio, 1973, via Bligny, 2016-17. Maggio, Firenze 2025, Courtesy Galleria Alessandro Bagnai

Leonardo: un omaggio ai fuochi e ai fumi della rivoluzione 

Leonardo, con un ciclo di 20 opere dal titolo “Parigi, Maggio, 1968 / Torino, Maggio, 1973, via Bligny”, ci riporta all’impetuoso sentimento di ribellione che aveva animato le rivolte studentesche parigine, gli scioperi sindacali, gli scontri armati e l’occupazione operaia dello stabilimento FIAT di Mirafiori. L’atmosfera plumbea che connota ciascuna opera narra un esercizio di potere politico, socioculturale ed economico. Una forma di lotta che è stata capace di ottenere risultati, ma che di certo, non è stata esente da tragicità. Emerge così l’impressione che la memoria delle immagini non solo sia consunta dal tempo, ma bruci ancora di violenza. 

Paolo Leonardo, Parigi, Maggio, 1968_Torino, Maggio, 1973, via Bligny, 2016-17. Installation view Maggio, Firenze 2025, Courtesy Galleria Alessandro Bagnai. Ph@ Jessica Macchiavelli
Paolo Leonardo, Parigi, Maggio, 1968_Torino, Maggio, 1973, via Bligny, 2016-17. Installation view Maggio, Firenze 2025, Courtesy Galleria Alessandro Bagnai. Ph@ Jessica Macchiavelli

Leonardo: un rivoluzionario in attesa 

La serie di dittici intitolata “Atlante in attesa della rivoluzione” ci pone di fronte a una realtà antitetica. Una figura maschile con un passamontagna è a capo chino in un atteggiamento di passiva rassegnazione, spera, “aspetta una possibile quanto utopistica nuova rivoluzione”. L’accento provocatorio di quest’opera sta nell’evocazione mitologica; nel voler assegnare al soggetto il compito di sorreggere sulle spalle il peso del mondo e delle sorti umane. Leonardo forse intende chiederci quanto a lungo saremo disposti a fare da Telamoni, quanto a lungo vorremo aspettare per qualcuno che ci salvi dalla nostra impotenza? 

Elisa Perissinotti 

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