Essere cittadini. La pittura di Guillermo Kuitca a Milano

Triennale Milano accoglie le riflessioni pittoriche di Guillermo Kuitca, nell’ambito del progetto commissionato al pittore argentino dalla Fondation Cartier di Parigi.

Cosa significa essere “cittadini”? Qual è il ruolo dell’essere umano nell’apparato sociale di costruzione di una comunità, di qualsiasi dimensione essa sia?
Guillermo Kuitca, pittore argentino nato nel 1961, affronta questa riflessione nel terzo dei progetti espositivi a lui commissionati dalla Fondation Cartier, che arriva a occupare gli spazi della Triennale di Milano con la sua selezione di opere dalla collezione della fondazione parigina.
Dopo Les Habitants (Parigi, 2014) e Les Visitants (Buenos Aires, 2017), l’artista sceglie Les Citoyens come titolo per la sua mostra: un termine chiave che, rispetto alla nozione di stanziamento più o meno definitivo in un luogo rispecchiato nei progetti precedenti, porta in sé in più un’idea intrinseca di responsabilità sociale. Una cosmogonia, come la definisce lo stesso Kuitca – per il quale l’architettura e la cartografia sono temi ricorrenti e che in questa occasione trascende le definizioni di artista o curatore per diventare un vero e proprio primo cittadino, primus inter pares tra i nomi che popolano il group show.

L’ARTE DI GUILLERMO KUITCA

Gruppo, insieme, comunità e costellazione sono i concetti cardine del pensiero teorico sotteso alla mostra: tutti nomi collettivi che definiscono una moltitudine di agenti individuali che entrano in relazione tra loro. Ed è proprio questa la forza che attiva i lavori esposti – anzi, le forze, perché le collettività messe in moto sono molteplici e disposte su diversi piani intersecati, a creare un complesso reticolo tridimensionale di rapporti senza gerarchia o sistema di potere alcuno. Alla base c’è l’atto creatore dell’artista (paradossalmente, tutte singole individualità, non ci sono gruppi o collettivi tra i selezionati), l’energia primigenia e generatrice, accomunato nei pezzi in mostra dal dare vita a opere a loro volta composte da numerosi elementi omogenei, moltitudini raggruppate sotto l’ombrello di un titolo. Sono proprio queste opere-cluster a formare l’insieme della mostra.

Guillermo Kuitca durante l’installazione della mostra Les Habitants, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi 2014. Photo © Olivier Ouadah

Guillermo Kuitca durante l’installazione della mostra Les Habitants, Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi 2014. Photo © Olivier Ouadah

KUITCA E LA COMUNITÀ

Ma i lavori sono uniti anche dal filo comune del racconto dell’esperienza umana nella società, ed è su questo piano che l’insieme diventa comunità: ogni opera, con i suoi componenti in connessione tra loro e con gli altri, diventa un quartiere dentro una città, in uno schema ripetibile all’infinito pensando alle strutture sociali in cui si organizza l’uomo, creando gruppi accostati l’un l’altro altresì contenuti in un ambiente più grande.
All’interno di questo cosmo sempre più largo, che arriva all’intero progetto espositivo, tematiche e soluzioni formali creano costellazioni che uniscono e fanno risuonare a vicenda pezzi di epoche e background culturali molto diversi – compiendo lo stesso percorso dell’accezione di “cittadino”: come dal nucleo urbano la si può estendere a confini sempre più ampi, fino a travalicarli completamente per abbracciare l’intero mondo, anche i rapporti tra i lavori in mostra si allargano, e arrivano a includere i visitatori, che con il loro sguardo innescano questa complessa rete neuronale.

Guia Cortassa

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