Il Museo come Accademia. Peter Assmann apre le porte di Palazzo Ducale a Mantova al contemporaneo

Parte il progetto Accademia delle arti per tutti. Restauro, arte contemporanea e residenze al centro di una strategia che vuole riaprire nuovi spazi del palazzo dei Gonzaga e aumentare la relazione tra museo e pubblico. Utilizzando il modello dell’Accademia di Mantova del XVIII secolo. Ne abbiamo parlato con il direttore Peter Assmann.

Restauro, arte contemporanea, residenze. Il futuro di Palazzo Ducale a Mantova, costruito a partire dal XIII secolo, come residenza dei Signori di Mantova, guarda a questi tre asset nelle intenzioni del direttore, lo storico dell’arte austriaco Peter Assmann, che lancia il progetto Accademia delle arti per tutti, con l’obiettivo di mettere la reggia al centro di una serie di collaborazioni virtuose, ma anche di aprire ulteriormente lo spazio espositivo al pubblico, tra tradizione e sperimentazione. Primo passo, il restauro del Casino delle guardie Nobili, a sud di piazza Castello e la loro riapertura. Ma Palazzo Ducale è un cantiere in divenire che conta ad oggi quasi 1000 ambienti. Compito del direttore è recuperare quelli ancora non aperti al pubblico, farli rivivere con una programmazione efficace, permettere al visitatore di riappropriarsi di essi, anche attraverso eventi e iniziative. Il progetto, spiega ad Artribune, Assmann, “prevede il recupero di spazi all’interno del Palazzo da mettere a disposizione della comunità locale, nazionale e internazionale come centro di elaborazione artistica, al di fuori dei percorsi museali ma inserita nel tessuto della reggia. Fin dai tempi dei Gonzaga qui si respirava cultura alta, si accoglievano artisti, si producevano opere immortali: penso a Mantegna, Vivaldi, Ariosto, Monteverdi…”. Da qui il paragone con il modello delle Accademie, visto però non in chiave contemporanea, ma ispirandosi proprio a ciò che rappresentavano prima delle avanguardie storiche, richiamando alla memoria una esperienza locale, l’Accademia di Belle Arti, fondata a Mantova per volere di Maria Teresa d’Austria nel XVIII secolo.

Peter Assmann

Peter Assmann

ARTE CONTEMPORANEA PER FAR RIVIVERE PALAZZO DUCALE

“Già nel ‘700”, continua infatti Assmann, “Mantova era sede un’istituzione prestigiosa che, nel solco delle grandi accademie europee, perseguiva l’idea di sviluppare una didattica dell’arte. È un approccio che Palazzo Ducale ha sempre avuto e praticato nel tempo, anche prima del mio insediamento: ho semplicemente assecondato questa vocazione, inserendola organicamente in un grande progetto strategico che sta facendo il suo corso. Nello specifico, stiamo allestendo alcuni studi nei quali ospitare corsi, seminari, esperienze artistiche anche innovative organizzate da enti e istituzioni esterni al Ducale: associazioni culturali, club di servizio e così via. In osmosi con la comunità locale, ma con un respiro internazionale, selezioneremo progetti aperti – anche di inclusione sociale – che abbiano una valenza artistica e un profilo consoni alla cornice: disegno, ceramica, restauro… Un aspetto importante è la residenzialità degli artisti: stiamo approntando alloggi/studio dove ospitare per uno o più mesi “artists in residence”. Perché l’arte contemporanea? La scelta era obbligata, figlia del retaggio dei Gonzaga che omaggiavano i classici promuovendo tuttavia i talenti contemporanei. “Il loro mecenatismo spianò la strada al genio di rivoluzionari e innovatori, come Giulio Romano, Rubens o Monteverdi. Il mio concetto di cultura è un fuoco che arde in continuo divenire: non una statica, immobile urna cimiteriale rivolta esclusivamente verso il passato.” Non è inoltre una prima volta per Palazzo Ducale: ad esempio, fino al 3 settembre, è in corso la doppia personale di Paolo Cavinato e Vittorio Corsini, curata dal direttore con Renata Casarin, dal titolo Your place or mine.

Kaleidoscope (2017), di Paolo Cavinato Legno abete trattato con terra e acrilico, inserti in metallo

Kaleidoscope (2017), di Paolo Cavinato Legno abete trattato con terra e acrilico, inserti in metallo

L’OMBRA DEL TAR

I restauri del Palazzo hanno naturalmente un budget dedicato, mentre per il progetto Accademia delle arti per tutti è stata attivata una importante rete di partner privati che comprende i Lions di Mantova, la Fondazione Cariplo e la Fondazione Comunità Mantovana, ma anche “altri club di servizio e associazioni stanno formalizzando il proprio impegno, entrando a far parte del comitato che vedrà presenti i sostenitori delle varie iniziative”. Un grande progetto, che mette insieme tante risorse umane ed economiche, ma sul quale grava l’ombra del Tar del Lazio che lo scorso 25 maggio ha deciso di bloccare le nomine di cinque dei super direttori scelti dal Mibact, tra cui quella di Assmann. Nel frattempo, il 14 giugno, il Consiglio di Stato ha sospeso, ma solo momentaneamente, la sentenza, congelando infatti la questione, accogliendo la richiesta del MIBACT, in attesa di una definitiva risoluzione (che avverrà solo il 26 ottobre), permettendo ai direttori di tornare al lavoro. Il procedimento, che aveva interessato cinque dei musei, da nord a sud, senza distinzioni, nasceva a seguito di una serie di ricorsi che erano stati presentati dopo le nomine e che riguardavano sia le modalità di selezione (soprattutto la nomina di direttori stranieri, che secondo la legge 165 del 2001 non avrebbero potuto partecipare) sia la gestione dei colloqui.

Il ministro Dario Franceschini

Il ministro Dario Franceschini

QUALE ARMONIA NELLA GESTIONE DEI MUSEI?

I Musei a rischio, dopo la sentenza del 25 maggio sarebbero il MARTA di Taranto guidato da Eva degli Innocenti, rientrata in Italia grazie al concorsone dopo anni di lavoro in Francia, il MANN di Napoli diretto da Paolo Giulierini, la Galleria Estense di Modena, il Museo Archeologico di Reggio Calabria diretto da Carmelo Malacrino, Palazzo Ducale a Mantova, diretto da Peter Assman, che oggi commenta: “non è nella mia natura essere preoccupato. Certo, se il Consiglio di Stato dovesse cassare la riforma Franceschini ci sarà un effetto domino con conseguenze imprevedibili: una valanga di proporzioni gigantesche sulla gestione dei beni culturali – non solo nel territorio di Mantova”. Intanto il Ministero sta nominando nella persona di Antonio Lampis il nuovo direttore generale ai musei visto che Soragni è dal 1 agosto in pensione. Staremo a vedere.

– Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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