Incisione contemporanea. 12 artisti decostruiscono il mezzo a Firenze 

Negli spazi storici della Fondazione Il Bisonte, tra le eccellenze italiane nel campo della grafica, una mostra celebra l'incisione con soluzioni antiche e nuove

Nella sede storica de Il Bisonte di Firenze, eccellenza dell’incisione italiana nata nel 1959 per volontà della partigiana Maria Luigia Guaita, è in corso la mostra Post print media, frutto della residenza artistica svoltasi presso la Fondazione e i suoi laboratori a cura di Silvia Bellotti. Dodici artisti contemporanei internazionali, anche grazie a diverse collaborazioni con istituzioni di tutto il mondo, si confrontano con il medium antichissimo per dare vita a nuove soluzioni. 

Post print media: le opere in mostra 

Tra gli altri, l’americana Victoria DeBlassie, ad esempio, scardina il procedimento, uscendo dall’utilizzo più convenzionale della carta per creare una pelle, quasi un alveare scompaginato dove le cellette e le geometrie sono composte da bucce di arancia. Alla sensazione visiva, tattile e tridimensionale si aggiunge così la dimensione olfattiva. Juan Pablo Macías, tra i protagonisti dell’esperienza di Carico Massimo a Livorno, ritrova lastre dimenticate e irrecuperabili e riporta in vita le immagini sbiadite che esse conservano ricoprendole di una grafia nuova, frasi di Pierre-Joseph Phoudon e Marcel Jousse tradotte in lingua etrusca. Luca Sposato utilizza nelle sue acqueforti la scrittura (è anche critico d’arte) come mezzo espressivo fino a decomporla, in una trama finissima. Chiara Chimirri si confronta con le tematiche legate alla gentrificazione di Firenze, il tema dello spazio pubblico e della progressiva turistificazione della città, con un’attenzione particolare per il quartiere di San Niccolò (nel quale si collocano gli spazi della fondazione). Al quartiere guarda anche Gemma Mazzotti che si confronta con l’opera di Andrej Tarkowskij, tra gli insospettabili ex residenti di Via San Niccolò al civico 91. L’artista, pittrice di formazione, attinge dall’iconografia del regista, tra video, polaroid e sceneggiature. Il tema della memoria torna forte anche nelle opere di Giulia Sensi. Robert Minervini unisce nelle sue nature morte iperrealistiche tecniche antiche a sapienza digitale 

Post print media: il concept della mostra 

Se il tema della variazione è il filo conduttore che unisce le esperienze, condotte liberamente dagli artisti in luoghi che conservano libri, memorie ed opere di artisti che hanno nel passato fatto tappa al Bisonte, da Pomodoro a Moreni, dai metafisici, addirittura Henry Moore, che ebbe proprio grazie alla Guaita una mostra a Forte Belvedere. Il mondo del fumetto e dell’illustrazione trovano compimento nelle acquetinte di Manfredi Ciminale e Antonio Pronostico Il canadese David Hanes porta dall’Ontario la sua vivace tavolozza e le forme che dal figurativo virano verso l’astrazione, Walter Rindone mostra tutta la sua padronanza nel mezzo espressivo con virtuosismi che da iconografie lontane del tempo stilizzano fino all’oggi, Silvia Vendramel fa infine incontrare incisione e scultura andando a scavare nella carta cotone sfondando la bidimensionalità del foglio. “Liberata delle sovrastrutture formali e tecniche” spiega Bellotti, “la stampa assume così la valenza di “oggetto teorico” (Krauss, 2005) inaugurando un rapporto dialogico con la filosofia e con i linguaggi artistici che compongono il panorama complesso e sfaccettato dell’arte contemporanea”. 

Santa Nastro 

Firenze//fino al 16 febbraio 
Galleria Il Bisonte  
Fondazione Il Bisonte, via S.Niccolò 24 rosso, Firenze  

Aperta da lunedì a venerdì, 9:00-13:00 / 14:30-18:30 

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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