Morta l’artista polacca e pioniera femminista Natalia LL
Natalia Lach-Lachowicz aveva lavorato con pittura, fotografia, disegno, performance e videoarte commentando con uno stile ironico e graffiante il modello consumistico televisivo
È morta a 85 anni l’artista polacca d’avanguardia Natalia Lach-Lachowicz, nota anche come Natalia LL. A darne notizia è lo storico dell’arte e presidente della fondazione ZW Mateusz Kozieradzki. Natalia LL, che aveva lavorato con pittura, fotografia, disegno, performance e videoarte, era un’artista d’avanguardia ed era considerata fin dai primi anni Settanta una pioniera femminista.
CHI ERA L’ARTISTA D’AVANGUARDIA NATALIA LL
Natalia Lach, nata a Żywiec nel 1937, aveva studiato alla Scuola Superiore Statale di Belle Arti (ora Accademia di Belle Arti di Breslavia) e si era diplomata presso l’Associazione dei Fotografi d’Arte Polacche. Artista concettuale associata alla scena d’avanguardia, si era occupata di grafica, pittura, fotografia, progetti video e film, co-fondando nel 1970 il gruppo di artisti PERMAFO e una galleria insieme a Zbigniew Dłubak e Andrzej Lachowicz, di cui assunse il cognome dopo il matrimonio nel 1971: da qui in poi fu nota come Natalia LL. Dagli anni Settanta, con opere come Velvet Terror (1970), venne associata al movimento artistico femminista internazionale: diventano celebri soprattutto le opere che includono immagini tratte o ispirate a pubblicità televisive e a stampa degli anni ’70 e ’80, che Natalia LL decostruiva con forte spirito satirico. Celebre soprattutto le serie di scatti Consumer Art e Post-Consumer Art (1972–1975), raffiguranti primi piani di donne che mordono o leccano cibi fallici come banane e salsicce: letta come una critica contro la rappresentazione mainstream delle donne in chiave pornografica, venne al tempo ridimensionata dalla stessa artista definita non tanto quanto “una lotta perversa con il culto del fallo e con la mascolinità”, ma “piuttosto la manifestazione di un sentimento di vita e vivacità“.
L’ARTE DI NATALIA LL TRA COMMENTO SOCIALE E SPIRITUALITÀ
Più tardi la stessa artista si allineò di più con il movimento: “Tutta la mia arte del 1972 era legata al gioco concettuale e al consumo. L’evidente perversione dell’arte di consumo era una sorta di presa in giro del mondo della concretezza, così le banane tra le labbra sottomesse e affascinanti potevano trasformarsi, grazie alla nostra immaginazione perversa, in peni assetati di carezze“, scriveva a proposito l’artista nel catalogo della mostra Secretum et tremor al Centro per l’Arte Contemporanea di Toruń nel 2015. Le sue opere sono rimaste a lungo al centro delle polemiche in patria: è del 2019 il cosiddetto “bananagate” che ha visto rimuovere, dopo una denuncia anonima, le opere di Natalia LL, Katarzyna Kozyra e del duo formato da Karolina Wiktor e Aleksandra Kubiak da una mostra al Museo Nazionale Polacco di Varsavia. Le opere erano state poi reintegrate.
Dopo aver sofferto di una grave malattia alla fine degli anni Settanta, Natalia LL iniziò ad approfondire soggetti trascendentali e mitologici, fotografando spesso le proprie performance e rivedendo in una nuova luce i lavori precedenti. Nel 2000, per esempio, con il testo breve The Physicality of the Body, rilesse testi come A Word about the Body (1980), Body Art and Performance (1984) o The Theory of the Head (1991) in chiave cattolica: “Il mistero dell’incarnazione mostra la vera essenza del corpo, che può essere trattata similmente nell’arte. Nella materia artistica volatile, il corpo diventa una sfera in cui si tocca il mistero dell’esistenza“.
Nonostante le controversie, Lach-Lachowicz ricevette nel 2007 la Medaglia d’argento al merito alla cultura della Polonia, nel 2013 il premio Katarzyna Kobro e nel 2018 il Rosa Schapire Art Prize.
– Giulia Giaume
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati