Porzioni di opere pittoriche figurativo-moderniste realizzate da artisti arabi sono state riprodotte su una trentina di casse di legno, di quelle che si usano per trasportare e conservare beni artistici. Walid Raad (Chbanien, , 1967; vive a Beirut e New York) le ha assemblate, ripristinandone la visione intera, negli spazi duttili e complessi della Fondazione Volume!, immaginando che un artista abbia deciso di servirsi della loro spedizione onde raggiungere gli originali, dichiarati dolosamente dispersi, o almeno per provare a riattivarne la memoria. Il plot può risultare ozioso (in un testo si parla di “originali non ancora calamitati dalle casse [sic]”). Tuttavia l’artista riesce a rendere l’operazione coinvolgente e persino vibrante. Con una mossa sagace: usa un’illuminazione fioca, da stiva o da retrobottega, di struggente immersività; una luce concettualmente inestinguibile, che conferisce a queste pitture simulacrali la vitalità urgente dei neonati e dei sopravvissuti.
Pericle Guaglianone