Metafisica del quotidiano. Sergio Ceccotti a Roma

Palazzo delle Esposizioni, Roma ‒ fino al 14 ottobre 2018. La pittura di Sergio Ceccotti gioca sul limite dell’apparenza. Alternando sospensione e quotidianità.

Ci aggiriamo con circospezione mista a cauto stupore nell’ampio poligono che perimetra con morbida eleganza lo Spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni, immersi nella pittura ostentatamente policroma di Sergio Ceccotti (Roma, 1935). “Nulla in pittura è come appare”, rammenta il curatore Cesare Biasini Selvaggi nell’incipit del catalogo. E ciò che qui appare è una sequenza di frammenti di storie ordinarie colte nell’istante sospeso di un fermo-immagine, alluse da una scena domestica avvolta in una coltre di silenzio o da un paesaggio urbano reso inquieto dai colori del giorno o dal gioco molteplice dei lumi notturni. Scomodiamo de Chirico, Magritte, Hopper ma anche Cioran e Ceronetti. Le patenti ibridazioni mediatiche rimandano al cinema e alle drastiche sintesi dei manifesti pubblicitari. Frequenti i richiami alla Pop Art e all’Espressionismo mitteleuropeo. Ma ciò che ci avvinghia all’arte è sempre ciò che essa sottace, pur quando non lesina la seduzione dei sensi.

Luigi Capano

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Luigi Capano

Luigi Capano

Di professione ingegnere elettronico, si dedica da diversi anni all’organizzazione di eventi culturali sia presso Gallerie private che in spazi istituzionali. Suoi articoli d’arte sono apparsi su periodici informatici e cartacei: Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Expreso…

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