A Roma una mostra racconta la storia delle Ferrovie dello Stato con arte, design, architettura, cinema
Al Vittoriano e a Palazzo Venezia un percorso espositivo approfondisce come le ferrovie abbiano costruito l’identità del Paese, dall’Unità nazionale alle sfide del futuro
Un viaggio lungo oltre centosessant’anni, tra progresso tecnico, trasformazioni sociali e memorie collettive: è l’esperienza proposta dalla mostra Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro, promossa dal VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia in collaborazione con il Gruppo FS Italiane. Ospitata nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia, la mostra offre un itinerario interdisciplinare che intreccia storia, politica, arti e innovazione, a cura di Edith Gabrielli, Direttrice Generale del VIVE, e presentata insieme al Presidente del Gruppo FS Tommaso Tanzilli (e visibile sino all’11 gennaio 2026).
1 / 7
2 / 7
3 / 7
4 / 7
5 / 7
6 / 7
7 / 7
La mostra “Le ferrovie d’Italia (1861 – 2025)” al Vittoriano e Palazzo Venezia a Roma
Il percorso espositivo prende avvio dall’intuizione di Cavour che, già negli Anni Quaranta dell’Ottocento riconosceva nella ferrovia un elemento decisivo per l’indipendenza e la modernizzazione del Paese. La mostra ripercorre così la trasformazione delle reti regionali in un sistema nazionale coerente: un processo che ha favorito scambi economici e culturali, ridotto distanze e contribuito a plasmare una nuova identità collettiva. Le quattro sezioni cronologiche – dal 1861 a oggi – ricostruiscono le tappe fondamentali: dalla nascita delle Ferrovie dello Stato nel 1905 alla ricostruzione del secondo dopoguerra, fino al boom economico, ai treni dell’Alta Velocità e alle più recenti sfide legate alla sostenibilità e alla digitalizzazione.
La mostra di Ferrovie dello Stato: il percorso espositivo
La forza della mostra risiede nella sua struttura interpretativa, articolata su quattro chiavi di lettura che attraversano ogni sezione. Il primo riguarda la storia tecnica e infrastrutturale: l’evoluzione della rete, le competenze ingegneristiche, i modi di gestione fino ai cantieri finanziati dal PNRR. La seconda sezione esplora le dinamiche politiche ed economiche, mostrando come la ferrovia sia stata strumento di unificazione, modernizzazione e governo del territorio, ma anche indicatore delle contraddizioni fra territori, città e campagne, Nord e Sud. Il terzo asse si concentra sugli aspetti sociali e antropologici: la nascita di nuove professioni, il pendolarismo, i cambiamenti nei ritmi di vita. Infine, la quarta sezione indaga la rappresentazione del treno nelle arti – pittura, fotografia, cinema, letteratura – dove emerge come simbolo potente e ambivalente della modernità.
Tecnologia immersiva e design Made In Italy
Accanto al rigore storico, l’allestimento propone esperienze che avvicinano il pubblico alla dimensione emotiva del viaggio. Nella Sala Zanardelli, una sezione immersiva permette di attraversare la storia ferroviaria attraverso tecnologie digitali che combinano immagini, suoni e suggestioni multisensoriali. Nel Giardino grande di Palazzo Venezia, la sezione didattica espone due monumentali riproduzioni in scala del Settebello e dell’Arlecchino, capolavori del design ferroviario italiano del dopoguerra, offrendo un’occasione unica per apprezzarne le forme e la modernità. Completa il progetto il catalogo edito da Silvana Editoriale, con testi della curatrice Gabrielli e del Comitato scientifico, che approfondisce contenuti, documenti e apparati iconografici della mostra.
Fino all’11 gennaio 2026
Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro
Vittoriano, Sala Zanardelli
Piazza Venezia, Roma
Palazzo Venezia, Giardino Grande
Via del Plebiscito, 118
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati