Nella Chiesa di San Carlo a Cremona la performance dell’artista Marcello Maloberti dura una sola notte
Sotto le volte della chiesa sconsacrata del XVII Secolo Maloberti installerà una scritta al neon alimentata da una batteria da camion: esauribile e precaria

S’intitola Metronotte l’intervento site-specific che l’artista Marcello Maloberti (Codogno, 1966) presenterà per una sola notte nella Chiesa di San Carlo a Cremona, dalle ore 18 di giovedì 17 luglio alle ore 9 di venerdì 18. Sotto le volte della chiesa sconsacrata, risalente al XVII secolo, Maloberti infatti installerà – con la curatela di Giulio Dalvit – una delle sue scritte al neon, una sola parola: DIO.
L’installazione “Dio” di Marcello Maloberti a Cremona
Ma non si tratta di un’insegna religiosa. La parola, tracciata con la grafia imperfetta di un bambino, è azzurra come il gas che l’alimenta, fornito da una batteria da camion. Dunque, quello di Maloberti è un Dio a tempo, un Dio precario.
Marcello Maloberti tra spiritualità, tempo e consumo
“Da un lato, è una bomba pronta ad esplodere. Dall’altro, è anche un’installazione delicata, una luce destinata ad affievolirsi fino al suo completo spegnimento. L’artista riflette sulla necessità da parte dell’uomo di alimentare la sacralità, custodirla, e prendersene cura, in una ricerca del mistico nelle cose che va oltre i confini del Dio cristiano, per estendersi a qualsiasi forma di divinità”, spiegano dallo spazio espositivo e di ricerca San Carlo Cremona che insieme alla Galleria Raffaella Cortese di Milano è promotore del progetto. Tra spiritualità, tempo e consumo, si inserisce anche la figura del metronotte. Due agenti in divisa presidieranno l’opera come guardiani silenziosi. Le loro auto parcheggiate all’esterno della chiesa segnaleranno così una presenza vigile, necessaria, ma anch’essa a tempo. Non sono simboli ma testimoni: “funziona come controcanto alla fragilità dell’opera”, continuano.
Marcello Maloberti sul valore della cura
Maloberti non propone risposte, ma accende interrogativi. Sul divino, sul ruolo della bellezza, sul valore della cura. E sul potere dell’arte di creare luoghi in cui anche ciò che è destinato a spegnersi lascia una scia.
Redazione
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