A Milano torna la mostra fiera di antiquariato AMART 2025
Punto di riferimento per il mercato italiano e internazionale dal 2018, AMART porta in mostra pezzi dall'antichità ai giorni nostri, dal design ai gioielli. Ecco cosa ci ha colpito
Attraverso le proposte di 61 espositori italiani e internazionali, tra cui 13 nuovi partecipanti, il capoluogo meneghino diventa crocevia della storia dell’arte e della creatività, mettendo in mostra opere di ogni epoca, dall’antichità fino ai giorni nostri, dai dipinti Old Master al design e ai gioielli. È AMART, la mostra mercato di antiquariato organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi e Promo.Ter, che torna per la settima edizione dal 5 al 9 novembre 2025 al Museo della Permanente di Milano.
Tutti gli highlight di AMART 2025 a Milano
Tra le opere da non perdere al Museo della Permanente, Altomani & Sons espone Madonna col Bambino (1435-1440 circa), un bassorilievo in stucco dipinto e dorato di Andrea di Lazzaro Cavalcanti, detto il Buggiano (Borgo a Buggiano, 1412-Firenze, 1462), figlio adottivo di Filippo Brunelleschi. Mentre da Carlo Orsi ci sono due tempere su tavola riscoperte di Zanetto Bugatto (Milano, 1440-1476), coi Santi Paolo e Pietro su fondo oro punzonato. Dallo stand di Lorenza Salamon risponde La Vergine sulla proda erbosa: un bulino originale di Albrecht Dürer (Norimberga, 1471-1528) del 1503.
Una mostra dedicata a Hayez e all’Ottocento ad AMART 2025
La galleria romana W. Apolloni sceglie la strada dell’omaggio alla storia di Milano e a Francesco Hayez (Venezia 1791 – Milano 1882), attraverso un focus curato in collaborazione con la collega londinese Laocoon Gallery. Del maestro del Romanticismo sono in mostra dipinti e disegni, oltre a una scultura che ritrae l’artista di Alessandro Puttinati (Verona 1801-Milano 1872). Tra i dipinti, Giuseppe Spiega i sogni (1811), fortunosamente recuperato nel mercato antiquario, ignoto alla letteratura artistica e dimenticato da Hayez nelle sue Memorie; Teti in atto che dà in educazione suo figlio Achille al centauro Chirone (1813), di gusto neoclassico, con memorie della pittura di Pompeo Batoni e degli affreschi pompeiani, ma in cui Hayez mostra già l’artista che sarà. E Testa tagliata del Conte di Carmagnola (1834): di piccole dimensioni, ma ricco di drammaticità per la sua adesione al reale. Fu presentato da Hayez all’Esposizione di Brera del 1832. Sul blocco di legno dove giace la testa vi è dipinto lo stemma della Repubblica Veneta, e una scritta sul bordo del drappo bianco che recita: “Generale Carmagnola Tragedia”, scritta da Manzoni e pubblicata nel 1820, lodata da Goethe e rappresentata nel 1828.
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Le presenze internazionali e i nuovi espositori di AMART
Consolidando la propria presenza negli affollati calendari dell’arte, la mostra-fiera AMART scavalca i confini italiani, e lo dimostrano i nomi internazionali presenti all’edizione 2025, tra cui Lampronti Gallery, di Monaco, che a Milano espone importanti vedute veneziane: Il Canal Grande, veduta da Ca’ Foscari e il Palazzo Moro Lin di Bernardo Bellotto (Venezia, 1722 – Varsavia, 1780) e Arrival of the French Ambassador Jacques-Vincente Languet, comte de Gergy at the Palazzo Ducale, Venice di Canaletto. La settima edizione in corso presenta inoltre 13 espositori al debutto. Tra questi, la Galleria Giampaolo Abbondio, di Todi e Milano, che propone un’opera di Marco Paganini, e BKV Fine Art, con un progetto finalizzato alla valorizzazione del patrimonio artistico milanese. La galleria di Milano presenta, infatti, la riunione “ibrida” delle due tele diGiovan Battista Discepoli (Castagnola, 1595-1654), detto lo Zoppo da Lugano, che adornavano le ante esterne dell’organo della Chiesa di Sant’Anna in Corso Garibaldi, demolita ad inizio Ottocento, durante le soppressioni napoleoniche.
L’invito alla scoperta del patrimonio artistico milanese e i ritorni in fiera ad AMART
Alla tela della Sacra Famiglia (1647 ca.), alta più di tre metri, appartenente alla Collezione Koelliker, la galleria BKV affianca, infatti, la riproduzione fotografica della tela con Sant’Anna, conservata oggi nella Basilica di San Nazaro in Brolo, suggerendo in qualche modo di proseguire lì, nella piazza omonima tra Corso di Porta Romana e via Francesco Sforza, la visita e la scoperta di questo pezzo di storia. Un incentivo e un’occasione per riappropriarsi di un patrimonio poco conosciuto, ma prezioso per la storia della città. Oltre ai debuttanti, poi, ad AMART, ci sono anche alcuni interessanti ritorni, come quelli dello storico gallerista Gian Enzo Sperone, da Sent, in Svizzera, che presenta, in una sterminata quadreria, anche un’opera di grandi dimensioni di Luigi Ontani (Vergato, 1943) proveniente dallo stesso artista, NarciGiuda, 1993/95: una stampa fotografica in bianco e nero su carta virata seppia e acquerello, esposta alla Biennale di Venezia 1995.
Giulia Bianco
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