Collezione Ramo ospita per la prima volta un artista contemporaneo. La mostra al Bosco Verticale

Baruchello, Boetti, Crippa, Munari, Paolini, Pascali e tanti altri: le opere di Nick Devereux dialogano con quelle dei grandi artisti italiani del Novecento, ragionando sulle molteplici accezioni di collage

Collezione Ramo è iniziata alcuni anni fa grazie alla predilezione del compianto collezionista Giuseppe Rabolini per il disegno e per le opere su carta, intesi sia i bozzetti preparatori che le opere inserite in questo tipo di ricerca. Nel novembre 2018 si è deciso di aprire la raccolta al pubblico, grazie alla mostra Chi ha paura del disegno?, attualmente esposta alla Estorick Collection di Londra; il primo di una serie di appuntamenti che si susseguiranno, scegliendo ogni volta una location diversa. L’ultima iniziativa della collezione Ramo è la mostra Ritorno al Collage, Nick Devereux e i maestri italiani del disegno novecentesco, che per la prima volta coinvolge un artista vivente, Nick Devereux (Panama, 1978) e lo mette in dialogo con le opere su carta dei grandi nomi del Novecento, come Gianfranco Baruchello, Mirella Bentivoglio, Alighiero Boetti, Roberto Crippa, Bruno Munari, Giulio Paolini, Pino Pascali, Emilio Scanavino, Mario Schifano, Giulio Turcato e Giuseppe Uncini. Il focus è sul collage: quello su carta, proposto da molti di questi autori, oppure i pastelli che raffigurano sculture e assemblage di Devereux di sculture fatte di diversi materiali sovrapposti. A questo si unisce la suggestione della vista che si gode dal ventiseiesimo piano del Bosco Verticale, da cui si intravede una Milano costruita in diverse epoche e aree: un collage esso stesso, secondo la visione degli organizzatori. Abbiamo intervistato Irina Zucca Alessandrelli, curatrice della mostra, per fare il punto sulla collezione.

Da quanto tempo lavori per la collezione Ramo?
Sono stata incaricata di fare le acquisizioni per la Collezione Ramo nel 2013.

Quando avete deciso di aprire la sua fruizione al pubblico?
La Collezione ha ufficialmente aperto al pubblico nello scorso novembre con la mostra Chi ha paura del disegno?, chiusa lo scorso febbraio e ora alla Estorick Collection di Londra fino al 23 giugno.

Le mostre finora organizzate sono state in disparate sedi di Milano. Quali sono i vantaggi di seguire questo modello espositivo?
È sempre interessante per noi e per il pubblico interagire con nuovi contesti cittadini. L’anno scorso siamo stati ospitati nell’appartamento di Daniele Libeskind a CityLife e ho curato una mostra sulla città moderna.

Che significato ha questa location?
La sconvolgente vista sulla città dall’alto si integra nella mostra come parte delle sovrapposizioni di immagini e di strati di significato offerti dalle opere.

Quali sono i prossimi progetti per il futuro?
Vogliamo creare un dialogo con artisti italiani giovani perché i maestri del ‘900 non smettano di ispirarci e di comunicare la loro carica ancora oggi eversiva.

In che circostanze è avvenuta la scelta di Nick Devereux?
Ho visto per la prima volta i suoi disegni a Liste nel 2011, mi ha subito colpito la sua mano incredibile e la sua cultura artistica, con i suoi riferimenti a diversi artisti dal 1500 al XX secolo.

E poi?
Nel 2014 Paola Clerico ha organizzato una mostra con dei bellissimi lavori di Devereux presso una dimora privata milanese e lì l’ho ritrovato. Da questa collaborazione è nata questa mostra centrata sulla forza creativa generata dal meccanismo del collage che unisce con una semplice sovrapposizione mondi lontanissimi.

– Giulia Ronchi

Ritorno al Collage
Fino al 18 maggio
Collezione Ramo
Bosco Verticale
Via Gaetano de Castillia 11, Milano
[email protected]
http://www.collezioneramo.it

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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