Tabernae, dimore signorili e luoghi di culto. Oggi installazioni site specific come azioni più recenti di un fluire ininterrotto. Le luci delle sale affrescate mostrano la stasi geometrica degli uccelli di Yvonne Ekman, che, terminato il loro breve volo di millenni, sono atterrati dalle pareti su cui sono dipinti al suolo. Illuminata è la reductio ad unum della complessità architettonica circostante operata da Mara van Wees, scala, porta, muro. Zone d’ombra rivelano invece i resti smaltati di pasto e gli organi brillanti di Sabino de Nichilo, asàrotos òikos, stanze non spazzate da secoli. Nella cella vinaria sbocciano gli iconici papaveri rossi di Riccardo Monachesi. Installazione d’impatto, fioriti in eterno nel luogo del martirio di Giovanni e Paolo.
Per essere vissuta nel migliore dei modi la mostra prevede una regressione dello spettatore, non più uomo tecnologico ma fantasma di un’altra epoca, sorpreso dall’invasione e pronto a farsi impressionare da immagini diverse, abili ad ammantare gli occhi. La quotidianità espressa tra stati di relativa tranquillità e sobbalzi istintivi, cesure epocali, martìri ripetuti.
‒ Raffaele Orlando