A Pisa una mostra per rileggere il mito dello scultore medievale Giovanni Pisano
A cento anni dalla ricomposizione del pergamo in Duomo, Palazzo dell'Opera celebra la riscoperta dello scultore pisano tra Ottocento e Novecento tra opere inedite, calchi ottocenteschi e prestiti internazionali
Pensata in occasione del centenario della ricollocazione del pergamo nel Duomo di Pisa (avvenuta nel 1926), la mostra Giovanni Pisano. Memorie di uno scultore intende approfondire la nascita moderna del mito dell’artista e la storia del suo celebre pergamo. Ospitato al Palazzo dell’Opera di Pisa fino all’8 marzo, il progetto espositivo riunisce opere inedite, calchi ottocenteschi e riporta in città tre frammenti del pulpito conservati da quasi due secoli al Metrapolitan Museum di New York, oltre ad altre opere provenienti dal Louvre, il Museo d’Orsay e il Victoria and Albert Museum.

La mostra di Giovanni Pisano al Palazzo dell’Opera di Pisa
La mostra racconta come, nel XIX Secolo, Giovanni Pisano (Pisa, 1248 – Siena, 1318) sia stato riscoperto e rivalutato da artisti, viaggiatori e critici stranieri prima ancora che in Italia. Figure come Ingres e Ruskin intravidero la modernità del suo linguaggio, contribuendo a trasformarlo in un simbolo della scultura trecentesca europea. Il percorso espositivo pone un’attenzione particolare a questa riscoperta critica attraverso dipinti, incisioni e documenti.

Il pergamo “perduto e ritrovato” di Giovanni Pisano
Fulcro dell’esposizione è la vicenda complessa che ruota attorno al pergamo pisano, smontato dopo l’incendio del 1595 e a lungo disperso tra acquasantiere, gradini liturgici e decorazioni. La ricostruzione del 1926 fu possibile grazie al lavoro di conservazione iniziato da Carlo Lasinio e al dibattito ottocentesco che portò alla realizzazione di modelli in gesso destinati a Londra e Parigi.
In occasione della mostra tornano – temporaneamente – a Pisa tre frammenti fondamentali del pulpito (il gruppo del Tetramorfo e due pilastri con Angeli tubicini) provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York. Esposti per la prima volta accanto alle parti ricomposte in Duomo, questi elementi ricuciono idealmente una frattura secolare nella storia del monumento, restituendo la complessità originaria del progetto di Giovanni Pisano.
Giovanni Pisano tra storia, ricerca e nuove tecnologie
Allestita nelle sale del Palazzo dell’Opera e in dialogo costante con la Cattedrale, la mostra si sviluppa in undici sezioni, intrecciando arte, documenti e dispositivi multimediali. Tra le opere più preziose compaiono bronzetti, cartoni e gessi di Lodovico Pogliaghi, recentemente restaurati e legati al grande rinnovamento del presbiterio pisano negli Anni Venti del Novecento. Modelli storici, come quello ottocentesco di Giuseppe Fontana, e una nuova riproduzione 3D del pergamo consentono al pubblico di confrontare gli elementi originali con le integrazioni moderne, rendendo immediatamente leggibile un monumento dalla storia complessa.
Oltre a queste, spiccano in mostra le opere di Marino Marini e Henry Moore, evidenziando quanto l’eredità formale dell’artista medievale sia rimasta una fonte di ispirazione anche nel Novecento.
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