Nuova alleanza tra la Fondazione Bvlgari e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Una mostra sul gioiello e la nuova illuminazione
La Fondazione ideata dalla Maison romana per presiedere a operazioni di mecenatismo nella Capitale avvia una collaborazione pluriennale con il museo di Villa Giulia. Curerà il relamping di tre sale. Si inizia con la mostra sull’arte orafa a cavallo tra Ottocento e Novecento, in relazione ai gioielli etruschi

Si presenta nel segno del gioiello la nuova alleanza tra il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e la maison romana Bvlgari. Un terreno di incontro non così inaspettato, a indagare nella storia del museo nato all’indomani dell’Unità d’Italia, nel 1889, per intuizione dell’archeologo e politico Felice Barnabei.
Il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e la Collezione Castellani
Ospitato nelle rinascimentali Villa Giulia e Villa Poniatowski (quest’ultima inaugurata nel 2012 dopo un importante intervento di restauro), fatte edificare da papa Giulio III del Monte nella grande Vigna Iulia, il polo romano è il più importante museo etrusco al mondo, ed espone oltre seimila oggetti – tra cui il celebre Sarcofago degli Sposi, attualmente oggetto di un restauro aperto al pubblico – su una superficie di oltre tremila metri quadri. Tra questi, i gioielli della Collezione Castellani sono entrati nel patrimonio del museo nel 1919, grazie al lascito dell’ultimo erede della famiglia orafa che, nella seconda metà dell’Ottocento, inventò la cosiddetta “oreficeria archeologica italiana”.

La riscoperta dei gioielli etruschi: dai Castellani ai Bulgari
Antiquari, oltre che orafi, i Castellani (il primo fu Fortunato Pio Castellani, che aprì il suo laboratorio romano nel rione Trevi nel 1814, e poté contare sui disegni del duca Michelangelo Caetani, oltre che sulla sua intercessione presso le principali famiglie aristocratiche del tempo) seppero interpretare e orientare il gusto di un’epoca, ispirandosi alle oreficerie riportate alla luce durante gli scavi archeologici del XVIII e del XIX Secolo, rinnovandole e aggiungendovi motivi nuovi, ma sempre a partire dal recupero di tecniche antiche. Come la granulazione, che permise di ritornare al “giallone”, il colore dell’oro antico tipico dei gioielli etruschi. A Villa Giulia, gli Ori Castellani sono esposti dal 2015 in dialogo con i gioielli antichi rinvenuti negli scavi, e ora ispirano la mostra Una storia infinita. Arte orafa da Castellani a Bvlgari, aperta al pubblico fino alla fine di agosto 2025.
La partnership tra il Museo Nazionale etrusco e la Fondazione Bvlgari
Il primo capitolo di una nuova partnership tra pubblico e privato, si diceva, che nasce come collaborazione pluriennale tra il Museo Nazionale Etrusco e la Fondazione Bvlgari, fondata nel 2024 per promuovere l’arte e l’inclusione sociale propiziando la trasformazione sociale e culturale nella Capitale. A Villa Giulia, l’accordo sancito in conferenza stampa dalla direttrice del Museo Luana Toniolo e dal direttore di Fondazione Bvlgari Matteo Morbidi, viene presentato con l’obiettivo di costruire un percorso condiviso e duraturo, volto a valorizzare il patrimonio museale restituendogli piena visibilità e nuova fruizione. Un impegno che prenderà forma attraverso tre interventi principali: la nuova illuminazione (il relamping), al primo piano, della Sala degli Ori Castellani, della Sala dei Sette Colli e della Sala di Venere, per restituire “nuova luce” agli oggetti esposti e al ciclo di affreschi che orna le sale; l’esposizione di alcune creazioni della Collezione Bvlgari Heritage nella sala dei Sette Colli, in occasione, per l’appunto, della mostra in corso; il coinvolgimento dei dipendenti della Maison Bvlgari attraverso un programma di volontariato culturale in varie attività del museo tra cui sostegno per le attività di comunicazione, digitalizzazione e cura del verde.

“Arte orafa da Castellani a Bvlgari”: la mostra
La connessione per la mostra è fornita dalla storia stessa della Maison: i primi collezionisti dei gioielli Castellani, all’inizio del Novecento, furono proprio i Bulgari, in affinità con una ricerca che il capostipite Sotirio Bulgari, argentiere greco, aveva avviato nell’Ottocento, recuperando elementi e antiche tecniche greche per alimentare la sua creatività orafa. Ora l’allestimento che mette a confronto alcuni pezzi della Collezione Heritage di Bvlgari con la collezione permanente degli Ori Castellani celebra l’incontro tra due visioni dell’arte orafa che condividono la stessa vocazione all’eccellenza tecnica e la capacità di rileggere forme, volumi e iconografie dell’antichità in chiave contemporanea. Come si evince, per esempio, dal dialogo tra gli orecchini firmati Castellaniin oro con monete imperiali (ca. 1880) e la collanadi Bvlgari Monete Doppio Cuore in oro con ematite e una moneta greca in argento (1984). In mostra anche un bracciale in argento della fine del XIX Secolo, realizzato da Sotirio Bulgari.
Il mecenatismo della Fondazione Bvlgari a Villa Giulia: la nuova illuminazione
L’intervento illuminotecnico nelle tre sale destinate ad accogliere, entro il prossimo autunno, un riallestimento permanente degli Ori Castellani e dei gioielli etruschi – con tanto di area multimediale dedicata alla storia dei Castellani, che inaugurerà nel mese di settembre – si protrarrà, invece, nelle prossime settimane, proprio a partire dalla Sala dei Sette Colli. Bvlgari applicherà le competenze maturate negli ultimi anni attraverso numerosi interventi di restauro illuminotecnico – dallo scalone monumentale di Palazzo Braschi all’Ara Pacis, alle cappelle della Chiesa di San Luigi dei Francesi – contribuendo a una fruizione più immersiva e coinvolgente del patrimonio museale.
Livia Montagnoli
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