A New York nasce un nuovo museo per raccontare la storia delle vecchie cabine fotografiche

Chi inventò le cabine fotografiche per gli autoscatti, oggi pressoché sparite dalle nostre città? E quando? Nel Lower East Side un nuovo spazio culturale ne racconta la storia e ne espone una collezione restaurata e funzionante. Per un progetto al confine tra divulgazione, intrattenimento e goliardia

Promette di evocare un pizzico di nostalgia per il passato il nuovo, curioso museo prossimo a inaugurare a New York, nel Lower East Side. Solo a qualche blocco di distanza, direzione Bowery, cresce l’attesa per la riapertura del New Museum, con il suo ambizioso ampliamento; al 121 di Orchard Street, invece, AUTOPHOTO si proporrà come spazio ibrido dedicato alla fotografia, ospitando un percorso espositivo, un archivio e uno studio d’artista.

AUTOPHOTO, il museo sulle vecchie cabine fotografiche

Il focus, e in questo risiede l’aspetto più inaspettato, è centrato sulle cabine fotografiche ormai in gran parte sparite dalle strade, qui raccolte ed esposte a rotazione – funzionanti – dopo un necessario restauro. I visitatori potranno, quindi, fruirne, scattando fototessere in bianco e nero al costo di 8 dollari per la caratteristica strip da 4 autoscatti. 
Ma il museo ospiterà anche serie di fototessere vintage e nuove installazioni o lavori di artisti contemporanei che riflettono sul ricordo e sul valore culturale di questo specifico formato fotografico. E c’è spazio anche per la goliardia: nella Sure Thing Chapel – che aprirà solo in autunno inoltrato – le coppie potranno prenotarsi per la “celebrazione” di un matrimonio lampo, in stile Las Vegas, ed entrare in una cabina vintage per immortalare il loro primo bacio, stampato alla vecchia maniera.

La storia delle cabine fotografiche, dagli Anni Venti a oggi

L’idea è quella di celebrare la storia e la magia dal gusto retrò delle cabine fotografiche, coinvolgendo esperti della materia e appassionati del genere di tutto il mondo, strizzando l’occhio ai nostalgici dell’analogico. Secondo i promotori dell’iniziativa, sono meno di 200 le vecchie cabine fotografiche tutt’ora funzionanti nel mondo: lo spazio ne esporrà contemporaneamente sei, alcune impostate per restituire scatti a colori (con un processo post-sviluppo) o in formato a tre immagini anziché quattro. E si potrà entrare anche in una cabina Polaroid originale.
AUTOPHOTO inaugura l’11 ottobre e nasce dall’iniziativa di da Breanna Conely Saxon, che dal 2009 restaura e ricolloca cabine fotografiche in bar, club e spazi culturali (online la mappatura delle cabine installate), con il duplice intento di conservarne la memoria storica e di proteggere quella che definisce “una forma d’arte in via d’estinzione”. Ma anche di offrire al pubblico qualche momento di divertimento, ripensando al passato. 

Le mostre inaugurali di AUTOPHOTO

Per quel che riguarda la galleria storica, il museo proporrà un viaggio a ritroso nel tempo, fino agli Anni Venti del Novecento, quando le prime cabine iniziarono a diffondersi a seguito dell’invenzione di Anatol Josepho, i cui eredi hanno prestato, in occasione della mostra inaugurale del museo, una serie di manufatti mai esposti prima. Lo spazio esordisce anche con una mostra dedicata agli autoscatti di note personalità e con un progetto cinematografico in stop-motion di Rachel Rowe e con la presentazione del Photobooth Technicians Project: un libro in unico esemplare, ora parte della collezione permanente del nascente museo, che ripercorre la storia delle cabine fotografiche attraverso le storie delle persone che le mantengono in funzione (ricordate il film Amelie?). Nell’arco di cinque anni, 49 tecnici hanno risposto a 11 domande sul loro lavoro e gli autori hanno raccolto il materiale in 13 capitoli pieghevoli che imitano le strisce fotografiche.

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Redazione

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