Orizzonti pugliesi. Una collettiva a Conversano

Galleria Cattedrale, Conversano (Bari) – fino al 2 giugno 2019. Il rapporto tra physis e materia interpretato da Iginio Iurilli, Miki Carone e dai giovani talenti Daniela Giglio, Francesca Macina e Raffaele Vitto. I cinque artisti pugliesi si confrontano, attraverso l’uso differente della materia, celebrando la dirompente e ancestrale natura che caratterizza la loro terra.

La connessione tra la physis, potenza generatrice della natura, e la materia, intesa come strumento del linguaggio scultoreo, costituisce il fulcro tematico di Nature Matèrielle, collettiva a cura di Nicola Zito, presso la Galleria Cattedrale di Conversano, in provincia di Bari. Cinque artisti pugliesi, tra nomi di spicco quali Iginio Iurilli e Miki Carone, e giovani talenti, quali Daniela Giglio, Francesca Macina e Raffaele Vitto, si confrontano sulle loro radici comuni, celebrando la natura ancestrale, selvaggia e dirompente che caratterizza i paesaggi dell’amata Puglia.

IURILLI, CARONE E GIGLIO

Sensuali e prorompenti, le sculture di Iginio Iurilli sprigionano un fortissimo vitalismo di stampo “neo-barocco”, e colgono il senso stesso del Mediterraneo, sperimentando forme nuove in un’ottica ecologista che si riflette nell’intera poetica dell’artista. Ipnotico è il punto di turchese reso in Sky Blue Shiver, mentre idilliaco è il candore della scultura Maternità della foglia di ulivo. Corroborante risulta, poi, nell’immediatezza della percezione visiva, la purpurea deflagrazione del Fiore esploso. L’universo artistico di Miki Carone, invece, immerge lo spettatore in una dimensione ludico-fantastica, richiamando scenari pop a tutto neon, quali Kiss me Baby e l’ironica Operetta Anti-futurista. Abbaglianti risultano le sculture di Daniela Giglio ‒ soprattutto Speranza ‒, assimilabili a “sculture di luce” per il particolare utilizzo di materiali classici quali marmo, travertino e gesso. Partendo dalla rappresentazione fenomenica, la poetica dell’artista originaria di Conversano verte verso l’astrazione: significativa, in tal senso, è la concezione dello “strappo”, della lacerazione interiore, resa perfettamente nelle sue opere.

Francesca Macina, Vertebrate III. Photo Marino Colucci Sfera

Francesca Macina, Vertebrate III. Photo Marino Colucci Sfera

MACINA E VITTO

La ricombinazione degli elementi naturali e le potenzialità della materia, in una concezione meccanicistica della natura, costituiscono invece i temi della ricerca affrontata da Francesca Mancina. Basandosi sulla concezione epicurea della natura, perfezionata da Lucrezio, l’artista pugliese ritrae, attraverso sculture organiche, le radici di paesaggi incolti e selvaggi nella serie Vertebrates, utilizzando cartone, carta, lana, cotone. Materiali organici, appunto. La poetica di Raffaele Vitto verte sulla rielaborazione della cultura agreste e della “Madre materia”, utilizzata dall’artista per dare ordine al caos, come si evince dalle opere Eredità e Origine.

Cecilia Pavone

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Cecilia Pavone

Cecilia Pavone

Cecilia Pavone, storica e critica d’arte, curatrice indipendente, giornalista professionista, è nata a Taranto ed è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Bari. La sua ricerca verte sulla fenomenologia artistica contemporanea e sulla filosofia dell’arte. Scrive su riviste specializzate…

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