In Sardegna le Domus de Janas diventano Patrimonio Unesco dell’Umanità: ecco di che cosa si tratta
Queste tombe ipogee scavate nella roccia non solo testimoniano le pratiche funerarie e religiose delle comunità neolitiche sarde ma costituiscono anche un elemento fondamentale per comprendere la loro evoluzione sociale

Con articolati sistemi planimetrici e decorazioni simboliche, le Domus de Janas rappresentano la più estesa manifestazione di architettura funeraria ipogea del Mediterraneo occidentale. E con l’ingresso nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, l’Italia raggiunge il traguardo di 61 siti riconosciuti, confermando il proprio primato globale in termini di eccellenze culturali e naturali tutelate. Il prestigioso riconoscimento, ufficializzato a Parigi sabato 12 luglio 2025, è stato conferito nel corso della 47esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale.
Le sarde Domus de Janas diventano Patrimonio Unesco dell’Umanità
Il sito, intitolato Tradizioni funerarie nella Preistoria della Sardegna: le Domus de Janas, è stato inserito nella prestigiosa lista sulla base del criterio III della Convenzione del 1972, che premia la testimonianza eccezionale di una tradizione culturale scomparsa: le Domus de Janas, letteralmente ‘case delle fate’, sono tombe ipogee scavate nella roccia che non solo testimoniano le pratiche funerarie e religiose delle comunità neolitiche sarde attive tra il V e il III millennio a.C., ma costituiscono anche un elemento fondamentale per comprendere la loro evoluzione sociale.
Che cosa sono le Domus de Janas
L’intero sito include numerose necropoli spesso collegate a villaggi, luoghi di culto e insediamenti. Le prime tracce di queste sepolture risalgono al Neolitico Medio I, ma studi recenti ne documentano l’uso continuo e le successive modifiche fino alla soglia dell’età nuragica.
Le Domus de Janas è un risultato condiviso
Il percorso verso il riconoscimento ha coinvolto un ampio numero di soggetti: promosso dall’Associazione CeSIM Sardegna e dalla Rete dei Comuni delle Domus de Janas, con il Comune di Alghero come capofila, ha visto il coordinamento dell’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura, insieme alle Soprintendenze regionali e alla Direzione Musei. Decisivo anche il supporto della Regione Sardegna, che ha contribuito alla candidatura anche sotto il profilo economico. Fondamentale, infine, il lavoro diplomatico svolto dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UNESCO, che ha portato a questo risultato condiviso.
Redazione
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