Gli archeologi dell’Università di Torino vanno in missione in Iraq e ci raccontano gli ultimi ritrovamenti 

Quella alla volta di Seleucia al Tigri è una missione storica del dipartimento archeologico dell’Università di Torino. Un ricercatore membro della campagna ci racconta l’apporto tutto italiano allo studio di una delle città più importanti dell’antichità

Da poche settimane è ripresa la Missione Archeologica a Seleucia al Tigri (Iraq) – Italian Archaeological Expedition at Seleucia on the Tigris (IAES), che coinvolge docenti, ricercatori e studenti del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino nella più importante capitale di età ellenistico-partica (fine IV sec. a.C. – II sec. d.C.) dell’Asia occidentale. 

La storia di Seleucia al Tigri  

Seleucia al Tigri fu fondata da Seleuco I Nicatore (358–281 a.C.), uno dei generali di Alessandro che si spartirono il suo impero, a pochi chilometri a sud dell’odierna Baghdad, in un’area di grande rilevanza politica e strategica per la capacità connettiva (uno degli approdi alla via della seta). La città, principale centro dell’Impero Seleucide insieme ad Antiochia sull’Oronte (Siria), divenne rapidamente una vasta megalopoli di oltre 700 ettari e mantenne un ruolo di rilievo anche in epoca partica (II sec. a.C. – III Secolo d.C.), fino al suo progressivo abbandono nel tardo II Secolo d.C. 

Pianta generale di Seleucia al Tigri (©IAES)
Pianta generale di Seleucia al Tigri (©IAES)

Seleucia: un sito ancora tutto da scoprire 

Le estese rovine visibili sul terreno, riconoscibili per la presenza di numerosi tell (collinette di origine antropica), testimoniano il disfacimento delle molteplici strutture antiche edificate in mattoni crudi, il principale materiale da costruzione della Mesopotamia. La maggior parte del sito resta attualmente ancora da indagare, poiché, dalle missioni americane degli Anni Trenta a quelle italiane iniziate negli Anni Sessanta, l’area archeologica è stata indagata per una superficie che non raggiunge neanche il 10% della sua estensione. 

Seleucia al Tigri, Vista con drone dell’area di scavo del Settore 1 (©IAES)
Seleucia al Tigri, Vista con drone dell’area di scavo del Settore 1 (©IAES)

L’Università di Torino a Seleucia al Tigri 

La missione a Seleucia rappresenta una tradizione storica per l’Università di Torino e per il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia (CRAST). Avviata nel 1963 sotto la direzione di Giorgio Gullini e attiva fino alla prima guerra del golfo, ha condotto indagini nel sito concentrandosi sull’agorà nord (edificio degli archivi, teatro di Tell ‘Umar, sondaggio sud) e sulla “porticata e agorà sud”, e tra il 1985 e il 1989 sulla stoà. Gli scavi hanno permesso di chiarire l’impianto urbanistico del centro, basato su un sistema ippodameo di strade ortogonali che delimitavano ampi isolati di 144.70 x 72.35metri, e di identificare un grande canale centrale che collegava la città direttamente al Tigri, localizzato più a est. Gli scavi dell’edificio degli archivi hanno restituito un ricco deposito di bullae (cretule di argilla) che sigillavano documenti amministrativi soprattutto relativi al commercio internazionale del sale. Su di esse si riconoscono iconografie greche – raffiguranti, ad esempio, divinità e sovrani – accanto a soggetti di tradizione mesopotamica, a testimonianza della volontà di integrazione culturale promossa dai primi sovrani seleucidi. 

Seleucia al Tigri, Indagine archeologica nel Settore 1 (©IAES)
Seleucia al Tigri, Indagine archeologica nel Settore 1 (©IAES)

I ritrovamenti archeologici a Seleucia al Tigri 

Le ricerche su Tell ‘Umar, grande tell situato nella parte settentrionale del sito, hanno permesso di individuare un grande teatro edificato in mattoni crudi ma ispirato a modelli greco-ellenistici, mentre sul lato orientale dell’agora degli archivi era situata una stoà. Dalle indagini sul terreno provengono numerosi materiali archeologici – ceramiche, oggetti di uso quotidiano, gioielli, terracotte, piccola scultura – che mostrano un marcato influsso greco-ellenistico. La maggior parte dei reperti è custodita in Iraq, ma un lotto di circa 1.500 oggetti è conservato presso il Museo di Arte Orientale (MAO) di Torino a seguito delle missioni storiche UniTo e CRAST. Dal sito proviene anche una splendida statua bronzea di Eracle, ispirata a un modello ripreso persino dal grande scultore greco Lisippo e recante una duplice iscrizione in greco e in partico: un capolavoro della bronzistica seleucide, oggi conservato presso l’Iraq Museum di Baghdad

I risultati delle missioni dell’Università di Torino 

La nuova fase della missione dell’Università di Torino (IAES), diretta dai professori Carlo Lippolis e Vito Messina e inaugurata nel 2022 grazie a un accordo con lo State Board of Antiquities and Heritage dell’Iraq, ha come obiettivo lo scavo di una piazza parallela all’agorà nord e, in particolare, degli edifici che vi si affacciano. I primi risultati delle quattro campagne di scavo finora condotte si stanno rivelando estremamente promettenti e, nei prossimi anni, offriranno nuovi dati e prospettive per lo studio dell’urbanistica, dell’architettura e della cultura materiale di età seleucide e partica, con il coinvolgimento di numerosi studiosi e studenti nel processamento dei dati. 
Attualmente è operativo il Settore 1, sul lato orientale della piazza, sotto la direzione di Vito Messina e del suo gruppo di ricerca, mentre a partire da novembre lo scavo proseguirà nei Settori 2, sul lato occidentale della piazza, sotto la direzione di Carlo Lippolis. Caratteristica fondamentale della missione è quella di coinvolgere numerosi giovani archeologi di differenti gradi di formazione dell’Università di Torino, collaboratori del CRAST e personale locale, permettendo ad essi di impratichirsi sul campo nelle tecniche di scavo, di indagine e documentazione, e sui molteplici materiali scoperti a Seleucia al Tigri. 

Enrico Foietta 

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Enrico Foietta

Enrico Foietta

Enrico Foietta è attualmente assegnista di ricerca presso l’Università di Torino, sede dove ha conseguito anche il dottorato di ricerca in Archeologia e Storia dell’Arte iranica. Ha partecipato a numerose missioni archeologiche e di studio in Siria (Missione Archeologica Franco-Siriana…

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