Il potere della metamorfosi. La scultura contemporanea a Mendrisio

Il linguaggio scultoreo contemporaneo è al centro della mostra allestita presso il Museo d’Arte Mendrisio. Lungo un percorso che riflette le potenzialità della materia e le sue declinazioni formali.

Scevra da riferimenti legati al concetto di metamorfosi espresso da Ovidio, la mostra presentata presso il Museo d’Arte di Mendrisio offre un interessante percorso di indagine tra le opere di ventiquattro artisti accomunati dall’interesse verso il cambiamento della materia.
L’arte vuol sempre irrealtà visibili”, affermava Jorge Luis Borges, sottolineando il desiderio umano di cogliere quegli aspetti della mutazione della materia, durante il passaggio di trasformazione da uno stato organico a quello successivo. Sculture e installazioni si articolano lungo il percorso espositivo negli ambienti dell’ex Convento dei Serviti. Le forme dello spazio si moltiplicano, divenendo interessanti scenari di curiose provocazioni, a cavallo tra l’artificiosità di White Heart di Carlo Borer, un enorme cuore meccanico di otto metri, in tessuto, che pulsa artificialmente in modo simile a quello umano, l’evocazione surrealista della materia di Unterirdische Schleife di Meret Oppenheim, l’astrazione del movimento armonico in Untitled (Secret thought) di Tony Cragg, il dinamismo sinuoso delle sculture di Jean Arp, o l’ispirazione organica di Ground Listening di Julia Steiner e dei Salmigondi di Christian Gonzenbach.

Ai Weiwei, Ruyi, 2012. Collezione privata. Courtesy Chambers Fine Art

Ai Weiwei, Ruyi, 2012. Collezione privata. Courtesy Chambers Fine Art

UNA MODERNA WUNDERKAMMER

Una mostra, Metamorfosi, che esalta la bizzarria eccentrica di un’indagine metaforica della materia organica all’interno della scultura contemporanea, prendendo come spunto di riflessione affermati artisti provenienti da diversi Paesi del mondo.
Una Wunderkammer moderna che, in modo non dissimile dalle celeberrime camere delle meraviglie di un tempo, genera piacevole stupore nel visitatore, il quale, passeggiando lungo le sale, può incappare nella visionaria opera di Benedetta Mori Ubaldini, Landscape #1: meduse create con una delicata struttura di rete metallica ingombrano lo spazio sospese dall’alto, ricreando una sensazione aerea di leggero fluttuare, in cui la gravità si arresta e il pensiero si libera.

Penelope Margaret Mackworth-Praed, Pleyadi. The other side of the sky, 2017. Courtesy Penelope Margaret Mackworth-Praed

Penelope Margaret Mackworth-Praed, Pleyadi. The other side of the sky, 2017. Courtesy Penelope Margaret Mackworth-Praed

NATURA E SCIENZA

La realtà naturale, nella molteplicità degli approcci, viene considerata sia nell’elemento legato alla terra sia al cielo, combinando una propensione al fantastico e immaginifico a una ricerca di carattere scientifico.
Se l’installazione Pleiades. The other side of the sky di Penelope Margaret Mackworth-Praed trascina il nostro sguardo sognante verso l’infinito delle costellazioni luminose, Brain, le terrecotte di Claudia Losi, lo affondano nell’origine del pensiero stesso, ossia il cervello umano.
Forme complesse e multicolori, in cui la materia si incurva, si sprigiona, utilizzando materiali tradizionali come legno, marmo, ceramica e bronzo, sono poste in dialogo con elementi più sottili, talvolta sussurrati, in sintonia con le opere di matrice surrealista.

Elena Arzani

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Elena Arzani

Elena Arzani

Elena Arzani, art director e fotografa, Masters of Arts, Central St. Martin’s di Londra. Ventennale esperienza professionale nei settori della moda, pubblicità ed editoria dell’arte contemporanea e musica. Vive a Milano e Londra.

Scopri di più