Nel festival teatrale di Narni per la prima volta arriva anche l’arte contemporanea 

È “Giocare la vita” il tema scelto per la sesta edizione di Narni Città Teatro che si propone di intrecciare e far dialogare le arti performative e quelle visive con mostre che raccontano storie di esilio e diaspora ma anche resilienza e speranza

Riflette sul valore della vita, la sua fragilità e la forza che ne deriva nell’affrontarla l’edizione 2025 di Narni Città Teatro, il festival multidisciplinare della città umbra che presenta per il sesto anno consecutivo un calendario ricco a variegato di spettacoli teatrali, musicali e coreografici. Ma la vera novità è che per la prima volta al palinsesto dedicato alle arti performative verrà affiancata una programmazione incentrata sull’arte contemporanea a cura della curatrice e presidente dell’associazione culturale Passager Antonella Liuzzi. Così, dal 6 all’8 giugno 2025, mostre fotografiche, performance e video performance, oltre a talk e interviste radio racconteranno storie di esilio e diaspora ma anche resilienza e speranza.

Il programma di arti visive a Narni Città Teatro 2025

Dall’incontro con Antonella Liuzzi nasce la volontà di fare entrare anche le arti visive in un festival multidisciplinare per permettere sempre di più così allo spettatore di fruire di un’esperienza non solo culturale, ma emotiva a 360 gradi. Sarà l’inizio di un triennio nel quale Antonella Liuzzi creerà per noi un percorso che affronterà il tema dell’umano che è quello centrale di tutte le forme d’arte. Il festival diventa dunque anche un luogo di produzione d’arte visiva o di forme diverse dell’arte contemporanea, una fabbrica dove qualcosa che prima non c’era e che dopo il festival ci sarà”, spiegano ad Artribune Davide Sacco e Francesco Montanari, rispettivamente regista e drammaturgo e attore, entrambi alla direzione artistica del festival.

Il tema 2025 di Narni Città Teatro 

È Giocare la vita il tema scelto per questa edizione che si propone di esplorare il potere trasformativo del gioco grazie al dialogo di pratiche artistiche che si contaminano e stimolano a vicenda. “Ho dato un’interpretazione personale al tema partendo dal significato etimologico della parola ‘gioco’, che è uno scherzo, una gara, intendendola come un’azione, una manifestazione in relazione alla parola vita come una leva di trasformazione e cambiamento. Mi sono concentrata sul concetto di identità e non nego che mi è subito venuto in mente Adrian Paci perché è un artista che seguo da tantissimo tempo e che utilizza un linguaggio molto potente ed evocativo, indagando attraverso le sue opere i concetti di identità, viaggio, migrazione, trasformazione, morte”, continua la curatrice Liuzzi.

L’arte di Adrian Paci a Narni Città Teatro 2025

A inaugurare la sezione dedicata alle arti visive, infatti, sarà un focus sull’opera video di Adrian Paci in programma per il 6 giugno 2025. Le tre video-performance proposte – The Encounter (2011), Prova (2019) e Vajtojca (2002) – parlano di memoria, identità e trasformazione attraverso il corpo, il gesto e il tempo. I lavori di Paci, artista albanese noto per la sua capacità di fondere la propria biografia con riflessioni universali, parlano di limiti, attese e gesti minimi che racchiudono l’intera esperienza umana. Sempre il 6 giugno, poi, sarà il Chiostro di Sant’Agostino a ospitare Chordsun’inedita performance-rituale che coinvolge lo spettatore in un’esperienza partecipativa. In scena, un gruppo di uomini si unirà all’artista in un’azione corale che riflette sull’idea di corpo come misura, luogo e relazione attraverso la stretta di mano.

L’inedita performance-rituale di Adrian Paci 

Non è la prima volta che scelgo la stretta di mano. In The Encounter ho creato un grande momento di celebrazione per questo gesto. Mi interessa per la sua semplicità quotidiana, ma anche per le implicazioni culturali e storiche. Viene usato nei funerali come nei matrimoni, quando si fa un accordo e quando si chiude un conflitto. È un gesto antico ma continua a persistere anche ai nostri giorni. Chords invece, oltre che per il gesto della stretta di mano si caratterizza per la presenza fisica che disegna lo spazio. Il corpo attraverso il gesto si muove nello spazio e lo abita creando insieme ad altri corpi delle linee che disegnano lo spazio. In generale mi interessano gli elementi semplici che contengono memorie e suggestioni e questo gesto secondo me ha queste caratteristiche”, spiega Paci. 

La mostra fotografica che racconta i rifugiati Rohingya 

Completa, infine, il programma la mostra fotografica Oltre quel confine è la mia casa, curata dal giornalista e documentarista Shafiur Rahman. Questa raccoglierà immagini scattate dai rifugiati Rohingya nei campi profughi del Bangladesh durante la pandemia: un progetto nato per dare voce a una popolazione perseguitata e dimenticata, privata di ogni diritto e costretta all’esilio. Così, attraverso la fotografia, i rifugiati raccontano in prima persona la loro realtà quotidiana, tra sofferenza, resilienza e speranza. Le stesse immagini sono state esposte al Museo del Dialogo di Lampedusa, al British Museum di Londra e all’Università di Oxford. “Mi sono imbattuta per interessi personali e professionali in questo lavoro, portato in Italia per la prima volta dal Comitato 3 ottobre molto attivo a Lampedusa, che racconta il popolo senza stato dei rifugiati Rohingya. La mostra è nata grazie a un contest fotografico lanciato dal giornalista del Bangladesh (dove ha sede il campo Rohingya più grande del mondo) Shafiur Rahman al quale hanno aderito tantissime persone. In collegamento al tema del festival, la mostra nasce da una competizione, ma attraverso questo gioco nato per intrattenere i rifugiati durante la pandemia da Covid-19, è nata una possibilità data a loro di esprimere la loro condizione di vita e di far conoscere la loro storia nel mondo”, conclude Antonella Liuzzi.

Caterina Angelucci

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Caterina Angelucci

Caterina Angelucci

Caterina Angelucci (Urbino, 1995). Laureata in Lettere Moderne con specializzazione magistrale in Archeologia e Storia dell’arte presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 2018 al 2023 si è occupata per ArtsLife di contenuti e approfondimenti per la sezione…

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